L’album che racconta la scena musicale italiana degli anni ‘90 con la partecipazione di alcuni ospiti di quella stagione irripetibile
esce venerdì 22 settembre
Anticipato da una serie di teaser sui suoi social che vedono la partecipazione di alcuni degli artisti coinvolti nell’album come i Casino Royale, Edda e Manuel Agnelli, La mia Generazione, il nuovo album e racconto degli anni 90 firmato da Mauro Ermanno Giovanardi, esce venerdì 22 settembre in cd, vinile e negli store digitali.
“La Mia Generazione” è un pegno d’amore con cui l’artista vuole celebrare una stagione musicale irripetibile, quando sia l’industria discografica che il pubblico recepì il messaggio che l’idea di un rock cantato finalmente italiano, originale, libero da imitazioni di omologhe esperienze straniere, non fosse più un’eresia ma una realtà.
In questo disco Giovanardi ripercorre, evitando qualunque accenno nostalgico a quei tempi e con l’aiuto di ottimi musicisti (tra cui Davide Rossi), alcuni brani storici di Afterhours, Marlene Kunz, Subsonica, Neffa, Casinò Royale e tanti altri, accompagnandosi anche ad alcuni protagonisti di quella stagione: Manuel Agnelli, Rachele Bastreghi, Emidio Clementi e Cristiano Godano e Samuel. Ognuno chiamato a interpretare un pezzo iconico della scena di quegli anni, in un gioco di specchi in cui nessun artista canta il proprio brano.
Il singolo attualmente in radio è “Baby Dull”, la canzone degli Üstamaò nella nuova versione in duetto con Rachele Bastreghi.
Mauro Ermanno Giovanardi incontrerà i fan in due appuntamenti:
22 settembre a ROMA, Feltrinelli Via Appia h.18.00
25 settembre a MILANO, Feltrinelli Piazza Piemonte h. 18.30
Giovedì 28 settembre Mauro Ermanno Giovanardi presenterà il suo nuovo progetto con un po’ di chiacchiere e, per la prima volta, con alcuni brani live dell’album in occasione della presentazione di MOLLY BLOOM, la nuova scuola di scrittura che insegna a scrivere Narrativa, Poesia e Canzoni, alle ore 21.00 all’EX DOGANA a San Lorenzo in Via dello Scalo San Lorenzo, 10 a Roma.
“L’idea che mi girava in testa da un po’ di tempo, era quella di rileggere la scena musicale degli anni ’90.- racconta Giovanardi- Una stagione irripetibile in cui un gruppo di musicisti, me compreso, dopo aver vissuto e imitato certi modelli stranieri, perlopiù anglofoni, ha sentito che era arrivato il momento di parlare al pubblico nella nostra lingua. Che era necessario farsi capire. Scrivere in italiano ed essere credibili. Fu un momento importantissimo, una congiunzione astrale davvero unica. Cambiò tutto nel giro di pochi mesi. C’era la voglia di cercare un dialogo più forte con il pubblico e di affrancarsi da certi cliché. Le Major intuirono che valeva la pena investire in questo sottobosco musicale che era davvero maturato perché i nostri messaggi potevano arrivare a un pubblico più vasto e soprattutto pronto: tutto questo creò un effetto deflagrante. Da qualche centinaio di persone, in brevissimo tempo diventarono migliaia che cantavano insieme a noi le nostre paure e i nostri sogni. Un’esperienza pazzesca”.