Un solo litro di olio può inquinare 1.000.000 di litri di acqua, quantità contenuta in una vasca di 50 m x 25 m profonda 80 cm, o in un pozzo del diametro di un metro e profondo 13 km e che i liquidi conseguenza di 500.000 incidenti possono inquinare, se non recuperati, 1.700.000.000 mc di acqua, praticamente il volume pari a tre volte quello del lago Trasimeno. Inoltre, sono oltre 1,3 milioni i morti sulle strade di tutto il mondo e oltre 50 milioni di incidenti gravi ogni anno. Negli ultimi anni l’aumento di incidenti stradali mortali è stato del 65% e si stima che entro il 2030 questa sarà una delle prime 5 cause di morte a livello mondiale. Senza interventi mirati nel 2020 le morti a livello mondiale causate da incidenti stradali saranno circa 1,9 milioni all’anno.
Il testo sottoscritto dai 195 Stati rappresentati alla conferenza Cop21 per l’ambiente si può considerare a tutti gli effetti una prodezza diplomatica senza precedenti nella lunga lista delle conferenze internazionali sull’ambiente dopo Stoccolma 1972. Ma anche se il presidente della Cop21, Laurent Fabius, ha dichiarato che l’accordo finale sul cambiamento climatico “costituisce il miglior equilibrio possibile e permetterà a ogni delegazione di rincasare a testa alta, con un’esperienza importante”. Alla fine c’è ancora molto da fare per quanto riguarda l’inquinamento che deriva dagli incidenti stradali, aspetto questo non preso in considerazione dal progetto europeo. Si calcola, a tale proposito che l’inquinamento delle acque superficiali e di falda in Europa sia pari al contenuto di 50 laghi di Como, oltre le svariate tonnellate di rifiuti solidi non biodegradabili (plastiche, vetri, metalli, ecc). Il dato arriva da uno studio di Sicurezza e Ambiente, società leader nel settore del ripristino stradale post-incidente: estrapolando i valori determinati per l’Italia, al recupero ed allo smaltimento di liquidi per una quantità pari a 1.675.000 /0,13 = 12.884.000 litri di liquidi evitando l’inquinamento delle acque superficiali e di falda per un totale di 12.884.000 x 1.000.000 = 12.884.000.000.000 litri pari a 12.884.000.000 mc .
Da uno studio preventivo è emerso che per raggiungere gli obiettivi sulla Sicurezza Stradale nell’area della UE28, è necessaria una rete di circa undicimila centri operativi in grado di intervenire sugli incidenti stradali per il ripristino della sicurezza stradale ed il reintegro delle matrici ambientali entro massimo 25 minuti dalla richiesta dell’intervento. L’investimento complessivo relativo per la realizzazione dell’intero progetto da destinare alle singole Nazioni per attrezzare le rispettive reti di operatori è stata valutata in 65 milioni di euro di imponibile.
Considerare che gli incidenti stradali rappresentano una, se non la più importante causa di morti accidentali nella Unione Europea, e che comportano come effetto collaterale un danno inestimabile per la matrice ambientale, da quanto precedentemente esposto emerge chiaramente che l’applicazione del modello italiano su tutti gli Stati dell’Unione, porterebbe nell’arco massimo di 2 anni a ridurre la quota dei morti di circa 1800 unità e quella dei feriti di circa 100.000 unità, corrispondenti al 5,5 % di riduzione rispetto ai dati ad oggi registrati, con una notevole accelerazione nel raggiungimento dell’obiettivo prefissato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e la Commissione Europea per il decennio 2011-2020.
E non solo: questa strategia porterebbe anche a preservare l’Ambiente e la salute dei Cittadini recuperando e smaltendo circa 15.000.000 di litri di liquidi e 1.000 tonnellate di residui solidi, altrimenti abbandonati al suolo a seguito d’incidente.
Dai dati raccolti in sei anni di attività sul campione di 180.000 incidenti in cui sono intervenuti i centri operativi di Sicurezza e Ambiente, si è riscontrato che in media vi è stato uno sversamento di circa 1,5 litri nel 50% dei casi, di 4,0 litri nel 30% dei casi e di 7,0 litri nel restante 20%. Estrapolando questi valori sui 500.000 incidenti con sversamento stimati (di cui 181.227 rilevati dalle Forze dell’ordine) si può quantificare la quantità di liquidi rilasciati sulla sede stradale in: V = 500.000 x (0,50 x 1,5 + 0,30 x 4,0 + 0,20 x 7,0) = 1.675.000 litri.
Valore questo compatibile con i dati del Ministero dell’Ambiente che ha valutato in 8.000.000 di litri la quantità di liquidi inquinanti sversati al suolo a seguito di incidente. Naturalmente nel dato fornito dal Ministero dell’Ambiente sono comprese anche quantità di liquidi non riconducibili ad incidenti tra autovetture.
È lecito considerare gli incidenti stradali uno dei più gravi problemi di inquinamento. Facendo le dovute proporzioni questo accade in tutti i paesi industrializzati o in fase di industrializzazione.
“Pertanto – spiega Angelo Cacciotti, Direttore Ricerca e Sviluppo Sicurezza e Ambiente – il mancato recupero degli oli o liquidi sversati a seguito di incidente stradale comporta un danno di grandi proporzioni sia per la piattaforma stradale che perde la sua capacità drenante diventando causa di altri incidenti in tempi futuri anche lontani, sia per la matrice ambientale. Infatti se si pensa che un solo litro di olio può inquinare 1.000.000 di litri di acqua, quantità contenuta in una vasca di 50 m x 25 m profonda 80 cm, o in un pozzo del diametro di un metro e profondo 13 km e che i liquidi conseguenza di 500.000 incidenti possono inquinare, se non recuperati, 1.700.000.000 mc di acqua, praticamente il volume pari a tre volte quello del lago Trasimeno si ha una idea del danno che deriva alle acque superficiali ed alle falde acquifere. (il lago Trasimeno ha una superficie di circa 128.000.000 m2 e una profondità di circa 4.5 m…)”.
Interventi che Sicurezza e Ambiente S.p.A. mette in essere a seguito d’incidente. Non deve essere dimenticato che questi interventi, sia in Italia che in tutte le nazioni Europee, sono resi da Sicurezza e Ambiente S.p.A. senza costi per la Pubblica Amministrazione e per i cittadini. I costi sono messi a carico della Compagnia di Assicurazione del civilmente responsabile.
“Non voglio stare qui a lodare l’operato di Sicurezza e Ambiente – continua Cacciotti – ma non si può in ogni caso evitare di sottolineare che l’azienda con la sua struttura, composta da oltre 600 centri operativi su tutto il territorio nazionale, con le sue attrezzature per il ripristino della sicurezza della strada post incidente, ha contribuito in Italia a ridurre gli incidenti stradali causati dalla presenza di liquidi e detriti sul manto stradale, a preservare l’ambiente e la salute dei Cittadini recuperando e smaltendo i rifiuti abbandonati al suolo a seguito d’incidente. I lusinghieri risultati sono stati raggiunti grazie alla capillare presenza di Sicurezza e Ambiente su tutto il territorio nazionale ed alla sinergia con Pubblica Amministrazione, Cittadini, Compagnie Assicurative”.
Per questo Sicurezza e Ambiente, constatato che il mercato non offriva attrezzature adeguate al raggiungimento dei propri obiettivi, ha scelto di realizzarle in proprio. A tal fine ha costituito un gruppo di ricerca e studio che ha portato alla ideazione, progettazione e costruzione di una serie di 25 dispositivi ed attrezzature specifici per ripristinare la sicurezza della strada. Sicurezza e Ambiente, operando quotidianamente su strada in presenza di idrocarburi sversati, per garantire la totale assenza di pericolo di deflagrazione, ha ideato, brevettato e realizzato in house un modulo oleodinamico in grado di consentire l’efficace pulizia della strada in conformità alle vigenti normative in materia di sicurezza dei lavoratori, denominato Genius. Questi dispositivi, tutti regolarmente coperti da brevetti internazionali, sono in grado di portare a termine le operazioni di ripristino della viabilità in tempi molto brevi.
ufficio Stampa