FUJIFILM Italia è official partner del Festival della Fotografia Etica.
Un sodalizio per la fotografia
Lodi, 5-6/ 12-13/ 19-20/ 26-27 ottobre 2019
FUJIFILM Italia conferma il proprio contributo al Festival della Fotografia Etica 2019 in qualità di official sponsor e presenta in questa decima edizione un’anteprima assoluta: la mostra inedita di Monika Bulaj dal titolo “Broken Songlines”
La decima edizione è alle porte, il 5 ottobre prende il via il Festival della Fotografia Etica 2019.
Sino al 27 ottobre, nei quattro week end del mese, mostre di fotoreporter di fama mondiale e di giovani talenti, incontri, workshop, dibattiti per indagare la relazione che intercorre tra etica, comunicazione e fotografia, animeranno Lodi e i suoi luoghi storici e di interesse artistico e architettonico, sedi del Festival.
FUJIFILM Italia, per il sesto anno consecutivo, ne sarà official partner. Inoltre, seguendo le tematiche e l’essenza stessa, contribuirà ai contenuti per la sezione Corporate for Festival presentando Broken Songlines, il lavoro inedito della fotografa, reporter e documentarista Monika Bulaj. Broken Songlines è un viaggio all’interno delle minoranze religiose e di come esse continuino a sopravvivere in alcune zone della terra.
La produzione di Broken Songlines è stata sostenuta da Pulitzer Center on Crisis Reporting.
La mostra sarà esposta nella sede dell’Ex Chiesa dell’Angelo, in via Fanfulla 22, nei quattro fine settimana del Festival, sabato e domenica, dalle 9:30 alle 20:00
Oltre alla mostra, nell’ultimo fine settimana, ci si potrà imbattere nella potenza carismatica dell’autrice.
Sabato 26 ottobre presso il Teatro alle Vigne Ridotto – Via Cavour, 66 – alle ore 21:00 è in programma la performance teatrale dal titolo “Broken Songlines – Tre Manoscritti” di cui ne è autrice e interprete.
Monika Bulaj viaggia tra i confini spirituali, nei crocevia dei regni dimenticati, dove scintillano le fedi e le tradizioni dei più deboli ed indifesi, con la loro resistenza fragile ed inerme, la loro capacità al dialogo e all’incontro. In cammino con i nomadi, minoranze in fuga, pellegrini, cercando il bello anche nei luoghi più tremendi. La solidarietà nella guerra. La coabitazione tra fedi laddove si mettono bombe. Le crepe nella teoria del cosiddetto scontro di civiltà, dove gli dei sembrano in guerra tra di loro, evocati da presidenti, terroristi e banditi.
Il suo spettacolo è una performance multimediale: sul grande schermo, con luci e suoni, scorrono storie di amori e separazioni, resistenze e fughe, danze sacre e cammini, dei silenzi nei grandi spazi e masse che ondeggiano come alghe, accompagnati dal reportage in azione. Una narrazione estemporanea.
Domenica 27 ottobre presso la sede della mostra, ossia all’Ex Chiesa dell’Angelo alle ore 18:00, ci sarà la visita guidata con Monika Bulaj, che racconterà la genesi e costruzione di questo lavoro in un percorso ricco di spunti.
A questi due appuntamenti se ne aggiunge un terzo, il workshop formativo “Un metodo maieutico, 16 ore con Monika Bulaj”.
Monika Bulaj lavorerà con i partecipanti sul montaggio e sulla costruzione di storie, facendo tesoro delle altre grandi narrazioni: cinema, poesia, teatro, narrativa.
Si mostrerà anche come impostare la progettazione di lavori a lungo termine, dell’editing di libri, di mostre, di proiezioni, di portfoli e di articoli per giornali.
All’interno di questo workshop: “mostro anche i miei percorsi narrativi nell’editing dei libri in lavorazione. Indagheremo sulla sensibilità espressiva di ognuno, scavando dentro le immagini, trovando, talvolta, un fil rouge, un nervo personale. Cerco di far emergere dai partecipanti qualcosa di proprio, talvolta inatteso, e dargli spazio, e – da autore – indicazioni per seguire e sviluppare queste proprie sensibilità.
È un lavoro molto intuitivo. Non creo, né seguo regole prestabilite, perché ogni lavoro ha le proprie.”
Il workshop, al di fuori del circuito del Festival, è a pagamento al costo di 200 euro più IVA.
Si terrà sabato 26 ore 10:00-18:00 e domenica 27 ottobre ore 9:30-17:30 presso la sede del Gruppo Fotografico Progetto Immagine – Via Vecchio Bersaglio (ex Macello) n.1
Partecipanti: minimo 8 – massimo 13. Per informazioni e iscrizioni: monikabulaj@gmail.com
Nel secondo, terzo e quarto week end, il 12-13, 19-20 e 26-27 ottobre, dalle 10 alle 19, FUJIFILM apre un proprio spazio Touch&Try Point sito in c.so Umberto, 12. Lo staff tecnico FUJIFILM sarà a disposizione per dare in prova i prodotti della gamma GFX e serie X, per approfondire le peculiarità dei diversi sistemi e dare consigli sulle migliori modalità di utilizzo.
LA MOSTRA
“BROKEN SONGLINES”
“Nel Medio Oriente e sul Caucaso, in Asia e nelle Afriche degli esili, lungo i confini d’Europa, sotto i nostri occhi sta scomparendo la ricchezza della complessità, in quelle terre dove per millenni le genti hanno condiviso i santi, i gesti, i simboli, i miti, i canti, gli dei. I cristiani del Pakistan, i maestri sufi d’Etiopia e Iran, gli sciamani afghani, gli ultimi pagani del Hindu Kush e degli Urali, i nomadi tibetani, le sette gnostiche dei monti Zagros… Le ultime oasi d’incontro tra fedi, zone franche assediate dai fanatismi armati, patrie perdute dei fuggiaschi di oggi. Luoghi dove gli dei parlano spesso la stessa lingua franca, e dove, dietro ai monoteismi, appaiono segni, presenze, gesti, danze, sguardi. Ho viaggiato tra i confini spirituali, nei crocevia dei regni dimenticati, dove scintillano le fedi e le tradizioni dei più deboli ed indifesi, con la loro resistenza fragile ed inerme, la loro capacità al dialogo e all’incontro. In cammino con i nomadi, minoranze in fuga, pellegrini, cercando il bello anche nei luoghi più tremendi. La solidarietà nella guerra. La coabitazione tra fedi laddove si mettono bombe. Le crepe nella teoria del cosiddetto scontro di civiltà, dove gli dei sembrano in guerra tra di loro, evocati da presidenti, terroristi e banditi. Al centro è il corpo. Chiave di volta e pomo della discordia nelle religioni. Iniziato e benedetto, svelato e coperto, temuto e represso, protetto e giudicato, intoccabile e impuro, intrappolato nella violenza che genera violenza, corpo-reliquia, corpo martire, corpo-trappola, corpo-bomba. Mi piace pensare il corpo come un tempio. Il corpo che contiene il segreto della memoria collettiva. Il corpo che non mente. Il sacro passa attraverso il corpo. Lo trafigge. Nell’arcaicità dei gesti, si legge la saggezza arcana del popolo, la ricerca della liberazione attraverso l’uso sapiente dei sensi.” – Monika Bulaj
MONIKA BULAJ
MONIKA BULAJ, fotografa, reporter, documentarista e performer, svolge la sua ricerca sui confini delle fedi tra minoranze etniche e religiose, popoli nomadi e fuggiaschi, in Europa, Asia, Africa e nei Caraibi. Ha studiato la filologia all’Università di Varsavia, seguito corsi di antropologia, filosofia, teologia. Abita a Trieste. Parla otto lingue, ha tre figli, pubblica con Granta Magazine, La Repubblica, Corriere della Sera, Revue XXI, Internazionale, GEO, National Geographic, the New York Times, e Guardian, etc. Autrice di libri di reportage letterario e fotografico con Alinari, Skira, Frassinelli, Electa, Feltrinelli, Bruno Mondadori, National Geographic, Contrasto. I suoi ultimi libri sono: “Where Gods Whisper” (Contrasto), “Genti di Dio. Viaggio nell’altra Europa” (Postcart), “Nur. Afghan Diaries” (National Geographic Poland), “Nur. La luce nascosta dell’Afghanistan” (Electa, scelto da TIME come uno dei migliori libri fotografici del 2013). Tra i riconoscimenti ricevuti: Leonian award di W. Eugene Smith Memorial Fund; Premio Tomizza; Premio Lucchetta; TED Fellowship; Aftermath Project Grant; Bruce Chatwin Special Award for Photography “Absolute Eyes”; Grant in Visual Arts of European Association for Jewish Culture. Nel 2014 le è stato consegnato il Premio Nazionale “Nonviolenza”, per la prima volta assegnato ad una donna, con questa motivazione: “per la sua attività di fotografa, reporter e documentarista, capace di mettere in luce l’umanità esistente nei confini più nascosti eppure evidenti della terra, di far vedere la guerra attraverso le sue conseguenze, di indagare l’animo dell’Uomo, la sua ansia di religiosità, di tenerezza e di dignità. Monika Bulaj rende visibile l’invisibile, attraverso l’esplorazione dell’animo delle persone, creando con l’immagine, l’unità dell’umano.” Il suo lavoro in corso è sostenuto da Pulitzer Center on Crisis Reporting. www.monikabulaj.com