Raffaello Pellegrini tra passato, presente e futuro
Le DiMedia Aquile entrano nell’ultima parte della stagione agonistica 2014 e la società estense è sempre più protagonista di molteplici attività. Per fare un primo bilancio di questa annata abbiamo incontrato Raffaello Pellegrini, che di questo progetto articolato è stato il promotore e ne è il motore entusiasta.
Raffaello coniuga un’importante e impegnativa esperienza professionale, che lo vede AD di NaturHouse Italia, con un altrettanto significativo impegno sportivo e di integrazione con il territorio che lo vede Presidente della Polisportiva ProSport Estense, che ha come obiettivo quello di promuovere e sostenere il movimento di vertice dello sport ferrarese facendo sinergia. Ma la passione di Raffaello parte da lontano: prima una intensa esperienza sportiva come giocatore delle Aquile dal 1986 al 1993; poi giocatore e allenatore di livello nazionale di flag football; ed infine oggi General Manager delle DiMedia Aquile.
Cosa, negli anni, ti ha spinto ad un impegno così significativo nel mondo delle Aquile?
“Il football americano non è una passione, ma una vera e propria malattia indebellabile che mi affligge da ben prima del 1986, anno in cui incominciai con la formazione giovanile delle Aquile, i Duchi, falsificando la firma dei genitori pur di poter giocare. Da quando, nel 2005, sono rientrato in Italia e fino all’anno scorso mi sono ‘curato’ giocando a flag; oggi che l’inevitabile decadimento fisico e una agenda di lavoro sempre più congestionata mi tolgono qualsiasi possibilità di allenarmi, ho pensato di appendere le scarpe al chiodo e di mettere le mie capacità manageriali al servizio della squadra, riportandola sul palcoscenico che merita”.
Ti aspettavi di sviluppare così tanti fronti all’interno del sodalizio estense, dal flag nelle scuole, alla ricostruzione del settore giovanile, fino alla creazione del gruppo delle cheerleader?
“La nascita quasi ‘spontanea’ delle Swans, il gruppo di cheerleaders che ha esordito ufficialmente quindici giorni fa, testimonia come riposizionando la squadra agli occhi dell’opinione pubblica con un progetto ambizioso, Super Bowl e IFL, la sua attrattività aumenta esponenzialmente: c’è voglia di partecipare, e così si avvicinano all’ambiente tante persone che fino a pochi mesi fa non avevano neanche visto una partita di football. Diverso il discorso per il flag U13, team molto competitivo formato da numerosi figli di ex giocatori storici delle Aquile: una naturale prosecuzione di un lavoro di educazione allo sport iniziato 35 anni fa da Giulio Felloni e che oggi sono orgoglioso di portare avanti, conscio di quanto il football sia stato anche per me importante nel processo di crescita sportiva e relazionale”.
A che punto pensi sia il progetto che avevi in mente quando sei partito con questa avventura?
“Stiamo parlando di un progetto triennale, che prevede la salvezza in questa stagione – pratica che dovrebbe essere ormai archiviata grazie alla bellissima vittoria di domenica contro i Briganti –, avere un record vincente nella prossima, e battersi per la corsa al Super Bowl nel 2016. Direi che stiamo rispettando la tabella di marcia, anche se il cammino è molto più duro del previsto e soprattutto mi sta portando via troppo tempo, che non ho, cosa che sinceramente non avevo messo in preventivo. Per questo motivo per il 2015 stiamo pensando di potenziare il team non solo in campo, ma soprattutto fuori, sul piano gestionale”.
Cosa potrà dare il prosieguo del campionato delle Aquile?
“Due dei prossimi 3 impegni in campionato saranno proibitivi, dovendo affrontare le finaliste dello scorso anno; d’altro lato, le Aquile potranno giocare senza pressioni, solo per arricchire il proprio bagaglio d’esperienza. La partita di Torino di sabato 14 giugno potrebbe invece rappresentare la ciliegina sulla torta, sperando magari di ritrovare in campo i nostri due stranieri, oggi entrambi KO per infortunio”.
Molto altro però bolle in pentola…
“Il Super Bowl sarà un appuntamento importante. Ci consentirà di consolidare la nostra fama di bravi organizzatori, rinfrescata di recente con la partita contro il College Americano di OWU per celebrare i 35 anni di attività, ma sarà fondamentale anche per fare cassa e per alimentare il progetto. Vogliamo continuare a investire sul Mike Wyatt Field, un impianto già oggi invidiato da molte squadre avversarie, strumento indispensabile per continuare a far crescere i nostri giovani. Quanto alle nostre ragazze, mi auguro con tutto il cuore che possano essere protagoniste in campo nel primo weekend di luglio quando Ferrara sarà ancora una volta la capitale indiscussa del football in Italia”.
Mentre quali le prospettive per la prossima stagione?
“Non possiamo che migliorare perché i nostri giocatori, la cui età media è di gran lunga la più bassa di tutto il campionato, avranno un anno di esperienza IFL in più, così come coach Gunn non dovrà più partire da zero. Senza lo scotto del noviziato non avremmo probabilmente perso le due partite che abbiamo visto sfuggire nel finale. Inoltre i molti rookie potranno continuare a migliorarsi allenandosi in autunno con i Duchi, in modo da poter essere ancora più competitivi nel 2015. Certamente qualche altro giocatore non ferrarese ci chiederà di essere tesserato per le Aquile: perché vorrà competere ad alto livello, e perché ormai si sta spargendo la voce di quanto si stia bene all’interno della nostra famiglia”.
Se, come diceva Henry Fors, l’entusiasmo è alla base di tutti i progressi, molti si attendono in casa Aquile!
Ufficio Stampa