Terzo oro e sesta medaglia paralimpica in carriera per Assunta Legnante, tesserata Anthropos e capitana della Nazionale Azzurra a Parigi 2024. Dopo l’argento centrato martedì nel Lancio del disco, oggi Assunta ha conquistato la medaglia d’oro nel getto del peso F11/12 ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024, trionfando con la misura di 14.54 metri registrata al quarto tentativo. Assunta si mette al collo il terzo oro di specialità – dopo quelli di Londra 2012 e Rio 2016 – ma anche la sesta medaglia paralimpica della sua grandissima carriera. Un percorso che per sua stessa ammissione proseguirà sino a Los Angeles 2028.
Nella gara di oggi Assunta si è subito messa al comando e ha risposto lancio su lancio alla sua rivale di sempre, l’uzbeka Safiya Burkhanova, piazzando quattro lanci oltre i 14 metri e lasciandosi dietro la stessa avversaria, seconda con 14.12 m, e la cinese Zhao Yuping terza con 12.21 m.
In pedana con Assunta il suo tecnico personale, nonché componente lo staff tecnico federale, Roberto Minnetti.
Assunta Legnante:
“Non vedevo l’ora di questo oro, ho aspettato tre anni; non mi importa della misura, contava soltanto stare davanti. Ero pronta a tutto e ho giocato un po’ come il gatto col topo, perché volevo partire subito forte, ma non mi sentivo come in riscaldamento. L’argento nel disco è stato un buon viatico, perché quest’anno abbiamo lavorato anche a livello mentale per tenere la tensione di entrambe le gare e sono riuscita a tenere la concentrazione di questa Finale. Non mi ha distratto il casino dei tifosi dell’Uzbekistan, né la voglia di riprendermi questo oro. Devi arrivare alla gara al 100%, non al 110 e nemmeno al 99%. Sono contenta che Burkhanova sia tornata sopra i 14 metri dopo un anno, io invece quest’anno il peso non l’ho fatto molto e sono contentissima. Dedico questo oro a tutti quelli che mi sostengono durante l’anno, al mio allenatore che mi sopporta e supporta tutti i giorni. C’è una buona scuola di lanci in Italia e lo si vede con i risultati, dovrei imparare a lanciare il disco da Tapia e lui dovrebbe imparare a gettare il peso da me. Ultima gara del 2024, ci vediamo nel 2025 e grazie!”. Questi i commenti di Legnante appena dopo il trionfo, nell’intervista concessa ai colleghi Rai.
Sempre oggi era in gara il nostro Ndiaga Dieng nella Finale dei 1500 T20. L’atleta di Anthropos, Avis Macerata e Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa è scivolato a pochi metri dal traguardo riuscendo a tagliare la linea dell’arrivo subito prima di cadere a terra a pochissimo dal proprio primato italiano, con il tempo di 3:50.24. Bella la gara di Ndiaga, ‘Cenga’ per gli amici, che dopo una fase iniziale di studio si è portato con decisione nel terzetto di testa, insieme all’inglese oro di Tokyo e all’americano primatista iridato, per poi passare all’attacco all’inizio dell’ultimo giro e portarsi per qualche tratto anche in testa al gruppo, poi pian piano gli avversari sono rinvenuti. Nonostante l’inevitabile rammarico per essere finito ai piedi del podio, chiudere una finale paralimpica al quarto posto, con un tempo pari al proprio personale (6 centesimi in più) dopo una stagione in salita per gli infortuni, risolti solo dopo metà giugno, è un risultato da celebrare.
Ndiaga Dieng:
“Ci ho provato, negli ultimi 400 metri sono proprio partito per staccare i rivali, ma nei metri finali le gambe erano morte. Non sono contentissimo, ma va bene così, vuol dire che più di questo non avevo. Adesso continuo a lavorare perché sono giovane, non mi arrendo e questo risultato mi motiva a impegnarmi ancora di più per andare sempre più forte. Ci vediamo a Los Angeles 2028!
Il presidente Nelio Piermattei:
“Onestamente non so più cosa dire tante sono le volte in cui Assunta, dal 2012 a oggi, mi ha regalato emozioni e gioie. La nostra tesserata è una leggenda dell’atletica paralimpica italiana, tanto tanto orgoglio e onore da parte mia. Grazie! Giro la medaglia, per rimanere nel contesto, e vedo la delusione per il mancato podio di Dieng, ma poi rifletto, dentro di me rivedo la gara e il modo in cui è stata affrontata, rivedo lui stremato dopo aver dato tutto e aver sfiorato il suo personale. Per me non è una delusione, anzi devo dire grazie a Ndiaga. Grazie di cuore anche a te! Ti rifarai e ci rifaremo. Come Anthropos usciamo da Parigi con 2 ori e 1 argento in 4 gare: difficile fare meglio e anche solo pensarlo!”