L’alpinista italo-polacco Filip Babicz nei giorni scorsi ha aprteo una nuova via di drytooling estremo nella grotta Gran Borna a La Thuile (AO).
Con questa salita si chiude un altro importante capitolo dell’esplorazione di Gran Borna – il vero tempio di drytooling naturale. Babicz, che vive in Val d’Aosta da ormai 20 anni, ha iniziato a esplorare questa grotta già nel 2016, scoprendo che è l’unico posto al mondo dove le vie di drytooling raggiungono gradi estremi (fino D15+ su scala che attualmente raggiunge un massimo D16+) sviluppandosi esclusivamente sulle prese naturali della roccia e non scavate artificialmente.
La via in questione, battezzata Persefone è lunga 54 metri, con 84 prese e 145 movimenti delle braccia, una vera maratona sotterranea sulla volta della grotta. È la seconda, dopo Ade Integrale, liberata sempre da Babicz nel 2019, che percorre l’intero soffitto. Entrambe le vie iniziano insieme nel punto più basso della grotta per dividersi pochi metri dopo: Ade attraversa la volta verso sinistra, Persefone prosegue nel lunghissimo traverso verso destra. Le due vie attraversano per decine di metri le pareti opposte della grande sala per congiungersi di nuovo a pochi metri dalla fine. Così, dalle due vie, si è creato un enorme circuito, lungo circa 100metri.
Persefone è stata liberata già nel 2021 ma per la congiunzione con Ade Integrale mancava un tratto di pochi metri – appunto, l’estensione, chiodata già a dicembre 2020 – che dopo continue rotture degli appigli è diventata la sequenza più intensa di tutta la grotta. Questa caratteristica della via, i movimenti più difficili proprio alla fine, dopo 45m di scalata, ha reso la battaglia più dura del previsto.
“È da metà aprile che ci provo, ma sono sempre caduto proprio alla fine – ha commentato Babicz – Il 5 giugno grazie ad un allenamento mirato e la definizione di un nuovo metodo per affrontare il movimento finale, ispirato dallo stile del francese Gaetan Raymond, dopo 54 metri e 25 minuti di scalata sono sceso dal tetto in fondo alla grotta esattamente nello stesso punto, come 5 anni fa dopo Ade Integrale.
Dedico questa impresa a Denis Trento – ha concluso l’atleta dell’Esercito Italiano – un amico scomparso in montagna un mese fa. Lui mi ha fatto sicura sia durante la libera di Ade Integrale che su Persefone. È un duro colpo non poter condividere con lui la gioia di questa riuscita, anche se lo sento vicino e vivo nei miei pensieri e nel mio cuore”.