Donadoni, Tardelli, Moro, Lupo-Nicolai e gli atleti del Refugee Olympic Team stelle del 40° Premio Sport Civiltà di Parma
Nella manifestazione organizzata dalla Sezione di Parma dell’Unione Nazionale Veterani Sportivi, riconoscimenti anche per Guido Barilla, Franco Chimenti, Guido Meda, Federico Morlacchi e Luca Barbarossa.
Il Premio Sport Civiltà non poteva festeggiare in maniera migliore il suo 40° compleanno, con un’altra bella edizione nel nome grandi valori dello sport in un grande palcoscenico come il Teatro Regio di Parma. Anche quest’anno sono stati molti i grandi personaggi sportivi del presente e del passato, autorevoli dirigenti ed importanti firme del giornalismo. Una serata ricca di emozioni, storie, racconti e grandi imprese, condotta dai giornalisti Massimo De Luca e Francesca Strozzi ed affidata alla regia di Marco Caronna.
PREMIO AMBASCIATORE DELLO SPORT
Particolarmente emozionante è stata l’attribuzione del Premio ‘Ambasciatore dello Sport’, assegnata quest’anno al Refugee Olympic Team e consegnata ad uno dei suoi componenti, il maratoneta Yonas Kinde. Kinde, introdotto dalle suggestive immagini del gruppo di 10 atleti che ha partecipato alle Olimpiadi di Rio, è apparso subito felice quanto emozionato per questo riconoscimento: “Grazie agli organizzatori per questo premio, che mi fa sentire un atleta ed un essere umano rispettato. I rifugiati non avevano casa, non avevano squadra non avevano inno. Grazie al CIO ed al suo presidente Thomas Bach ci hanno dato tutto questo ma non solo: ci hanno ridato anche i nostri sogni. Questo ringraziamento non è solo da parte del Refugee Olympic Team, ma anche dai 65 milioni di rifugiati che fuggono da guerre, occupazioni e persecuzioni”. Particolarmente emozionato anche il presidente UNVS Parma, Corrado Cavazzini, che gli ha consegnato personalmente il trofeo: “Siamo orgogliosi di aver allargato ulteriormente i valori dello sport, attraverso queste belle testimonianze di civiltà e solidarietà”.
UNA VITA PER LO SPORT
Un premio all’insegna del calcio di alto livello, e di grandi nomi che hanno fatto la sua storia.
Roberto Donadoni, colonna del grande Milan di Sacchi e Capello e della Nazionale azzurra e poi allenatore di alto livello, è ancora molto amato a Parma per non aver abbandonato la squadra che guidava, due anni fa, nonostante il fallimento della società: “E’ stata un’esperienza amara, ma che mi ha fatto anche capire il grande valore di tante persone e di questa città nell’adoperarsi per tentare di salvare e poi far rinascere quello che è un patrimonio di tutti. Non potrò mai dimenticare il mio periodo a Parma, anche perché qui è nata mia figlia che proprio oggi compie tre anni. Con questo premio, oggi festeggeremo due volte”.
Un’altra icona del calcio azzurro, campione del mondo del 1982 arricchito dal famosissimo goal da fuori area, ha arricchito il parterre di premiati del Teatro Regio. Marco Tardelli, centrocampista della Juventus e della Nazionale azzurra, ha ripercorso i tanti momenti belli della sua carriera, soffermandosi sulle tante figure che più hanno caratterizzato la sua carriera come il presidente della Juventus Giampiero Boniperti e l’allenatore dell’Italia Campione del Mondo 1982, Enzo Bearzot caratterizzato la sua carriera. “E una volta ho pure dovuto marcare Donadoni, è stato difficilissimo!” ha infine esclamato Tardelli.
PREMIO SPORT E LAVORO
Sport è una parola ricorrente nella vita di Guido Barilla e della sua famiglia: “Sono nato nello sport e ne ho fatti un po’ di tutti: dal calcio allo sci, dall’atletica al motocross fino al golf che è la mia grande passione attuale. Lo sport è stato ed è tuttora una parte fondamentale della mia vita, dove si incontrano persone straordinarie che mi hanno insegnato moltissimo. Lo sport dev’essere sempre un messaggio positivo, ed è anche per questo che la nostra azienda ha sempre investito tantissimo nel binomio tra sana alimentazione e attività fisica” “Come dirigente – ha proseguito Barilla – siamo impegnati nella rinascita del Parma Calcio, società gloriosa che merita palcoscenici importanti. Ce la metteremo tutta”.
PREMIO ATLETA DELL’ANNO
“Noi bergamaschi siamo tenaci, ne parlavo proprio con il mio concittadino Roberto Donadoni”. Non poteva essere altrimenti, per Simone Moro, per resistere ai 58 gradi sotto zero del Nanga Parbat, sua ultima montagna da più di 8000 metri scalata. L’alpinista, unico nella storia ad aver scalato in inverno quattro vette da oltre 8000 metri, ha però ammonito di come “La montagna dev’essere rispettata, non è solo turismo. Lo scarso rispetto si rischia di pagarlo con la vita. Questo mi ha portato a fare cose nuove: ho deciso di prendere il brevetto da pilota di elicottero per mettermi a disposizione, quando non sono a scalare montagne, per il salvataggio di persone che si possono trovare in difficoltà sulle montagne. Noi italiani, quando si parla di avere cuore, non siamo secondi a nessuno”.
Il premio Atleta dell’Anno è andato anche ad una coppia che ha fato sognare i tifosi azzurri nell’estate olimpica di Rio de Janeiro: Daniele Lupo e Paolo Nicolai, azzurri del beach volley che hanno conquistato una prestigiosa medaglia d’argento alle Olimpiadi. “Giocare a beach volley a Copacabana, contro il Brasile padrone di casa e con quel pubblico – hanno dichiarato i due giocatori – è stato un momento storico e indimenticabile. Anche se abbiamo perso è stata una grande emozione e così possiamo dire ‘noi c’eravamo’”.
PREMIO SPORT PARALIMPICI
C’è stata grande emozione nel rivedere le immagini delle sue imprese in piscina alle Paralimpiadi di Rio 2016, che gli hanno fruttato una medaglia d’oro e tre d’argento, dopo i tre bronzi vinti a Londra 2012. Federico Morlacchi è senza dubbio una delle star del movimento paralimpico, e di tutto il Teatro Regio: “Rio è stata una piacevolissima scoperta – queste le sue parole – da come sembrava alla vigilia disastrosa tra ritardi, Zika e scarsa organizzazione, invece è stata memorabile non solo per le medaglie vinte ma anche per l’atmosfera e la grande passione del pubblico”. “Non sono tanto importanti le medaglie paralimpiche – ha poi proseguito Morlacchi – quanto il calore di tanta gente che ci ha supportato e ci ha seguito”.
PREMIO SPORT SOLIDARIETA’
Dopo aver deliziato il pubblico cantando due dei suoi più grandi successi (Via Margutta e Portami a Ballare) Luca Barbarossa ha ricevuto il Premio Sport Solidarietà in qualità di capitano della Nazionale Cantanti, che dalla sua nascita ha raccolto più di 90 milioni di euro destinati a vari progetti di solidarietà. Barbarossa ha ricevuto il premio direttamente dalle mani del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti.
PREMIO DIRIGENTE SPORTIVO
Non voleva mancare per nessun motivo, per cui è rientrato anzitempo da un viaggio di lavoro a Dubai per poter essere a Parma e ritirare il premio Dirigente Sportivo. Franco Chimenti, presidente della Federazione Italiana Golf, è colui che più si è battuto per portare in Italia nel 2022 la prestigiosa Ryder Cup: “Abbiamo fatto una grande cosa per il nostro sport e per il nostro paese. La Ryder Cup sarà un evento che porterà in Italia non solo un grande indotto economico, ma anche tanto entusiasmo e interesse”.
PREMIO STAMPA E TELEVISIONE
Il premio stampa e televisione è stato assegnato quest’anno al giornalista, vice direttore di Sky Sport e voce del motociclismo Guido Meda: “Bello ricevere un importante riconoscimento come questo. Spero di continuare a raccontare di moto e di sport in generale per lungo tempo, e sempre con questa passione”.
Alla fine della serata è poi stato consegnato un Premio speciale a Vittorio Adorni, grande campione del ciclismo del passato e presidente della giuria del Premio Sport Civiltà. Una cerimonia a sorpresa quando gradita ed emozionante in occasione dei 40 anni del premio.
fotografie di Marco e Luigi Vasini