“La crisi del Monte dei Paschi e le difficoltà di tutto il tessuto socio economico della città negli ultimi dieci anni compresi il commercio e la piccola e media impresa, oltre all’Università e l’Ospedale, tutte
strutture allora eccellenti, hanno generato situazioni di complessità nel nostro comune. Siena resta ancorata alle pensioni della Banca e ad una ricchezza dei nonni e genitori che via via sta scemando. Queste rendite acquisite in alcuni casi sono già finite”. Vittorio Stelo,
Presidente del Mediocredito di solidarietà senese, lancia l’allarme durante l’evento culturale pre-partita allo stadio “Artemio Franchi”.
Ospite del Responsabile dell’Area comunicazione della Società bianconera, Andrea Bianchi Sugarelli, l’ex Prefetto di Siena non usa mezzi termini: “C’è bisogno di riforme radicali a livello nazionale.
Quello che la nostra Istituzione può fare è solo una piccola parte per andare incontro ai tanti cittadini in difficoltà. Ma dal caro bollette alle pensioni fino alle immediate esigenze di liquidità delle famiglie, i problemi non possono essere solo tamponati perchè si ripresenteranno sistematicamente ed il rischio di un cortocircuito economico è sempre più imminente. Anche a Siena”.
Accompagnato dal figlio Alessandro e dal nipote Tommaso, durante il suo intervento che ha visto la partecipazione nella Sala Hospitality di un numero elevato di ospiti e abbonati, Vittorio Stelo ha ricordato il periodo alla guida della Prefettura di Siena, Lecce e Torino, ma anche i cinque anni da direttore dei Servizi segreti del Sisde: “E’ stato un trauma lasciare Siena. Qui mi ero innamorato della città, della sua cultura, delle contrade, del Palio. Tutti elementi unici e non esportabili tanto che ho deciso di tornare a vivere proprio nel Centro storico di Siena. Durante il mio mandato, firmato dall’allora Ministro dell’interno Fanfani, ho avviato un bel rapporto con il Siena Calcio del presidente Max Paganini e con i tifosi bianconeri. In gioventù sono
stato anche io un atleta ed un calciatore, sapevo benissimo cosa voleva e vuole dire l’amore per la propria squadra. Proprio i tifosi mi omaggiarono in seguito di una targa ricordo. In città inoltre ebbi subito un bellissimo impatto con le Contrade e con la Tradizione che ho amato e che tutt’ora amo in modo sviscerato tanto che Siena me lo ha riconosciuto con il Mangia d’Oro e con il titolo di Barbaresco onorario.
In quel periodo ho vissuto solo cose belle, l’unico momento di dolore, che ancora porto nel cuore, fu l’omicidio dei due carabinieri Mario Forziero e Nicola Campanile nel 1990”. E sul periodo al Sisde, dal 1996 al 2001, l’ex Prefetto racconta: “Ho cambiato i Servizi rendendoli più moderni, al passo coi tempi. Ne vado orgoglioso anche se alcune
modifiche, ad esempio la pagina internet con le comunicazioni pubbliche, sembrava qualcosa di impossibile tanto che non a tutti piacque questo nuovo corso. Invece anticipai la nostra quotidianità”.
Inoltre, nei cinque anni da capo dei Servizi segreti, sono stati molti i fatti delicati negli scenari nazionali ed internazionali in cui Stelo ed il Sisde si sono impegnati: dal G8 al sequestro Ocalan, dall’omicidio D’Antona e le nuove Brigate Rosse alla fuga di Gelli in Svizzera fino alla guerra nei Balcani: “Personalmente ho fatto un giuramento allo
Stato e lo manterrò fino alla fine, non parlerò mai nei dettagli dei fatti di quell’epoca. Ma abbiamo sempre lavorato con trasparenza e nell’interesse della Nazione. Mi vanto di aver reso più efficace e trasparente il Servizio” ha concluso Vittorio Stelo.
Stelo: “Anche Siena nella morsa della crisi. In Prefettura e al Sisde ho servito la città e l’Italia”