IL BISONTE FIRENZE 0
SAVINO DEL BENE SCANDICCI 3
IL BISONTE FIRENZE: Acciarri ne, Ribechi (L2) ne, Ishikawa 7, Leonardi (L1), Battistoni, Alsmeier 6, Cesè Montalvo 1, Lazic 2, Mazzaro 5, Graziani 7, Agrifoglio 1, Kraiduba 10, Stivrins 1. All. Parisi.
SAVINO DEL BENE SCANDICCI: Alberti ne, Herbots 11, Zhu 16, Ruddins ne, Di Iulio ne, Villani ne, Ognjenović 2, Parrocchiale (L1), Armini (L2) ne, Nwakalor 4, Washington ne, Carol 6, Antropova 17, Diop ne. All. Barbolini.
Arbitri: Piana – Saltalippi.
Parziali: 17-25, 19-25, 18-25.
Note – durata set: 26’, 26’, 26’; muri punto: Il Bisonte 2, Scandicci 9; ace: Il Bisonte 2, Scandicci 2; spettatori: 2137.
La storia si ripete, e il derby va per l’ennesima volta (19 su 20 in A1) alla Savino Del Bene Scandicci: troppo ampio il divario tecnico fra le squadre, con Il Bisonte Firenze che ci ha provato con le sue armi ma forse senza quella convinzione che si era vista per esempio dal terzo set in poi nel match vinto soltanto tre giorni fa contro Cuneo. Poco male, le partite da vincere per le bisontine saranno sicuramente altre già a partire dall’inizio del 2024, con le trasferte di Pinerolo e Bergamo: per stasera onore alle scandiccesi, trascinate dalla MVP Zhu Ting autrice di 16 punti col 55% di efficienza in attacco.
Coach Parisi schiera Battistoni in palleggio, Kraiduba opposto, Ishikawa e Alsmeier in banda, Graziani e Mazzaro al centro e Leonardi nel ruolo di libero, mentre Barbolini risponde con Ognjenović in regia, Antropova opposto, Herbots e Zhu in posto quattro, Carol e Nwakalor al centro e Parrocchiale libero.
Dal 3-2 di Ishikawa, Scandicci prende subito il largo fino al 3-7 di Zhu, con Parisi che chiama il suo primo time out, poi la stessa cinese trova il + 5 (5-10), ma qui Il Bisonte comincia a carburare, con Kraiduba che prova ad accorciare le distanze col mani-out dell’8-12: la Savino non ci sta e riparte con il muro di Antropova e il tocco di Zhu sulla ricezione slash (9-16), Parisi spende il suo secondo time out e poi inserisce Cesè e Agrifoglio per Battistoni e Kraiduba, ma le ospiti mantengono sempre il controllo e chiudono 17-25 col diagonale di Zhu.
Decisamente più equilibrato e avvincente il secondo set, con Il Bisonte che risponde colpo su colpo a Scandicci fino all’11-11, quando le ospiti provano ad allungare con Zhu (11-13), con la stessa cinese che poi mette giù il pallonetto del 12-14 e Parisi che ferma il gioco: sul 12-15 di Herbots Parisi prova il doppio cambio con Agrifoglio e Cesè per Kraiduba e Battistoni, sul 15-17 di Alsmeier lo chiude, poi Il Bisonte continua a lottare, ma sul 17-21 di Ognjenovic Parisi è di nuovo costretto a chiamare time out, senza però riuscire a evitare il muro di Herbots del 18-23 e poi l’errore in attacco di Kraiduba che vale il 19-25.
All’inizio del terzo set si scatena Antropova con due ace per il 4-6, Parisi prova Lazic per Alsmeier ma adesso Scandicci è di nuovo ingiocabile e sul 5-9 di Antropova Parisi chiama time out: la sua squadra reagisce e accorcia con Kraiduba (11-13), poi arriva il doppio cambio con Agrifoglio e Cesè per Kraiduba e Battistoni e la stessa Agrifoglio trova l’ace del 12-13. Zhu ricrea immediatamente il gap (12-15), Antropova sbaglia e sul 15-16 Barbolini ferma il gioco, poi sul 17-18 entra Stivrins per Mazzaro ma Herbots allunga di nuovo col diagonale del 17-20, seguito da quello di Antropova del 17-21 che provoca il time out di Parisi: al rientro Zhu piazza il muro del 18-23, Parisi chiude il doppio cambio ma la partita è andata e si chiude con l’attacco out di Kraiduba per il 18-25.
LE PAROLE DI CARLO PARISI – “C’è poco da dire, è stata una sconfitta netta che ha messo in evidenza che ancora c’è tanta differenza tra noi e loro, ma quello che più ci lascia l’amaro in bocca è che non abbiamo lottato come avremmo dovuto, e alla fine il divario è sembrato più netto di quello che è in realtà. Bisogna imparare a giocare contro queste squadre, dobbiamo avere più coraggio e sapere che contro una fisicità così è possibile che si faccia fatica a mettere la palla a terra: il problema è che abbiamo dato loro la possibilità di attaccare da situazioni di palla alta o di ricezione negativa con percentuali troppo alte, anche lì è saltata la nostra organizzazione muro difesa e alla fine è arrivata un po’ di frustrazione di troppo che ci ha accompagnato fino alla fine della partita”.