«Sospendere tutti i campionati per ripulire il sistema calcio». «Non si è saputo isolare gli illeciti. Lavoriamo a nuova classe di dirigenti sportivi»

 

Roma, 7 giugno 2011 – «Sospendere per un anno i campionati di calcio di serie A, B e Lega pro; valorizzare le politiche sportive per lo sviluppo dei settori giovanili; delineare un nuovo modello formativo per i dirigenti e gli operatori del settore che non sia solo tecnico-manageriale ma che faccia riscoprire l’umano dentro la pratica sportiva; promuovere l’azionariato popolare, affinché i tifosi possano diventare titolari di quote della propria squadra; riportare le famiglie allo stadio, facendo rientrare il gioco del calcio all’interno del vasto mondo del tempo libero». Queste le risposte che il presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport, Edio Costantini, propone per riequilibrare il sistema del calcio italiano, scosso dallo scandalo delle scommesse e delle partite truccate.

 

«Quella che emerge – prosegue Costantini – è la fotografia cruda e spietata del livello di inquinamento del nostro calcio, il suo totale fallimento sotto il profilo sportivo ed organizzativo, la sua decadenza etica e morale. Il calcio italiano è da anni sulla via del declino, con modelli di business errati, stadi antiquati e mentalità ristrette. Il sistema del calcio italiano, dorato ma dai piedi d’argilla, fondato su una bolla economica, mediatica, politica, morale, è una prigione in cui sono rinchiusi tutti i suoi principali attori: giocatori, presidenti, giornalisti, tifosi».

Per affrontare il male alla radice è necessario ridefinire i quadri dirigenziali. «Il primo, vero problema da affrontare, sia nel calcio, sia nell’intero sistema sportivo italiano – spiega il presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport – è la questione dei dirigenti, che coinvolge, con riflessi diversi, anche il mondo dello sport di base. Il mondo del calcio non ha saputo in tutti questi anni isolare, denunciare e reprimere gli illeciti di cui era testimone. La crisi irreversibile che attraversa il grande circo Barnum del calcio italiano non è principalmente crisi di strutture, ma di persone e di coscienze. Si tratta allora di generare una nuova classe di dirigenti sportivi, qualificati e motivati, capaci di promuovere modelli credibili di sport educativo all’interno del tempo libero delle persone e, soprattutto, capaci di avere a cuore il destino e la vita dei ragazzi».

Come più volte sottolineato da Papa Benedetto XVI nel corso del suo pontificato, è la relativizzazione dei valori l’origine della confusione della società. «C’è bisogno – conclude Costantini – di una cultura nuova che, permeando di sé le singole coscienze individuali dei tanti operatori e dirigenti sportivi e i club nel loro insieme, sappiano esprimere una svolta radicale rispetto al costume dominante, fatto di relativismo, brama di successo a tutti i costi, di denaro e di potere».

Daniele Piccini
Ufficio Stampa

Foto Edio Costantini