24 novembre 2023 – 7 aprile 2024, Museo Nazionale dell’Automobile
MOSTRA “DRIVE DIFFERENT.
DALL’AUSTERITY ALLA MOBILITÀ DEL FUTURO”
Dal 23 novembre del 1973 – data in cui il Governo Rumor vara misure restrittive e divieti
per contenere i consumi di energia – ai giorni nostri: cinquant’anni di politiche sulla
mobilità, di ricerca tecnologica sui motori, di progettazione delle nuove aree urbane, di
innovazione nel trasporto pubblico e di invenzioni futuristiche.
Il curatore Giosuè Boetto Cohen: “Il racconto di questa mostra indica che le risposte a una
sfida epocale devono essere diverse e complementari, perché così sono gli scenari in cui
l’uomo vive e i suoi bisogni”.
Il sogno generalizzato di possedere un’automobile, un parco circolante che quadruplica negli anni
Sessanta, lo sconvolgimento delle città che si riempiono di auto, la viabilità nei centri storici che si
congestiona e le piazze artistiche che si trasformano in immensi parcheggi. Poi, nel 1973, il conflitto in
Medio Oriente con gli eserciti di Egitto e Siria che attaccano a sorpresa Israele. E il prezzo del petrolio
che sale da tre a dodici dollari al barile. E così il 23 novembre del 1973 l’avvio di una fase storica nota
come Austerity, sancita dal Decreto Legge 304 del Governo Rumor con nuovi e improvvisi divieti e
restrizioni per contenere i consumi di energia: proibito l’uso delle auto la domenica, ridotti i termostati
nelle case, l’illuminazione nelle strade e i limiti di velocità; cinema, teatri e attività commerciali costretti ad
abbassare le serrande anticipatamente e le pompe di benzina chiuse dalle ore 12 del sabato e per tutta la
domenica.
A partire da questo 50° anniversario, la mostra “DRIVE DIFFERENT. Dall’Austerity alla mobilità del
futuro”, al Museo Nazionale dell’Automobile dal 24 novembre 2023 al 7 aprile 2024, propone una
riflessione sulle sfide della mobilità e sulle domande che è necessario porsi perché la ricerca tecnologica,
da una parte, e le abitudini individuali, dall’altra, convergano sull’obiettivo comune di salvaguardare il
pianeta. Un racconto multimediale, unico nel suo genere, che parte dalla crisi petrolifera degli anni
Settanta, ripercorre decenni di politiche sulla mobilità, di ricerca tecnologica sui motori, di progettazione
delle nuove aree urbane, di innovazione nel trasporto pubblico e di invenzioni futuristiche, e attraverso
scatti, documenti, filmati, modelli, installazioni si interroga sul passato e analizza le sfide della Future
Mobility, indissolubilmente legate agli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
DRIVE DIFFERENT è ideata e curata per il MAUTO da Giosuè Boetto Cohen, realizzata in collaborazione
con Stellantis e Automobile Club Italia (ACI), con il supporto di Eni, Politecnico di Torino, Senseable
City Lab (Massachusetts Institute of Technology – MIT), e Quattroruote, e con il patrocinio del
Ministero della Cultura, di Regione Piemonte e Città di Torino.
Il percorso espositivo e le iniziative correlate
La mostra parte dall’automobile come simbolo del desiderio di autonomia e libertà negli anni
Sessanta: tra il 1962 e il 1973 undici milioni di nuove automobili vengono immatricolate in Italia.
Prodotta a ritmi mai visti nelle fabbriche da centomila operai, premiata dalle scelte politiche,
infrastrutturali e di costume, l’automobile è una grande irresistibile promessa di libertà. Ma “l’auto per
tutti” e il suo acquisto divenuto ormai abbordabile riserva effetti collaterali elevatissimi, che oggi tutti
conoscono.
Tra l’Italia del boom economico e l’Italia dell’austerità c’è la Guerra del Kippur, che scatena la prima crisi
petrolifera dell’Occidente. Infatti, l’influenza politica degli Stati Uniti per convincere lo Stato Ebraico a
interrompere la sua marcia e accogliere le successive risoluzioni dell’ONU porta l’OPEC, l’associazione dei
Paesi produttori, a quadruplicare il prezzo del petrolio e i Paesi occidentali iniziano ad adottare misure di
razionamento dell’energia. In Italia il Governo Rumor vara il decreto legge 304: per la prima volta, dai
tempi della guerra, le pompe di benzina vengono chiuse nei weekend, le città riducono l’illuminazione
del 40%, gli uffici pubblici anticipano la chiusura alle 17.30, i negozi sono obbligati ad abbassare le
serrande alle 19, ai locali notturni viene imposto di chiudere alle 23 e viene proibito l’uso delle auto la
domenica.
Il percorso espositivo prosegue con fotografie dell’epoca, pagine dei giornali e servizi televisivi che
testimoniano la reazione degli italiani ai provvedimenti sull’Austerity: pervasi da un certo ottimismo e
confidando nella breve durata delle norme, cercano di trasformare le restrizioni in un diversivo. Nei
weekend restano a casa o si spostano a piedi, in bicicletta, su tram e corriere; rispolverano pattini e
monopattini. Anche cavalli e calessi ricompaiono nelle città, tra lo stupore generale. Poi in aprile, con lo
spegnimento dei termosifoni, il divieto di circolazione diventa a targhe alterne. Nel frattempo, il prezzo
della benzina raddoppia passando da 138 a 315 lire/litro e nel 1977 la Super arriva a costare 500 lire/litro,
circa 2 euro, fatte le dovute proporzioni. Come oggi.
Poi le soluzioni tecnologiche, le invenzioni sperimentali e le politiche sulla mobilità che emergono
dagli anni dell’Austerity: la sfortunata avventura del motore rotativo Wankel, la concept car “Kar-asutra” (dissacrante veicolo esposto al MoMA di New York nel 1972, che anticipa, a suo modo, la vettura a
guida autonoma), la prima metropolitana moderna a Milano, l’alta velocità ferroviaria; le criticità del
traffico aereo e navale, le piste ciclabili in città.
Tra lezioni imparate e occasioni perdute, il percorso espositivo ci porta ai nostri giorni. Altre guerre
minacciano le riserve energetiche e la stabilità politica ed economica dell’intero pianeta. E mentre questo
accade, anche l’equilibrio ambientale della Terra si incrina: il 7 luglio 2023 l’ONU ha dichiarato che
l’innalzamento termico è ormai “fuori controllo”. I termini del problema fanno un salto di scala: non più
una crisi contingente, in un paese o un emisfero. Tutto il mondo, con le sue diseguaglianze, passa
dall’Austerity agli obbiettivi della sostenibilità. I trasporti, che partecipano per una quota importante al
generale dissesto, sono chiamati a fornire le risposte più urgenti. L’automobile, in particolare, a compiere
scelte epocali. La direzione della produzione industriale viene guidata dalla transizione ecologica che
porta nel mondo dell’automobile nuove tecnologie come i veicoli elettrici, le stazioni per la sharing
mobility, le colonnine per la ricarica delle batterie, l’e-fuel e il bio-fuel, i motori a idrogeno.
Dove sta andando, allora, il futuro dell’auto? Proprio su questa domanda intende far riflettere l’ultima
parte della mostra che inquadra il presente e prova a tracciare gli scenari futuri, con l’aiuto di
esperti e ricercatori, dal Dipartimento Energia del Politecnico di Torino al Senseable City Lab del MITMassachusetts Institute of Technology. La speranza è che la libertà che l’automobile ci ha dato in passato
sia ancora tutelabile. Adattata, intelligentemente, ai bisogni, alle situazioni, ai luoghi che cambiano.
La mostra sarà corredata da un ciclo di conferenze con autorevoli esperti per approfondire i temi della
smart mobility e delle smart cities, della sharing mobility e dell’economia circolare, dei biocarburanti e
della guida autonoma. Oltre a un palinsesto di appuntamenti dedicati alle scuole e ai ragazzi che
verranno coinvolti in attività di laboratorio, visite guidate con il curatore e tavoli di lavoro. Il calendario
completo di tutti gli eventi sarà disponibile sul sito www.museoauto.com.
A dicembre una sezione satellite della mostra apre a Milano nelle gallerie dell’ADI Design Museum
Compasso d’Oro: il tema è la micromobilità nella città che cambia, con quattro esempi di vetture di
design: Topolino Giacosa (1936), Iso Isetta (1953), Topolino Elettrica e Microlino (2023).
Il Museo Nazionale dell’Automobile è aperto il lunedì dalle 10 alle 14 e dal martedì alla domenica dalle
10 alle 19. Per informazioni e prenotazioni: info@museoauto.it o 011-677666.
“In questi anni il mondo dell’automobile sta attraversando una fase di incertezza industriale e culturale
originata da importanti fattori esterni. Il riscaldamento globale è la condizione con la quale dobbiamo
confrontarci tutti: la transizione ecologica è la sfida industriale primaria del nostro tempo. La ridefinizione
delle fonti di energia è la chiave del futuro per l’intera umanità e l’industria dell’auto si sta confrontando
con grande impegno con la sua parte di responsabilità e con la crescente ostilità che le viene rivolta da una
parte dell’opinione pubblica, in contrapposizione ai valori di libertà individuale da sempre riconosciuti. In
questo scenario l’industria dell’auto, le direttive politiche, i consumatori hanno davanti a sé molte scelte da
prendere per indirizzare il futuro della mobilità. Drive Different è un invito a cambiare il modo di pensare:
la mostra presenta con indipendenza culturale una lettura di assoluta attualità, liberi da ideologie e
interessi industriali e politici.”
Benedetto Camerana, Presidente Museo Nazionale dell’Automobile
“E’ impossibile parlare di Torino senza parlare di auto, perché l’auto ha fatto la storia di questa città, come
questo museo e questa mostra raccontano, e perché ne rappresenta il futuro. In un momento in cui la
manifattura e l’automotive si trovano ad affrontare sfide epocali, questo territorio mette in campo talento,
innovazione, coraggio e competenze che sono la forza di Torino e del Piemonte”.
Alberto Cirio, Presidente Regione Piemonte
“La storia dell’auto è indissolubilmente legata a quella della nostra città, dove l’industria automobilistica è
nata e ha fatto scuola per oltre un secolo e che oggi guarda al futuro come laboratorio di innovazione e
transizione ecologica. La mostra renderà omaggio a questa gloriosa tradizione italiana e torinese aprendo
la riflessione sulle sfide future della mobilità sostenibile e dei motori ecologici”
Stefano Lo Russo, Sindaco Città di Torino
“Ripercorrere la storia dell’auto negli ultimi cinquant’anni è davvero affascinante e questa mostra la
racconta bene, a partire dai veicoli iconici che hanno fatto la storia della nostra industria e che ci spingono
verso il futuro. Stellantis è al centro di questo percorso con l’ambizione di innovare nei suoi prodotti e
servizi la mobilità di domani. ‘Drive Different’ è un’iniziativa di alto valore culturale e divulgativo del
MAUTO, che evidenzia quanto la presenza di nostri marchi italiani sia forte e proiettata verso il futuro”
John Elkann, Presidente Stellantis
“Nel nostro ruolo di primo produttore di veicoli al mondo, con forti radici italiane, e di fornitore di
soluzioni di mobilità innovative, siamo orgogliosi di partecipare a questa mostra. E lo facciamo giocando un
ruolo chiave, con molti prodotti e tecnologie esposti nelle sale che illustrano il contributo di Stellantis nel
fornire mobilità a tutti. La presenza di Stellantis a ‘Drive Different’ racconta la storia dell’evoluzione verso la
transizione energetica e la mobilità sostenibile, nel rispetto dell’ambiente, racconta il nostro lavoro per
garantire alle generazioni future la libertà di muoversi, che potrebbe essere a rischio se non si dà priorità
all’innovazione permanente e al coinvolgimento degli stakeholder”.
Carlos Tavares, CEO Stellantis
“La storia dell’auto, soprattutto italiana, è sotto gli occhi e nei cuori di tutti e ACI mette a disposizione il
know how ultracentenario che lo contraddistingue a favore delle istituzioni nazionali e locali per tracciare le
linee di sviluppo della mobilità, anticipandone già oggi il futuro. Siamo grati e soddisfatti di questa mostra,
che ci porta negli ultimi 50 anni di mobilità. ACI accompagna gli automobilisti da oltre un secolo e –
naturalmente- fu al loro fianco anche quando lo choc petrolifero costrinse all’austerity, con forti limitazioni
alla libera circolazione. La mobilità sta affrontando ora una nuova e delicata stagione, dove il diritto a
muoversi si incrocia necessariamente con la massima sostenibilità, ambientale, sociale, economica e di
sicurezza sulle strade. Le sfide sono tante, la prima è capire senza pregiudizi ed ideologie quale sarà il
giusto mix energetico che muoverà i veicoli di domani, per soddisfare la mobilità globale in modo
sostenibile. La mostra ci offre, quindi, spunti e riflessioni, contribuendo a diffondere nei cittadini una cultura
della mobilità futura più consapevole e responsabile, perché solo con la collaborazione di tutti la potremo
realizzare”.
Angelo Sticchi Damiani, Presidente ACI
“Questa mostra racconta un pezzo di storia italiana che ha visto il nostro Ateneo svolgere un ruolo da
protagonista a fianco della società e del tessuto produttivo piemontese. Un ruolo ed una responsabilità che
sono rimasti nel nostro Dna e che quindi continuano a caratterizzare la nostra ricerca e la nostra didattica”
Guido Saracco, Rettore del Politecnico
“Eni è orgogliosa di supportare ancora il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino. Le sfide e le
opportunità della mobilità del futuro riguardano tutti: Enilive, la nuova società di Eni per la mobilità
sostenibile, è in prima linea per contribuire alla decarbonizzazione dei trasporti e per accompagnare anche
i veicoli leggeri nella transizione energetica grazie a diverse soluzioni tecnologiche, a cominciare dai
biocarburanti HVO”
Stefano Ballista, Amministratore Delegato Enilive (Eni Sustainable Mobility)
“Il modo in cui noi ci siamo spostati, nel corso dell’ultimo secolo, non è più una faccenda personale.
Insieme a come abbiamo fabbricato, generato, riscaldato, raffreddato, e soprattutto consumato, l’insieme
dei trasporti ha contribuito a spingere il nostro Pianeta al di fuori dei propri equilibri. Il racconto di questa
mostra indica che le risposte a una sfida epocale devono essere diverse e complementari, perché così sono
gli scenari in cui l’uomo vive e i suoi bisogni. Di sicuro saranno differenti da ciò che abbiamo visto e fatto
fino a ieri. Trasformeranno le nostre abitudini e anche lo stile di vita. Ci chiederanno persino qualche
rinuncia, che l’uomo sapiens dovrà sapientemente accettare.”
Giosuè Boetto Cohen, curatore della mostra DRIVE DIFFERENT