Giovanissima ma con già tanta esperienza alle spalle. Ventuno anni compiuti da poco. Barbara Benedetti nasce con il pallone tra i piedi, cresce con un‘ unica passione : il Milan. Comincia per gioco all‘ oratorio, disputa qualche anno nella San Paolo Vasto, si trasferisce a Bologna e veste i colori dell’Imolese. Ora è al secondo anno consecutivo con la Femminile Chieti. Dice di essere spontanea, forse troppo, e per questo o la si ama o la si odia!
Parlaci di come ti sei avvicinata al calcio e raccontaci la tua esperienza.
Ho iniziato a dare i primi calci al pallone in casa, per strada, all’oratorio, insomma dove capitava. Sono sempre stata un’amante di questo sport, ma prima di iniziarlo a praticare seriamente sono passati diversi anni. Difatti ho iniziato la mia “carriera” a 14 anni a Vasto marina, in una squadra di esordienti 7×7 misti. L’anno dopo sono passata alla San Paolo calcio Vasto femminile e lì ho giocato per 4 stagioni, in cui abbiamo vinto il campionato di C nel 2010 e raggiunto due volte la finale di Coppa Abruzzo perdendole entrambe. Inoltre per tre anni di seguito sono stata chiamata in Rappresentativa. L’anno successivo, per l’università, mi sono trasferita a Bologna e ho giocato nell’Imolese, in serie A2. E’ stato l’anno del salto di categoria, tanto difficile quanto costruttivo. Ho giocato sia in prima squadra, ottenendo il quinto posto in classifica, che in primavera (under 19) vincendo il campionato regionale. Nella fase nazionale ci siamo scontrate con il Firenze e lì è finita la nostra esaltante stagione calcistica. In estate per diversi motivi sono tornata a vivere a Vasto, mi sono iscritta all’università a Chieti e ho iniziato a giocare in questa squadra.
In che ruolo giochi? In che ruolo ti piacerebbe giocare e perchè?
Da quando sono arrivata al Chieti gioco mezz’ala sinistra, ruolo tutto nuovo per me, ma che sto cercando di imparare allenamento dopo allenamento. In passato ho giocato come esterno sia di centrocampo che d’attacco. Al momento non saprei dire in che ruolo preferisco giocare, l’importante è farlo e bene. L’unica cosa che posso dire è che un giorno mi piacerebbe riprovare a giocare esterno d’attacco perchè ritengo sia stato il ruolo in cui mi sono espressa meglio.
Dopo un anno nel quale hai giocato nell’Imolese cosa puoi raccontarci di questa esperienza? Differenza tra il calcio nel nord Italia e qui in Abruzzo. Cosa manca in Abruzzo?
Bhè, dell’esperienza all’Imolese avrei da dire molto! E’ stata fantastica, nonostante le molte difficoltà date da un ambiente del tutto nuovo, modi di fare e pensare differenti; è stato un anno costruttivo che mi ha aperto gli occhi su diversi aspetti della mia vita. A livello calcistico c’è una differenza abissale tra il nostro calcio e quello del Centro-nord. Lì si cerca di vivere da “professionisti”, le squadre hanno un settore giovanile invidiabile: si parte dalle pulcine fino ad arrivare alle prime squadre. Penso che queste enormi differenze siano dovute ad aspetti economici in primis e poi di mentalità. In Abruzzo in particolare, i fondi economici sono scarsi (non a caso l’anno in cui vincemmo il campionato con la San Paolo Vasto non ci potemmo iscrivere al campionato di B) e, a mio parere, non c’è una mentalità di chi vuol cambiare. Non si prendono iniziative o, se ci sono, non vengono seguite.
Incontri difficoltà nel conciliare studio e allenamenti?
Quattro giorni su sette parto da Vasto per venire a fare allenamenti e partite, senza contare che durante la settimana ho anche le lezioni all’università. Vi sono giornate in cui esco alle 7 la mattina con il borsone, vado a lezione e poi allenamento, per tornare a Vasto in tarda serata. Sicuramente rispetto ad altre mie compagne di università ho meno tempo da trascorrere sui libri, ma penso che organizzando in modo giusto gli orari e i vari impegni, si possa fare tutto.
Che persona sei in campo e fuori dal campo?
In campo mi sento un’operaia, cerco di lavorare per la squadra e di dare tutto. Sono consapevole dei miei limiti, non sono la fuoriclasse che cambia la partita, ma il cuore ce lo metto sempre. Fuori dal campo sono una di quelle ragazze che o piace o non piace. Dico sempre quello che penso e spesso proprio per questo risulto antipatica, ma chi mi sta vicino può confermare che so far divertire e sorridere. Amo stare in compagnia dei miei amici e del mio ragazzo per farci due chiacchiere e bere qualcosa insieme.
Barbara in una parola è ….spontanea!
Cosa fa la differenza in una squadra di calcio femminile secondo te?
Penso che la differenza maggiore la faccia il gruppo. In una squadra femminile un gruppo compatto può dare tanto sia dentro che fuori dal campo. Se ci dovessero essere degli screzi tra noi tutto andrebbe a ripercuotersi in campo. Sapete come siamo fatte noi donne!!
Domenica avete vinto 5-2 contro il Fiano Romano e tu hai esordito nel ruolo di terzino sinistro. Raccontaci quali sono state le tue impressioni (sia per quanto riguarda il ruolo che hai rivestito sia sulla partita in generale!)
Per quanto riguarda la partita, il pallino del gioco l’abbiamo tenuto sempre noi, concedendo ben poco al Fiano Romano; infatti i gol loro sono arrivati su una disattenzione nostra e su rigore. Abbiamo fatto una buona prova, ma le cose da migliorare sono ancora tante. Ho esordito da terzino e penso che per essere alle prime armi in questo ruolo me la sono cavata. Probabilmente ho fatto qualche errore banale, ma con l’allenamento spero di imparare ed evitarli in futuro.
Giada Di Camillo