Young Stories S1E3 – Due generazioni e 8 cestisti: l’eredità di Ludovico Trevisan
Conosciamo meglio il giovane centro della prima squadra biancorossa
La scheda di Ludovico Trevisan
Data di nascita: 12 maggio 2005
Città: Salsomaggiore Terme
Università: Statale di Milano
Squadre: Under 19 e Serie B Nazionale
Ruolo: Centro
Ciao Ludovico, questo è il tuo primo anno a Piacenza. Raccontaci qualcosa di te.
«Sono nato a Montecchio Emilia, ho vissuto qualche anno a Fidenza e poi mi sono trasferito a Salsomaggiore Terme. L’anno scorso ho finito il liceo classico Paciolo D’Annunzio di Fidenza e quest’anno ho iniziato giurisprudenza alla Statale di Milano».
Ovviamente c’è anche la pallacanestro. Anzi, è proprio una questione di famiglia?
«Esatto, nella mia famiglia il basket è sempre stato di casa perché mio padre Matteo e tre dei suoi fratelli (Andrea, Marco e Riccardo) hanno giocato a basket tra la Fulgor Fidenza e il Basket Salso. Ho inoltre due cugine più grandi, Annalisa (figlia di Riccardo) e Francesca (figlia di Marco, preside alla facoltà di Scienze agrarie della Cattolica di Piacenza e prossimo alla pensione), quest’ultima sposata con Filippo Casella che è stato per qualche anno allenatore proprio alla Bakery Piacenza. Entrambe, giocatrici di Valtarese, Basket Parma e Magik Rosa, hanno avuto anche l’onore di essere state convocate per le nazionali giovanili. In famiglia siamo tre fratelli, io sono il più grande e gli altri due sono gemelli e due anni più piccoli. Mia mamma si chiama Lucia, mio fratello Vittorio ha provato un anno a giocare a basket ma non gli è piaciuto. Poi c’è mia sorella Ottavia che gioca nell’Under 19 dell’Fbk Fiore Basket. Insomma, si capisce che il basket è una passione di famiglia».
Ma come hai iniziato a giocare a basket?
«Ho iniziato a giocare quasi per caso, a 7 anni, quando accompagnando mio padre a una festa della Fulgor Fidenza un allenatore che conosceva la mia famiglia mi ha visto, e intuendo che sarei diventato alto, ha insistito per farmi provare. Sono andato così a fare un allenamento di prova, e mi sono innamorato di questo sport. Ho fatto tutte le giovanili nella Fulgor, disputando i campionati d’Eccellenza e arrivando fino ai quarti delle Finali nazionali per due volte: la prima con l’Under 17 Eccellenza, e l’anno scorso con l’Under 19 Eccellenza».
E a 17 anni hai anche esordito in Serie C Gold?
«Sì, il mio esordio con una senior l’ho fatto in Serie C Gold sempre con la Fulgor Fidenza due anni fa. L’anno scorso invece, ero nel roster della Serie B Interregionale sempre a Fidenza ed ho giocato attivamente in Divisione regionale 2, la vecchia Promozione, con i Fulgorati. Queste esperienze mi hanno permesso di imparare le varie dinamiche di una squadra senior».
Adesso sei alla Bakery, una nuova tappa della tua carriera?
«Questa è la mia prima stagione fuori da Fidenza, e devo dire che per ora sta andando tutto bene. Questo è sicuramente anche dovuto ai miei compagni di squadra e a tutti i membri dello staff che mi hanno fatto ambientare velocemente e senza problemi di alcun tipo. Conoscevo già coach Alessandro Bernini, che mi ha allenato quando ero un bambino e che è tornato ora ad allenarmi con l’Under 19, con cui abbiamo come obiettivo di crescere a livello tecnico e ottenere buoni risultati».
Quando ti ha allenato coach Bernini?
«’Berno’ mi ha allenato quando ero in seconda media, perché quell’anno la mia annata era stata unita al Salso Basket. Abbiamo disputato anche un torneo di Natale dedicato agli Under 13, dove con i gruppi uniti coach Bernini era il vice allenatore della Fulgor».
Non c’è solo il basket nella tua vita, sei impegnato anche nello studio?
«In generale io ho sempre cercato di portare avanti studio e basket contemporaneamente, il che non è stato sicuramente facile visti anche gli impegni dei vari campionati Eccellenza. A scuola ho raccolto molte soddisfazioni, e mi è servito anche per migliorare la mia organizzazione del tempo».
Hai anche del tempo libero. Cosa ti piace fare?
«Nel tempo libero mi piace stare con la mia ragazza. Poi faccio attività con gli scout di Salsomaggiore, anche se quest’anno essendomi trasferito a Piacenza, dove vivo da solo, faccio più fatica ad andare a tutti gli incontri».
Sei credente?
«Sì, sono credente, e da bambino ho fatto il chierichetto per quattro anni».
Ti piace invece viaggiare?
«Mi piace molto viaggiare, specialmente con i miei genitori e i miei fratelli, perché sono momenti che ci permettono di stare insieme e scoprire posti nuovi».
Vivendo da solo, come sei messo in cucina?
«In cucina me la cavo. In particolare mi piace fare la pasta al pesto e il sorbetto al limone. Ma il mio piatto preferito è il risotto con gli ossibuchi che prepara mio padre».
Da universitario, ti piace leggere?
«Per quanto riguarda i libri, mi piace leggere nel tempo libero, soprattutto autobiografie di personaggi del Novecento che hanno combattuto nelle due guerre mondiali. Mi affascina conoscere le loro storie e il contesto in cui hanno vissuto».
Torniamo al basket, un giocatore a cui ti ispiri?
«Sul campo cerco di prendere spunto da diversi giocatori, ma se devo citarne uno, direi Kobe Bryant. La sua dedizione e mentalità sono un’ispirazione continua».
Oltre al basket, cosa aspiri a diventare?
«Fuori dal campo, il mio sogno sarebbe fare l’avvocato o magari qualcosa legato al mondo del basket però sempre in ambito legale. Ma ho appena iniziato l’università, quindi ho ancora tempo per orientarmi e decidere con più chiarezza».