FEDI: arriva su DAZN la seconda puntata, la “fede” calcistica tra territorio, tradizione e lo spirito della città protagonista
- Dopo Bologna, il viaggio di Fedi prosegue a Firenze
- A raccontare la fede calcistica della città, fiorentini doc e personaggi illustri che hanno deciso di fare di Firenze la propria casa
- Disponibile in esclusiva su DAZN
DAZN presenta un nuovo episodio di FEDI, il format originale che racconta l’anima delle città italiane attraverso il calcio. Fede calcistica e tradizione si intrecciano in una narrazione inedita che ripercorre, attraverso testimonianze speciali, le emozioni e i ricordi dei tifosi locali.
Dopo Bologna, la seconda tappa del viaggio nella fede calcistica italiana sarà Firenze, la città del giglio e della viola. Firenze apre prospettive uniche in questo racconto, attraversata com’è da passioni forti e divisive, come l’orgoglio di rappresentare una tra “le città più belle del mondo”, la rivalità eterna con la Juventus, la malinconia per le occasioni perse e i rimpianti per i campioni “rubati” dalle grandi.
E prosegue anche il racconto musicale sulle note composte da Alex Uhlmann, leader dei Planet Funk. I suoni della città di Firenze sono stati infatti trasformati in note musicali per comporre una colonna sonora inedita. Durante le riprese sono stati infatti registrati in presa diretta e campionati diversi “suoni tipici” delle città che Alex e la sua band hanno reso in una colonna sonora unica per restituire il mood musicale dei luoghi protagonisti di FEDI.
La mi porti uno straniero a Firenze (ep.2 pt.1 e 2)
Le parole di Pupo in sottofondo ci introducono al capoluogo fiorentino e protagonisti di questa puntata sono tanti ex viola: Borja Valero, “il sindaco”, che ha deciso di fare di Firenze la sua casa, ma anche Alberto Orzan e Kurt Hamrin, bandiere della squadra tra gli anni 50 e 60. Orzan racconta “La fede viola appartiene a una religione laica in cui si è presenti a prescindere. Non ci interessa che tipo di spettacolo va in scena, ci interessa essere presenti. Sia in Serie C2, come successo qualche anno fa, che in Champions League”. Ad arricchire la narrazione le parole di Stefano Cecchi, giornalista de La Nazione, e di Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, un altro straniero che ha finito per innamorarsi di Firenze. Non solo calciatori, anche la campionessa del mondo di salto in lungo Fiona May parla della scelta di vivere a Firenze e di come non sia stato semplice farsi accettare, un percorso lungo, ma che alla fine premia la perseveranza e soprattutto l’amore sincero per la città: “I fiorentini sono gelosi. È servito del tempo per essere accettata come fiorentina. Solo in un secondo momento ho capito il perché della gelosia dei fiorentini per Firenze: perché questa città è bellissima, è un gioiello e quindi serve un po’ di tempo per entrare a far parte di questa comunità. Adesso anche io sono gelosa di chi viene da fuori…
La Violitudine (ep.2 pt.2 e 3)
Questo spaccato ci porta invece nel cuore di Firenze e, attraverso le voci dei suoi abitanti, la città svela il suo animo più intimo. Si incontrano il Benzivendolo, storico rifornitore dei bolidi dei calciatori della Fiorentina, WikiPedro, amatissimo divulgatore social nonché accanito tifoso con un insospettabile passato nelle giovanili viola, e Lorenzo Venuti, il difensore fiorentino che ha il privilegio di giocare nella squadra della sua città. A Firenze l’altra religione è quella culinaria: a raccontarlo Enrica della Martira, cuoca ed ex concorrente di Masterchef, nipote di Ugolino Ugolini, uno dei presidenti più amati della storia viola, nonché l’uomo che portò a Firenze Giancarlo Antognoni.
Firenze si svela anche attraverso uno sport secolare, il calcio storico fiorentino e i calcianti danno un prezioso suggerimento ai viola: “I giocatori della Fiorentina dovrebbero vedere il calcio storico di persona, in questo modo capirebbero come bisogna stare in campo”.
Stafano Checchi conia un termine, Violitudine, un concetto che include il senso di malinconia che pervade il tifoso fiorentino pieno di rimpianti, insieme all’orgoglio di tifare la squadra della città “più bella del mondo”. La dedica finale è per Davide Astori, capitano Viola scomparso prematuramente, ricordato dalle parole dei calcianti che lo hanno conosciuto e del presidente del Museo Viola David Bini.