“GADDY MI HA DETTO: DEXTER, CON NOI TI DIVERTIRAI”
di Marco Tarozzi
Dexter Pittman si è preso finalmente qualche giorno di riposo. E’ ancora a Porto Rico, dove ha concluso da un paio di giorni la sua esperienza nei playoff del massimo campionato con la canotta dell’Atleticos San German. La sua squadra ha incrociato nei quarti di finale i campioni in carica, i Leones de Ponce, finendo sconfitta per 4-1. Il nuovo centro di Obiettivo Lavoro ha comunque fatto la sua parte: anche venerdì scorso, nell’ultima gara vinta dai Leones 75-72, ha segnato 15 punti e catturato 16 rimbalzi in 37 minuti passati in campo. E più in generale, questa sua seconda esperienza nella Puerto Rican BSN League gli ha fruttato un percorso da 16.3 punti, 10.9 rimbalzi e 1.6 assist per gara in 15 apparizioni.
Adesso è il momento di tirare il fiato. E di ricaricare le pile in vista della sua nuova avventura in Italia.
“Sì, non vedo l’ora che arrivi quel momento. Anche perché nel frattempo ho avuto modo di documentarmi su Bologna e sulla Virtus. Me ne ha parlato al telefono Abdul Gaddy, proprio mentre la trattativa era in corso. Tempo fa ho conosciuto suo fratello Donald, che ha fatto da tramite. Le sue parole sono state importanti: mi ha detto che arriverò in una grande società, mi ha parlato dello staff tecnico e dei compagni di squadra, di una tifoseria che ti sospinge e ti fa moltiplicare le forze. E mi ha raccontato della città, bella e al tempo stesso tranquilla. Insomma, mi ha fatto capire che stavo facendo la scelta giusta perché Bologna è un gran bel posto per giocare a basket”.
Non sarà stato il solo. Sappiamo che ha già parlato anche con Giorgio Valli.
“Sì, e il coach mi ha confermato che mi seguiva da tempo, e che un giocatore con le mie caratteristiche è proprio quello che gli occorre per il tipo di basket che ha in mente. Sapere che stai andando in un posto dove ti aspettano perché ti ritengono la persona giusta per un certo progetto ti da una carica ulteriore. Sono pronto a mettermi in gioco”.
Arriva a Bologna un giocatore che ha infilato al dito un anello Nba. Cosa si porta dentro di quell’esperienza?
“Tutto, perché è stata ovviamente la più grande soddisfazione della mia carriera. Anche se non voglio prendermi più meriti di quelli che effettivamente ho, i campioni erano altri. In quella squadra io ero un outsider, ancora giovane perché ero uscito dal draft l’anno precedente. Ho fatto la mia parte, quando mi è stato chiesto. Ma alla fine, è vero, ho indossato l’anello alla mia seconda stagione Nba, e questo è stato fantastico”.
Dice che i campioni erano altri in quel gruppo. Gente come LeBron James, come Wade e Bosh. Cosa le hanno insegnato?
“Tanto. Se hai la fortuna di giocare accanto a giocatori così, devi sfruttarla. Un’esperienza che mi ha aiutato a crescere”.
Da questa parte dell’oceano ha già conosciuto il campionato turco. Cosa si aspetta dalla sua avventura in quello italiano?
“Molto. So che è una bella vetrina, e che arrivo in una squadra con tanta storia e trionfi alle spalle. Motivo in più per cercare di dare il massimo fin da subito”.
Il suo capitano sarà Allan Ray, che ha giocato in Nba a Boston. Lo conosce?
“Non personalmente, non ci siamo mai incontrati. Ma ho sentito parlare di lui da molti, non a caso. E’ considerato un giocatore di grande esperienza, e per guidare un gruppo giovane quello che occorre è un leader esperto”.