Concluse a Minsk le gare individuali di judo per questa seconda edizione degli European Games e l’Italia, che non è qualificata per il torneo a squadre in programma domani (martedì), può redigere il primo bilancio. Due medaglie, l’argento di Matteo Medves nei 66 kg ed il bronzo nei 63 kg di Maria Centracchio, con i quinti posti di Odette Giuffrida nei 52 kg ed Antonio Esposito negli 81 kg, 
“Oggi è stata una brutta giornata – ha detto Francesco Bruyere al termine delle tre giornate –  specialmente per Nicholas (Mungai, 90 kg) che, anche se appena rientrato da un grosso infortunio in tempi record, aveva sicuramente la possibilità di arrivare in fondo. Complessivamente disputare quattro finali ad un europeo non è poco, ma sinceramente abbiamo ottenuto molto meno di quello che avremmo potuto ottenere. Ad oggi abbiamo una squadra giovane e molto competitiva che lotta unita e compatta per un sogno comune. Chiaramente dall’altra parte ci sono avversari che hanno il nostro stesso obiettivo e non è facile per nessuno.  Lavoriamo sempre sugli errori commessi, qualche giorno di paura e poi si parte per l’OTC ad Alicante e per il Grand Prix a Budapest in vista del mondiale”.
“La gara era partita male – è stato il commento di Matteo Medves – perché durante il primo incontro, mi si è bloccato nuovamente il collo. Fatto sta che… non lo so, ma contro Gomboc sapevo di potercela fare, dovevo prendermi la rivincita per l’anno scorso. Mi sono inventato un sumi gaeshi ed è caduto… primi brividi della giornata! Non sapevo ancora chi avrei trovato, pensavo Shamilov, ma invece è stato l’irlandese… gran brutto cliente, scomodo proprio tanto, ma l’ho beccato a terra a pochi secondi dalla fine… ippon a tempo scaduto. E sono arrivato alla semifinale con il n. 1 al mondo! Ho pensato che sarebbe stata una figata pazzesca riuscire a fare due finali di fila… e così sono partito spregiudicato, consapevole dei rischi che correvo attaccandolo in maki komi, ma sapevo anche che incalzandolo prima o poi sarebbe caduto… ha retto botta fino a pochi secondi dalla fine, poi mi ha regalato uno spazio minimo e l’ho proiettato… brividi, brividi. Eccomi in finale. Con Zantaraia, cliente scomodissimo, sapevo di poterlo battere, due anni fa gli feci l’unico score di tutto l’Europeo che vinse… ci provo, sento che parte per la seconda volta in de ashi e provo ad anticiparlo… credevo di averlo preso, sincero… invece mi sono ritrovato in aria e solo rivedendo il video ho capito come ha fatto… Sono amareggiato, perché sono allo stesso punto dell’anno scorso… ma prendo il meglio che c’è, ovvero che sono lì. Che se preparo bene una gara, se ho i tempi giusti per prepararla mentalmente più che fisicamente, posso salire e proiettare chiunque… oggi “festeggio” e domani penserò alle prossime gare. La maratona è ancora lunga, ma io ci sono!”.
“Voglio fare un grandissimo applauso a Maria, è stata cinica e concreta – ha detto il coach Francesco Bruyere, che l’ha seguita in gara – ha ottimizzato al meglio le sua tipologia di judo  per raggiungere l’obiettivo. Avevo annunciato la sua medaglia giorni fa… è una professionista vera, una lavoratrice instancabile che ha svolto nel migliore dei modi la preparazione per questo campionato europeo. È la sua terza medaglia importante in questo semestre, che la proietta fra le top della categoria. Bravissima!”.
E se la felicità di Maria Centracchio la si legge negli occhi e nel sorriso, il suo primo pensiero è rivolto a chi la sostiene, è una dedica: “Due medaglie non brillano quanto gli occhi delle persone a me più care, – ha detto Maria – che erano qui a supportarmi oggi. Questa medaglia è tutta per loro. È stata una giornata lunga e dura, ma ne è valsa la pena”.
Due medaglie, ha detto Maria, e la spiegazione è che tutti gli atleti saliti sul podio del judo a Minsk hanno ricevuto la medaglia degli European Games, quindi dei Giochi, ma anche la medaglia che l’EJU attribuisce ai normali campionati europei. Ed anche la soddisfazione, giustamente, vale doppio.

Ufficio Stampa