Stella Pende torna in TV con “Confessione Reporter”, sei appuntamenti con l’approfondimento più classico, al via su Retequattro dal 30 ottobre in seconda serata.
Nella prima puntata, l’inchiesta-choc «Figli di preti». Dopo lo scandalo dei religiosi pedofili, un’altra ombra sul mondo della Chiesa. La svela un’indagine che riguarda migliaia di giovani: i figli dei religiosi. Nati da preti che professano ancora il loro sacerdozio. Spesso poveri, senza sostegni, sofferenti e soli.
Voci, incontri, denunce, ma anche grandi storie d’amore di religiosi che hanno avuto il coraggio di lasciare l’abito talare e formare una famiglia.

Il 9 novembre, l’appuntamento con “Confessione Reporter” è «Niger: figli della tortura».
La verità sulla Libia? Arriva dal Niger. Torture, pianti, ricordi terribili, ragazzi e ragazze traumatizzati per la vita. Questi i racconti e le voci raccolte in Niger, frontiera estesa della Libia, paese che qualcuno definisce libero e che invece oggi è il palcoscenico di un vero massacro: quello degli immigranti.

Il 16 novembre è la volta di «Una madre per tutti: maternità per altri».
Sono circa 60 al mese, le coppie sterili che partono dall’Italia per andare in Ucraina a cercare una donna che avrà un figlio per loro. E poi ci sono quelle che andranno in America, in Canada, in Russia, in India. La maternità surrogata è lo sfruttamento del corpo di una povera donna bisognosa o è un dono che la madre portatrice fa a una coppia di genitori che non potranno mai avere un figlio loro? “Confessione Reporter” aiuta i telespettatori a capire.

Il 23 novembre, Stella Pende propone il reportage «Rinati».
Come stanno, chi sono i sopravvissuti delle grandi tragedie? Uomini, donne, ragazzini, che sono stati giorni sotto le macerie, che hanno passato 46 ore dentro una grotta allagata, che hanno fatto un volo di 30 metri dal Ponte Morandi di Genova, ma oggi sono vivi? La loro è una nuova esistenza? E che cos’è la resilienza? Lo racconta “Confessione Reporter”.

Il 30 novembre, approfondimento su «Le nuove Politkovskaja».
Ampio reportage, sulle giornaliste barbaramente uccise nel mondo. Al centro del racconto, il loro coraggio di lavorare – nonostante le minacce di morte – sulla corruzione e sui peccati dei loro governi.

L’appuntamento del 7 dicembre, infine, è un meglio di quanto proposto nell’arco delle precedenti puntate.

Ufficio Stampa