Il regista classe 1987 nato a Catania e con alle spalle un’intensa e interessante carriera ha firmato con la Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia un contratto biennale.
L’annuncio ufficiale arriva dalla società calabrese intenta in queste settimane a lavorare per allestire il proprio roster in vista della prossima stagione: “Saitta occuperà un posto fondamentale nello scacchiere giallorosso – ha spiegato il direttore sportivo Ninni De Nicolo – per le sue note qualità tecniche e per le competenze acquisite sul campo nella sua lunga esperienza maturata negli anni. Per noi è una soddisfazione vedere aggregarsi al gruppo un atleta del Sud che ha scelto di venire alla Tonno Callipo preferendola rispetto ad altre realtà del Nord Italia e anche d’Europa”.
L’atleta siciliano giunge dalla ‘città dei Mosaici’ dopo due anni in cui ha dimostrato di essere un leader dalla carica positiva per tutta la squadra. In passato aveva già incontrato il diesse dei calabresi precisamente ai tempi di Molfetta per due stagioni consecutive: nel 2012-13 in A2, dove conquistarono la promozione ed in quella squadra c’era anche il libero Marco Rizzo, e nel 2013-14 in A1.
Saitta calca i campi della pallavolo tricolore da diverso tempo, avendo sin da giovanissimo mostrato doti e talento sopra la norma, tanto da vincere nel 2004 la Junior League con la Icom Volley Latina allenata dal suo concittadino Giovanni Bonaccorso, per essere poi promosso in prima squadra la stagione successiva. Diversi i traguardi raggiunti dal trentatreenne nel suo percorso professionale che si è svolta anche fuori dai confini nazionali: dal 2014-2015, per quattro stagioni, si trasferisce in Francia per giocare dapprima nello Spacer’s Toulouse Volley, in Ligue A, campionato dove rimane anche nella stagione successiva ma con il Paris Volley, aggiudicandosi la vittoria del campionato. Per l’annata 2016-17 si accasa al Montpellier, sempre in Ligue A dove rimane per due tornei prima di tornare in Italia.
Nell’ultima stagione 2019-2020 con gli emiliani, che si sono posizionati al sesto posto nel torneo concluso anticipatamente per il Coronavirus, ha giocato 21 partite e 78 set. Nel campionato precedente, sempre con Ravenna, ha messo a segno ben 10 ace in 98 set disputati. Ha vestito anche la maglia della nazionale azzurra
Adesso l’occasione per lui è a pochi chilometri dalla sua città natale, in Calabria, a Vibo Valentia, dove arriva super motivato. Saitta non nasconde il suo entusiasmo per la nuova avventura che sta per iniziare e che si preannuncia molto impegnativa.
“Sono felicissimo di approdare a Vibo perché ho sempre pensato alla Callipo come una società seria e portatrice di valori importanti e merita di essere messa sullo stesso piano delle società del Nord per capacità e competenze. Personalmente non vedo l’ora di ricominciare perché a causa dell’emergenza sanitaria sono fermo ai box già da troppo tempo. Indirettamente mi sento già legato alla società calabrese perché in un certo senso abbiamo un percorso parallelo: quando Vibo saliva in A2 nel 2001, io iniziavo la mia carriera e vincevo il mio scudetto Under 15 a Reggio Calabria. Mi ricordo le imprese che ha compiuto per raggiungere la massima serie perché da meridionale l’ho sempre seguita e so che ha una grande storia. Sono contento che i nostri cammini si siano incrociati. Non so quali saranno le modalità della ripresa ma siamo pronti ad adattarci e proveremo a divertirci lo stesso”.
Sei un giocatore molto esperto: hai alle spalle diversi anni in Francia e dal rientro in Italia ad oggi ti sei fatto notare anche in Superlega. Porti con te un bagaglio corposo, cosa pensi di poter dare alla Callipo?
“Oltre all’impegno e al bagaglio tecnico, la mia intenzione è di portare a Vibo Valentia quell’entusiasmo che ho cercato sempre di trasmettere nelle squadre in cui ho giocato. È vero che il palleggiatore con il tempo acquisisce sicurezza ma è anche vero che c’è sempre da imparare: anche in quest’ultima annata a Ravenna ho cercato di migliorarmi sempre mettendomi sempre in discussione. Non amo fissare obiettivi sui risultati ma l’obiettivo che mi prefisso è di scendere in campo dando sempre il massimo e cercando di lottare su ogni pallone. Penso sia questa la promessa più vera e realizzabile che io possa fare”.
Caratterialmente come ti definisci?
“Non amo perdere. La nascita di mia figlia mi ha aiutato a smussare un po’ gli angoli e a digerire un po’ di più le sconfitte. Purtroppo nel nostro sport o si vince o si perde, non ci sono pareggi. Cerco di mettermi al servizio della squadra e mi piace essere sincero ed ovviamente ricevere in cambio la stessa cosa. Per me il mio compagno deve essere un alleato per combattere una guerra sportiva, io devo sapere che in campo darà il massimo per me ed io farò la stessa cosa”.
Del tecnico Baldovin cosa pensi?
“Abbiamo giocato negli ultimi due anni da avversari, ci siamo fatti del male a vicenda nel senso che un po’ ho vinto io ed un po’ lui. Ho sempre ammirato la sua squadra, Padova, che ha sempre ottenuto ottimi risultati. Sapere che Baldovin sarà il tecnico di Vibo è garanzia di qualità e quindi sono molto contento di poter lavorare con lui”.
Per te arrivare a Vibo è un ritorno a casa?
“Certo. Vibo è l’unico baluardo del profondo Sud in Superlega. Ad esclusione della Puglia, io sono stato sempre fuori, quindi per me giocare a Vibo significa anche rappresentare il mio Sud. Tornerò ad apprezzare il calore del nostro pubblico”.
Nel tuo curriculum non solo traguardi sportivi. C’è anche una Laurea in Giurisprudenza.
“Sì sono riuscito a terminare il mio percorso di studi dopo due anni dal mio matrimonio. È stato un percorso lungo e tortuoso. Non ho mai ottenuto alcuna agevolazione perché il nostro sport non rientra nella categoria del professionismo. Ho fatto tanti sacrifici e devo dire grazie ai miei genitori per avermi stimolato seppur da lontano a studiare e a non mollare”.
Hai salutato Ravenna scrivendo su Twitter che ti mancheranno i suoi mosaici. Anche Vibo ha un ricco patrimonio storico e archeologico seppur poco valorizzato…
“Sono molto curioso di scoprire le bellezze di Vibo. Prometto che con mia moglie Nicoletta programmeremo delle visite. Per sentire proprio un posto bisogna conoscerlo sotto tutti gli aspetti, soprattutto bisogna conoscerne la storia”.
UFFICIO COMUNICAZIONE