Fra le novità del nuovo progetto Diavoli, che vuole dare spinta e possibilità di sviluppo e crescita a tutto il settore hockey in line, l’arrivo di Floh Abrati, giocatrice argentina da anni in Spagna, compagna di Sigmund, per occuparsi della direzione tecnica della squadra femminile e della guida del settore giovanile.
I lavori per Floh sono già iniziati, a partire dagli allenamenti con le ragazze biancorosse a cui ha già iniziato a portare la sua carica, la sua passione e la sua esperienza.
– Raccontaci un po’ la tua storia nell’hockey in line.
“Gioco ad hockey da vent’anni, alleno da nove e con il doppio ruolo di giocatore/allenatore da tre anni. E’ qualcosa che amo fare, praticare questo sport è sempre stato il mio sogno, la mia ragione di vita. In Argentina, da dove vengo, non è stato possibile realizzare questo sogno, quindi ho accettato una proposta arrivata dalla Spagna dove mi hanno sostenuta in tutto e per tutto, anche economicamente, e dove dovevo rimanere per un anno. Invece sono rimasta per otto anni e adesso sono qua, a Vicenza, e sono contenta di iniziare questa nuova avventura”.
– A Vicenza come sei stata accolta?
“Mi piace molto Vicenza e penso che l’Italia sia in generale un bel paese, con una grande storia. A me piace viaggiare, vedere posti nuovi. Mi sento un po’ come a casa perché ci sono tanti italiani in Argentina e siamo simili. A Vicenza le persone sono molto gentili, mi hanno accolto molto bene, mi hanno fatto sentire a casa e hanno dimostrato di tenerci molto a noi e lo apprezzo molto. Il club è fantastico, non ci sono in Italia molte realtà con le strutture che ci sono qui, come come ad esempio pattinodromo”.
– Doppio impegno per la prossima stagione: direzione tecnica della squadra femminile e del settore giovanile.
“Bisognerà lavorare molto, ma ho visto che in generale si è abituati a lavorare bene e c’è il giusto approccio. Sia il gruppo delle ragazze che quello dei giovani hanno voglia di migliorare, di imparare, mi fanno molte domande, sono motivati e questo mi spinge a dare il massimo e a dare il meglio per crescere insieme. Quindi lavoriamo non solo dal punto di vista personale, ma come un team, come una squadra. Penso che sia una delle caratteristiche principali per essere una buona squadra.
– Tu hai il ruolo di allenatore delle ragazze e dei giovani e Nathan della prima squadra. Cosa pensi di questa situazione?
“E’ una situazione completamente nuova per noi, essere nello stesso club con questi ruoli. Ci siamo conosciuti grazie a questo sport e grazie a questo sport abbiamo adesso la possibilità di vivere insieme. E questa è una grande esperienza e opportunità per entrambi, perché giochiamo da tanti anni e possiamo dare molto e far crescere il club, ma anche imparare. Penso di poter imparare molto da Nathan, da come gioca, da come intende l’hockey perché è un giocatore fantastico e non lo dico solo perché è il mio ragazzo, ma perché penso veramente che sia il migliore. E questo è importante per poter aiutare le ragazze. A loro ho chiesto di impegnarsi, di dare tutto come squadra e non singolarmente per poter crescere”.