“Siamo lieti di annunciare che Orlando Fiordigiglio è entrato a far parte della nostra scuderia. E’ un pugile di valore per il quale abbiamo in mente un percorso di alto livello.” Sono le parole del presidente della Opi Since 82 Salvatore Cherchi, che ha sempre seguito ed apprezzato la carriera di Orlando Fiordigiglio. Nato in Campania 33 anni fa, ma aretino d’adozione, professionista dal maggio 2010, Orlando Fiordigiglio ha sostenuto 29 incontri: 27 vinti, 12 prima del limite, e 2 persi. Nel 2013 diventa campione d’Italia e dell’Unione Europea dei pesi superwelter. Nel 2014 vince il titolo internazionale dei pesi superwelter WBC. Nel 2016 conquista la cintura intercontinentale dei pesi superwelter IBF. Viene sconfitto nei due combattimenti valevoli per il titolo europeo: nel 2015 dal francese Cedric Vitu (ko tecnico all’undicesimo round) e lo scorso dicembre ai punti da Zakaria Attou (anch’egli francese). Da allora, Orlando Fiordigiglio non è più salito sul ring.
Orlando, per quale motivo sei passato alla Opi Since 82?
“Perché sentivo il bisogno di un cambiamento, di trovare nuovi stimoli. Ho 33 anni, non posso attendere a lungo una grande opportunità. Faccio la boxe da 19 anni, da quasi 8 anni sono professionista. Da 15 mesi sono anche padre di Giovanni. La mia compagna Giulia mi ha sempre sostenuto, anche perché condivide la mia passione per la boxe (l’ho conosciuta in palestra). L’azienda per cui lavoro con un contratto a tempo indeterminato, l’Enel, non ha mai ostacolato la mia carriera permettendomi di prendere le ferie nelle settimane precedenti al match per allenarmi nel migliore dei modi. In questa fase della mia vita e della mia carriera pugilistica, Salvatore Cherchi è la persona giusta con cui lavorare. Ho parlato con lui e con il figlio Alessandro e ci siamo messi d’accordo rapidamente.”
Qual è il tuo obiettivo immediato?
“Tra poco tornerò sul ring per un match sulle 6 o sulle 8 riprese, ma vorrei la rivincita con il francese Zakaria Attou. Ero sicuro di aver vinto ai punti, ma due giudici la pensavano diversamente. Uno mi ha dato vincente con sei punti di scarto (117-111), mentre gli altri due hanno dato il verdetto ad Attou (116-111 e 115-112). Quando si combatte all’estero, per essere sicuro di vincere, devi mettere ko il pugile di casa. Affronterei Zakaria anche domani. Diventare campione d’Europa è la mia priorità visto che ho dimostrato di averne la stoffa. Contro Cedric Vitu ero in vantaggio. Dopo dieci riprese, il punteggio era di 95-94, 97-94 e 95-95. Sono crollato per la disidratazione. Alla fine dell’ottavo round non avevo quasi più energie, ma ho sostenuto ugualmente la nona ripresa e l’ho vinta. Nella decima sono calato nettamente ed ha fatto bene l’arbitro a fermarmi nel corso dell’undicesimo round. Mi hanno spiegato che questo problema è comune ai maratoneti ed ai ciclisti. Ho dovuto riposare qualche settimana, ma tre mesi dopo ero di nuovo sul ring per un match sulle sei riprese e l’ho vinto.”
A quale vittoria sei particolarmente affezionato?
“A tutte le vittorie ottenute al palasport di Arezzo, di fronte al mio pubblico. Il palasport era sempre pieno e questo mi ha fatto molto piacere. Il titolo più importante, invece, è stato l’intercontinentale IBF. Grazie a quella vittoria sono stato classificato numero 4 al mondo fra i pesi superwelter dall’International Boxing Federation.”
Ufficio Stampa