Gabriel “Gabi” Hernández è il nuovo allenatore della Pro Recco. Nato a Barcellona, il 2 gennaio 1975, comincia la sua esperienza in panchina nel 2011 alla guida del Sabadell, squadra con cui conquista Coppa del Re e Supercoppa di Spagna. Un percorso che tre anni più tardi gli vale la chiamata della nazionale spagnola: è lui a guidare le Furie Rosse fino alle Olimpiadi di Rio 2016, chiuse al settimo posto dopo lo stop ai quarti di finale con la Serbia poi vincitrice della competizione. In seguito è stato consulente del settore pallanuoto nella federazione argentina per due anni, prima di girare il mondo per insegnare pallanuoto attraverso clinic, alcuni dei quali organizzati dalla Fina.
Da giocatore ha disputato due Giochi olimpici (2000, 2004) e vinto il mondiale 2001 a Fukuoka, protagonista della finale con tre reti nel 4-2 alla Jugoslavia. Parla italiano Gabi: vent’anni fa indossò la calottina del Pescara. L’Italia, adesso, chiama di nuovo: c’è la Pro Recco nel suo destino dopo il biennio del guru Rudic. Curiosità: ai Giochi di Rio il giovane Hernández sfidò e superò Ratko, all’epoca al timone del Brasile. Oggi le strade tornano a incrociarsi: “Un’ispirazione arrivare dopo di lui – afferma il neo mister biancoceleste -. La Pro Recco rappresenta una sfida, ma anche una allegria: per un allenatore guidare questa squadra è una opportunità fantastica. La mia filosofia? Una formazione con ‘commitment’ molto grande, ogni giocatore deve sentirsi importante, per questo penso sia meglio una rosa più compatta. Punto su giocatori con senso di appartenenza che è un qualcosa che va oltre la lunghezza del contratto; il talento individuale è importante, certo, ma da solo non basta se non viene messo al servizio del gruppo. Non sarà complicato trasmettere questo messaggio: tutti i giocatori vogliono vincere e per farlo, essendo la pallanuoto uno sport di squadra, devono essere consapevoli che c’è bisogno di un gruppo”.
Conclusa in anticipo la stagione a causa del Coronavirus, si comincia a programmare il futuro con gli obiettivi di sempre, dare l’assalto a campionato e Champions League: “In Italia ci sono 3-4 squadre nella fascia alta e poi le altre. La Pro Recco non ha mai vinto facilmente il titolo, il Brescia negli ultimi anni è stata una formazione compatta, pericolosa: l’ultimo Scudetto si poteva decidere ai rigori se quel tiro nei secondi finali non fosse andato a sbattere sul palo. Tutti vorranno sconfiggerci, dovrà essere una ulteriore motivazione per i giocatori. In Champions ci sono sempre almeno quattro-cinque squadre che possono vincere, è una competizione complicata durante la quale incontri momenti difficili che puoi superare solamente se hai un gruppo coeso e con una connessione molto forte. Caratteristiche che, non a caso, possedevano le ultime due formazioni che hanno alzato la coppa, Olympiacos e Ferencvaros”.
Il lungo stop dalle partite ufficiali non toglie il sonno al coach spagnolo: “No, non sono preoccupato di come li ritroverò, a livello fisico sono sicuro che si presenteranno bene dopo i mesi in collegiale con le nazionali. Il corpo umano ha una memoria fisiologica e anche la motivazione riveste un ruolo fondamentale. La premessa, comunque, è che la pallanuoto è uno sport massacrante: se non ti alleni non puoi giocare”.
“Gabi Hernández è un allenatore moderno, con idee, personalità ed esperienza internazionale: le sue squadre hanno sempre avuto una precisa identità di gioco – afferma il presidente Maurizio Felugo -. Lavoreremo per affidargli una formazione altamente competitiva, più contenuta nel numero dei giocatori per privilegiare l’aspetto della compattezza, in coerenza con il momento storico di grandi sacrifici che stiamo facendo e allineandoci al gruppo a cui apparteniamo con orgoglio. Gli diamo il benvenuto a distanza con la speranza di accoglierlo quanto prima a Recco: vorrebbe dire aver ritrovato la normalità ed essere tornati a giocare a pallanuoto, quello che più amiamo”.
In biancoceleste è cominciata ufficialmente l’era Hernández.
Ufficio Stampa