Impossibile provare da “non coinvolti” quel turbinio di emozioni che in queste ore attraversa corpo e mente dei valorosi atleti impegnati nelle Paralimpiadi di Tokyo.
Sensazioni uniche, irripetibili, difficili da esternare perché si rischia di non raffigurare precisamente quel che passa per la mente.
Nella capitale nipponica sta provando tutto questo anche la triade sarda che a breve sarà chiamata a dare il meglio di sé nelle rispettive discipline.
La prima ad essere coinvolta sarà la pallavolista olbiese Sara Desini che assieme alle sue compagne della nazionale italiana femminile Sitting Volley dovranno scacciare le giustificabili emozioni al cospetto delle padrone di casa giapponesi (venerdì 27 agosto, ore 3 italiane). La sua avventura proseguirà anche nei giorni successivi: il 29 agosto (ore 7 italiane) ci sarà la sfida con il Canada e il primo settembre (ore 3 italiane) quella con il Brasile. Le prime due classificate del girone (Pool A) accederanno alle semifinali incrociate con le due dominatrici dell’altro raggruppamento (Pool B) composto da Ruanda, Cina, Russia e Stati Uniti.
Se le vicissitudini di Sara potranno essere ammirate in più riprese, lo stesso non si può dire per Giovanni Achenza da Oschiri e Rita Cuccuru da Uri che nella notte tra sabato 28 agosto (ore 23:30 ora italiana partenza per la maschile, ore 23:35 per quella femminile) e domenica 29 hanno da interpretare una prova secca: metteranno anima e cuore nella gara di Paratriathlon categoria PTWC che prevede 750 metri per la frazione di nuoto, 20 km per la frazione di ciclismo e 5 km per la corsa.
Dalla sede del Comitato Italiano Paralimpico sardo, in via Grosseto 1 a Cagliari, la presidente Cristina Sanna prova ad immedesimarsi nell’animo dei tre protagonisti. Lei, grazie all’Atletica, ha avuto modo di partecipare a svariate rassegne internazionali anche se al suo eccellente curriculum manca la voce “Paralimpiadi”.
“Non vedo l’ora di piazzarmi davanti alla televisione per seguire le gare di Sara, Rita e Giovanni – dice Cristina Sanna – e tiferò per loro augurandomi di vedere tanta emozionante soddisfazione nei loro sguardi. Ma al di là dei risultati che acquisiranno, la loro presenza a Tokyo sta giovando a tutto il movimento perché raggiungere un tale obiettivo significa che si è lavorato duramente e con sacrificio. Spero che in questi giorni di gare intense, davanti agli schermi, si radunino persone con disabilità e i loro amici. Le paralimpiadi rappresentano un veicolo importante per divulgare il nostro messaggio e coinvolgere sempre più gente, e io spero vivamente che dalla Sardegna si levino tante richieste di adesione alle pratiche paralimpiche; sono variegate e per tutti i gusti e, aspetto rilevante, cambiano l’approccio alla vita”.
ISTANTANEE EDOCHIANE DAGLI ATLETI SARDI
Sono ore fondamentali quelle che precedono l’evento sportivo più desiderato da un’atleta. Ma le nostre due protagoniste e il bronzo di Rio trovano alcuni attimi del loro prezioso tempo, per esternare stati d’animo particolari.
Pur abitando a Maranello, Rita Cuccuru porta la Sardegna e soprattutto la sua Uri nel cuore. Non fa fatica a regalare un sorriso a tutti, lei che ha approfittato della pandemia per dare un sussulto prodigioso al suo stato di forma. E il bronzo in World Cup a La Coruña (Spagna) dice tutto. La portacolori della Woman Triathlon Italia si pronuncia dall’Estremo Oriente: “Sono molto orgogliosa di essere qui a Tokyo e di partecipare a questo stupendo evento. Mi sono preparata al meglio, con il ritiro di Livigno sono pronta fisicamente e mentalmente ad onorare il body della nostra nazione. I giorni qui trascorrono molto veloci, vorrei fossero un po’ più lenti per godermi un po’ di più questo che è il periodo più bella della mia vita”.
L’universitaria Sara Desini, attaccante del Modena Volley ma cresciuta nella Pallavolo Olbia ha coronato un sogno cullato in cinque anni di pratica.
“Ci sono tante emozioni contrastanti – confessa Sara direttamente da Tokyo – però quella che prevale è l’entusiasmo! Sono e siamo carichissime, pronte per entrare in campo domani e fare tutto ciò che sappiamo fare. Sono contenta che sia arrivato finalmente il giorno e sicuramente abbiamo tanta tensione: non giochiamo contro altre squadre da ormai due anni. Ma certamente non ci faremo sopraffare e andremo pronte e determinate contro le padrone di casa! Sarà la nostra partita di esordio e daremo il 100%! Soggiorniamo qui da tredici giorni e ci siamo allenate tanto durante tutta questa permanenza giapponese per arrivare fisicamente pronte e con la testa puntata all’obiettivo”.
Giovanni Achenza, sente forte la vicinanza della comunità di Oschiri che fa il possibile per incoraggiarlo anche a distanze proibitive. Lui, con la solita umiltà che lo contraddistingue, farà in modo di mettere in pratica ore e ore di allenamento. E di sicuro avrà un ruolo importante l’esperienza acquisita alle paralimpiadi brasiliane, culminata con un indimenticabile podio.
Lo stato d’animo è tranquillo – confida Giovanni Achenza – perché come preparazione abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare; ora non resta che disputare la gara e raccogliere i frutti con la speranza che siano dolci e non amari. Mancano solo tre giorni, ho aspettato un anno in più per fare la gara dei sogni di un atleta”.