PRESIDENTE LOVISA: “BASTA RINVII. IL CALCIO RIPARTA A STEP E IN SICUREZZA”
I presidenti sono i primi a volere la salute dei propri atleti, che (prima che dipendenti) potrebbero essere loro figli, mentre la tanto sbandierata tutela invocata dalle autorità pare più strumentalizzazione che altro. Avendo convissuto con il virus credo di sapere bene di cosa parlo, e ho totale rispetto e vicinanza per chi ha sofferto (e soffre) più di me.
I calciatori e chi lavora nel calcio, i nostri come la gran parte della categoria, vogliono riprendere a giocare, a svolgere quindi il proprio lavoro in sicurezza: in un ambiente appunto sicuro e rispettoso delle prescrizioni che tutti abbiamo il dovere e la responsabilità di costruire insieme, ognuno nel proprio ruolo. E se qualcuno malauguratamente risulterà positivo, questo (e solo questo) dovrà essere isolato. Non quindi tutto il gruppo squadra, se sarà riscontrata la negatività degli altri componenti. Come in un’azienda e in un qualsiasi altro posto di lavoro. Senza trovare a tutti i costi dei colpevoli (il presidente e il medico sociale) quando il colpevole, se rispettate scrupolosamente le prescrizioni, è il virus.