Bandiere a mezz’asta questa mattina al Golf Nazionale di Sutri, dove la Federgolf ha sede con la sua Scuola. Prima di scendere in campo nel campionato assoluto di PGA Italiana, un suono di sirena ha invitato i professionisti in gara a osservare un minuto di silenzio in memoria del presidente Franco Chimenti, scomparso ieri a 85 anni dopo essere stato rieletto da pochi giorni per il settimo mandato alla guida del golf italiano. Accanto al putting green, una grande
immagine del presidente ritratto al Marco Simone con la Ryder Cup che aveva fortemente voluto in Italia. Ed era stato un successo.
Poco dopo una seconda sirena ha riportato i giocatori in posizione, ciascuno sulla buca dove ieri il tempo inclemente aveva fermato il gioco. Da completare il secondo e ultimo round, con gara accorciata a 36 buche. Questa la decisione, con i primi quaranta in classifica (che avrebbero dovuto avanzare alla fase finale) che hanno invece avuto accesso direttamente al montepremi di 50mila euro.
Al vincitore Marco Florioli la prima moneta di 7.250 euro.
Ed è stato proprio il primo assegno per il diciannovenne di Bergamo, alla seconda gara della sua carriera professionale. La prima all’Argentario (l’Italian Challenge Open solo dieci giorni fa), con un debutto in 67 colpi e un’influenza subito dopo. Al Golf Nazionale vince con 4 colpi sotto il par (140,
72-68) portandoli a casa proprio nelle condizioni peggiori di ieri, con le ultime quattro buche giocate oggi ancora sotto un acquazzone, prima che uscisse definitivamente il sole. Che fosse il suo campo si sapeva, qui ha conquistato due titoli italiani medal (2021-2024) uno matchplay (2022). Due birdie e un eagle sulle prime e -5 dopo 14 buche, poi è suonata la sirena. Un lavoro finito oggi con un colpo perso nelle ultime quattro. La ricetta per affrontare e vincere il Nazionale con vento e pioggia? «Non devi essere né troppo prudente né prenderti troppi rischi, per me un buon compromesso è stato il legno 3 dove di solito gioco il ferro, ma non il driver perché era importante mettere la palla in pista e avere più controllo nei colpi al green. Ho tirato dritto, preso molti green e dove ho sbagliato ho fatto approccio e putt. Per l’eagle ho anche imbucato da bordo green». Campione del Mondo a squadre nel settembre 2022, poi in America per un’esperienza di college chiusa in fretta. Da allora sono passate quasi due stagioni. «Mi sono allenato molto, ho preso la carta per l’Alps Tour e ho fatto qualche gara sempre da amateur. Poi quest’anno, quando il gioco è diventato più solido, sono passato professionista dopo il primo stage delle qualifiche per il DP World Tour». Ora Croara e Monticello per chiudere la stagione dell’Alps Tour, poi secondo e terzo stage delle qualifiche per tentare il circuito maggiore. Per crescere ancora? «Devo lavorare sul green per imbucare di più», ha detto. Marco è figlio d’arte. Il padre Massimo, che è stato un ottimo giocatore del tour europeo, è il suo coach e in questa gara (che ha vinto ad Albarella nel 1993 e 1994) anche avversario (oggi in classifica dietro con distacco). Difficile insegnare a un figlio? «Credo di essere riuscito a separare abbastanza bene il genitore dall’allenatore, poi avendo giocato e sbagliato, mi è stato più facile capire i suoi errori e come gestirli, dando importanza alla pazienza e alla positività: questo è stato un bel booster per Marco». Padre e figlio in campo? «Avevo molte sue caratteristiche, soprattutto l’atteggiamento in gara, ma intorno al green è più forte lui».
È stata una giornata d’attesa per Andrea Romano (leader del primo giro) che aveva chiuso ieri l’ultimo putt e il secondo giro un istante prima che suonasse la sirena di sospensione del gioco. Uno score di 73 colpi e un totale di -2 che lo vedeva secondo in una classifica ancora tutta da decidere.
Aveva preso pioggia e vento dalla uno alla diciotto. «Sono partito molto male, non c’era il gioco e non c’erano le sensazioni giuste (tre colpi persi dopo quattro buche); devo ringraziare il putt perché ho fatto up-and-down quasi ovunque e nelle seconde nove ho tenuto bene. Grazie anche alla mia ragazza
Giamila che è venuta a farmi da caddie». Dalla sette in poi due birdie e tutti par. La tattica? «In queste condizioni pensi magari di giocare di giocare in sicurezza, invece qui devi farti coraggio e attaccare, soprattutto quando c’è tanto vento».
Va a condividere la seconda posizione Manfredi Manica dopo una bella rimonta con tre birdie nelle seconde nove: avrebbe potuto occupare da solo la piazza d’onore se l’ultimo putt da vicino alla diciotto fosse entrato.
LEADERBOARD | Top 5 finale
1 140 MARCO FLORIOLI (72-68)
2 142 MANFREDI MANICA (71-71) – ANDREA ROMANO (69-73)
4 143 LORENZO MAGINI (74-69)
5 144 FEDERICO MACCARIO (72-72)
Classifica completa buca per buca: https://wegolfers.net/pgai24/