Sfida al Centro sportivo dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle (Bracciano)
Sport ed etica: al via il quadrangolare del calcio “pulito”
Il 10 ottobre sfida tra Forze Armate e seminaristi di Collegi e Università pontifici
È previsto alle 14 di sabato 10 ottobre il fischio di inizio della VI edizione di “Un altro calcio è possibile”, il torneo quadrangolare tra le Forze Armate e una rappresentativa di seminaristi e sacerdoti dei Collegi e delle Università pontifici. Sul campo del Centro sportivo dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle (Bracciano – Via Circumlacuale, 41) l’Aeronautica Militare, l’Esercito Italiano, la Guardia di Finanza e la Top C.U.P. si fronteggeranno in una sfida calcistica all’insegna del fair play: rispetto per i compagni di squadra, per l’avversario e per le regole del gioco saranno la base per uno scontro all’ultimo gol, ma tra amici.
Per l’occasione, le squadre saranno guidate da celebri allenatori: Franco Colomba per l’Aeronautica Militare, Federico Balzaretti per l’Esercito Italiano, Nando Orsi per la Guardia di Finanza e Felice Pulici per la Top C.U.P.
Programma
La conferenza stampa di presentazione, nel corso della quale interverranno i rappresentanti e gli allenatori delle squadre, avrà inizio alle 11. Dopo un lunch leggero per non appesantire i giocatori, alle 14 avrà inizio il torneo, che prevede quattro partite da 30 minuti. In caso di parità, al termine dei minuti regolamentari si procederà ai calci di rigore. Le prime squadre a scendere in campo, alle 14, saranno l’Aeronautica Militare e la Top C.U.P; poi sarà il momento, per la Guardia di Finanza, di sfidare l’Esercito Italiano. Alle 15.20 avrà luogo la semifinale e infine, alle 16, si disputerà la finale. La premiazione è prevista per le 17.
Un bus navetta gratuito, messo a disposizione dall’Aeronautica Militare, partirà alle 9.30 dal Terminal Gianicolo. È necessaria prenotazione.
L’evento, patrocinato dalla Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport e dall’associazione Effemeridi, si realizza grazie al contributo di Unipolsai, Bouty, Allianz Global Investors, Finanza Italia e Valore. Sponsor tecnico di questa edizione è Macron.
GLI ALLENATORI
Franco Colomba (Aeronautica Militare)
Centrocampista grossetano con radici in Calabria, inizia la carriera indossando la maglia del Bologna. Convocato in nazionale nell’81, conclude la sua carriera da giocatore nel ‘90, col Modena. Dalla stessa squadra riparte come allenatore: Reggina, Napoli, Parma saranno alcune delle sue tappe prima di approdare al club indiano del Pune City.
“Mi piace l’idea di tornare in panchina, e mi piacciono manifestazioni come ‘Un altro calcio è possibile’, che portano sempre qualcosa di positivo e finalizzano l’impegno collettivo a uno scopo concreto. La società oggi non aiuta a credere in determinati valori: ma dentro ciascuno di noi c’è un idealista che crede che con un piccolo esempio ci si possa comportare diversamente. Rispettare principi e valori etici dovrebbe essere normale, lo sport dovrebbe essere questo. Purtroppo il calcio in modo particolare si fa trascinare in problematiche che non dovrebbero riguardarlo: tornei amichevoli del genere servono a questo, a richiamarci al nostro dovere”.
Felice Pulici (Top C.U.P.)
Storico portiere della Lazio dal 1972 al 1977, il brianzolo contribuì alla vittoria dello scudetto sotto la guida di Tommaso Maestrelli nel 1974. In totale ha difeso la porta biancoceleste per 202 partite, diventando una bandiera del club. Nella Lazio è stato anche allenatore nel settore giovanile e ha ricoperto diversi ruoli dirigenziali. Partecipa al torneo “Un altro calcio è possibile” dalla sua istituzione.
“Sono una presenza costante, in questo torneo, perché ritengo che questi temi vadano continuamente rilanciati, dal momento che nel calcio i guai, le difficoltà e i comportamenti illegittimi continuano a esserci. Il quadrangolare è un momento di grande riflessione per tutti affinché si arrivi quanto prima ad avere dei comportamenti trasparenti, che ci riportino ai veri valori non solo nello sport ma nella vita. Lealtà, correttezza, probità, e rettitudine: sono questi i presupposti dello sport, che poi sono i valori che valgono nella vita di tutti i giorni. Qui scendono in campo squadre che rappresentano le nostre colonne della società: è un fatto fondamentale per indicare che certe regole valgono davvero ovunque”.
Federico Balzaretti (Esercito italiano)
Classe ‘81, cresce nel Torino e, dopo alcune esperienze nella Juve, nella Fiorentina e nel Palermo, approda alla Roma, dove gioca come difensore. Si ritira dal calcio giocato nell’agosto di quest’anno, ed entra a far parte della dirigenza del club giallorosso.
“Questi progetti sono belli per il loro significato. Io credo che un altro calcio sia possibile soprattutto per quello che riguarda i giovani: a loro possiamo sperare di trasmettere valori nuovi, che non rimangano lettera morta. Il nostro grande impegno è investire su questi ragazzi, valore aggiunto del nostro futuro, perché sono coloro che faranno il calcio del 2020. Progetti del genere sono a lunga scadenza, per disegnare un calcio giovanile con valori sani, in cui si predilige soprattutto l’aspetto ludico, dove il risultato non è da mettere in primo piano ma va inquadrato come conseguenza del lavoro fatto: il risultato sportivo, soprattutto nel settore giovanile, non ha valore, valore è costruire persone. Il calcio dev’essere un mezzo, qualunque cosa i giovani decideranno poi di fare nel loro futuro”.
Nando Orsi (Guardia di Finanza)
Romano ed ex portiere, nell’82 la Lazio lo acquista per sostituire tra i pali Felice Pulici. Non lascerà mai la maglia biancoceleste se non per una breve avventura aretina. Vice allenatore della Lazio e dell’Inter assistendo Roberto Mancini, nel 2007 viene ingaggiato dal Livorno. Dopo l’ultima esperienza sulla panchina della Ternana, entra a far parte della scuderia di Mediaset Premium come commentatore delle partite di calcio. Ha già partecipato al torneo “Un altro calcio è possibile” nel 2012.
“Sono i valori quelli che contano, e partecipo volentieri a un torneo simile. Il calcio è un gioco dove per prima cosa serve avere la cultura della sconfitta, non solo quella della vittoria. Occorre sapere perdere e battere le mani all’avversario. Se ci si arrabbia, il risultato non cambia: impegnarsi di più nel prossimo match è l’unica cosa che conta”.
Ufficio Stampa
Lorena Leonardi