Wojciech Szczesny “Era un ruolo che non volevo fare. Mi volevo divertire giocando a calcio, facendo goal. La prima volta che ho indossato i guanti era da molto giovane, tipo 3-4 anni, però non mi piaceva per niente. Giocando con mio fratello facevo l’attaccante, però ero scarso, proprio una punta alta che non controllava una palla. Dopo qualche mese, l’allenatore è stato molto onesto con me e mi ha detto ‘Guarda, sei alto e tuo padre è un ex portiere. Prova in porta’. Ci ho provato. È andata abbastanza bene, direi”.
Pauline Peyraud-Magnin: “Posso dire che è stato il destino a mettermi davanti quel ruolo. Giocavo a Lione, per la precisione centrocampista di sinistra, e un giorno mancò il secondo portiere. Dovevamo giocare un’amichevole, ed erano rimasti senza il portiere di riserva. Chi avrebbe preso quel posto? Io. Era destino”.
Sul loro rapporto con gli errori
Wojciech Szczesny “L’errore, da giovane, mi sembrava la fine del mondo. Più ne fai più sei abituato a farli e li accetti. Fa parte del gioco. Non è quello che succede in campo che dovrebbe stabilire quello che è il tuo approccio alla partita. Nel bene e nel male, l’aspetto mentale non dovrebbe mai cambiare, ma da giovane mi sembrava molto più difficile. Oggi gli errori li accetto, poi dopo la partita quando c’è da analizzare le cose capisci quello che hai sbagliato e quello che bisogna migliorare”.
Pauline Peyraud-Magnin “Ora ho l’esperienza, sono più grande, gestisco le cose in maniere totalmente diversa rispetto a prima. Un tempo ero più emotiva, mi emozionavo, che non è necessariamente un bene nel nostro ruolo. Quando l’errore arriva, a volte semplicemente arriva. Mi dico ‘Ok, è successo, non è nulla di grave, volta pagina, lo riguarderai dopo, lo analizzerai per le volte future’”.
Sull’omofobia
Pauline Peyraud-Magnin “Fobia significa paura. E per me omofobia non vuol dire nulla. Non devi avere paura di nessuno. Per me è completamente folle che qualcuno debba avere paura di me. Ma penso che adesso siano tutti molto più tolleranti… beh, non proprio tutti. Per me parte tutto dall’educazione. Se tu insegni a un bambino a essere tollerante, lo sarà poi anche da adulto. Mi vengono i brividi perché è una cosa importante. Siamo nel XXI secolo, nel 2023, ed è un argomento di discussione. Non dovrebbe esserlo”.
Wojciech Szczesny “Siamo tutti liberi di amare e di fare ciò che ci pare. Sono sicuro che il mondo del calcio è pronto ad accettare tutti per quello che sono. È sicuramente stato un tabù perché non l’ha mai ammesso nessuno. E sicuramente di ragazzi gay ce ne sono. Magari ci sono altri che non si vergognano di questa cosa ma non hanno coraggio o non hanno il bisogno di fare il coming out e bisogna accettare anche questo”.