Un anno di successi ed eco internazionale per il Ciclismo Piemontese e il Presidente regionale Massimo Rosso risponde a qualche domanda
E’ appena terminata la stagione 2021, la prima da Presidente del Comitato Regionale Piemonte, e senza ombra di smentite la si può considerare una tra le migliori stagioni a livello internazionale per il ciclismo piemontese.
Nei giorni scorsi Massimo Rosso ha rappresentato il Piemonte ciclistico nella manifestazione del Giro d’Onore, manifestazione organizzata a Roma dalla Federciclismo per celebrare tutti i suoi campioni e renderne eterna l’immagine di successo.
L’aggettivo piemontese, mai come in questa stagione, è stato affiancato a maglie e medaglie mondiali, europee e nazionali in tutti i settori, sia strada sia fuoristrada. Grazie a questa eco in questo super anno per il nostro ciclismo, l’attenzione massima deve essere indirizzata al movimento dei Giovanissimi, che deve ritrovare nuova linfa non solo in Piemonte, ma su tutto il territorio nazionale.
La prima domanda nasce spontanea: per il Tuo Comitato e per il Ciclismo piemontese più in generale, ti aspettavi, da subito, un’esposizione così forte?
Il Piemonte ed il sottoscritto devono ringraziare i miei predecessori Rocco Marchegiano e Gianni Vietri per i tanti risultati a livello internazionale ottenuti in questa stagione. I grandi campioni non nascono nell’anno del risultato, ma solo con un lavoro accurato che parte dalle categorie giovanili. Loro sono stati bravi nel capire i talenti piemontesi, coltivare il vivaio senza alcuna fretta, tutelando le loro squadre e aspettando che si confermassero, così come è stato, a livello internazionale. Io sto cercando replicare e attenzionare quanto fatto da loro nelle categorie giovanili, cercando di non sprecare un grande serbatoio di talenti presente oggi in Piemonte.
Il Tuo primo mandato ha visto da subito il Comitato impegnato nel supporto al movimento nell’organizzazione di eventi in aiuto alle Società e ad una svolta nell’approccio all’attività delle rappresentative “strada”, che come già in uso nella mountain bike, hanno visto i primi collegiali e i risultati si sono fatti vedere…
Si quest’anno come Consiglio abbiamo guardato il calendario e nei momenti in cui non vi erano gare, dovute anche a difficoltà organizzative causa pandemia, abbiamo fatto organizzare, con il nostro aiuto, gare per più categorie possibili. Inoltre, parlando con Francesco Giuliani, il nostro Responsabile dei tecnici, abbiamo deciso di fare diversi collegiali per le categorie della strada, come avviene già da anni per il fuoristrada, in modo da creare un gruppo che potesse essere coeso negli avvenimenti importanti. E’stato fatto e sono arrivati ottimi risultati e avendo nelle rappresentative molti primi anni in categoria, ci fa ben sperare per l’anno venturo.
Risultati alla mano, abbiamo ragazzi e ragazze presenti nel professionismo come eccellenze di livello nazionale in quasi tutte le categorie in molte specialità, mentre non siamo presenti per esempio nella MTB o altri settori emergenti. Come pensi di intervenire per sanare questa criticità?
In realtà non concordo sul fatto che nel MTB non abbiamo delle individualità a livello nazionale. Il vivaio è attivo ed abbiamo ottenuto anche delle maglie nazionali; il fuoristrada rappresenta oggi oltre la metà del nostro movimento ed abbiamo società molto attente al loro vivaio; vedrete che già dal prossimo anno otterremo grossi risultati sia a livello nazionale che a livello internazionale. Inoltre dal prossimo anno sarà attiva la nuova pista di BMX di Verbania, dove potremo iniziare anche in casa nostra i training dei nostri atleti facendo conoscere questa disciplina a tanti bambini.
Il Centro Studi piemontese, eccellenza nazionale, ha continuato a formare e aggiornare tecnici con ritorni di immagine e di numeri importanti, ma anche personale ASA, Direttori di Corsa, Giudici di gara hanno evidenziato ottimi risultati e importanti adesioni nei reclutamenti delle giovani leve. Un movimento vivo anche fuori dall’attività sportiva.
Il Nostro Centro Studi è sempre stato uno dei nostri fiori all’occhiello. I nostri Istruttori sono riconosciuti come docenti validi e capaci e vengono presi ad esempio anche dal Centro studi nazionale. Stefano Pavignano come Presidente della Commissione Giudici di Gara ha fatto un ottimo lavoro per creare un gruppo unito e coeso, ruolo sempre più complesso da svolgere ed ha trovato molte nuove giovani reclute pronte a ricoprire questo importante compito. Anche la Commissione Direttori di corsa ha iniziato un attento lavoro di reperimento di nuove leve in un ruolo determinante per le corse. Il mio grazie va a tutte le Commissioni che hanno lavorato in maniera attenta e silenziosa, creando le basi per un nuovo futuro. Un grazie anche alla struttura tecnica regionale che ha prestato molta attenzione alla propria attività sviluppando nuove sinergie.
La pandemia COVID ha messo in ginocchio molti sport a livello giovanile, soprattutto i giovanissimi. Nel Ciclismo questo non è successo o almeno solo in parte. A numero dei tesserati, non corrisponde una presenza sui campi gara soprattutto su strada. Nel MTB la partecipazione al circuito del Challenge è stata costante e importante. Pensi che questo modello possa essere replicato su strada? -Credo che il modello della Challenge della MTB sia un modello vincente ed il prossimo anno lo faremo anche per la strada. Con la struttura tecnica, stiamo predisponendo un Challenge per la multidisciplinarità dove le squadre giovanili dovranno far gareggiare i loro piccoli atleti, sia nel fuoristrada sia su strada sia su pista. La pandemia ha allontanato un po’ tutti i nostri giovani dall’attività sportiva un po’ per la chiusura dei centri di allenamento, un po’ per le varie restrizioni, cosa che fortunatamente è successa meno nel ciclismo e noi dobbiamo essere bravi ad intercettare la voglia di sport e di ciclismo che c’è nei piccoli piemontesi.
Capitolo pista.
-La pista deve tornare protagonista e continuando quanto iniziato negli anni passati, come nel 2021, dobbiamo tornare ad avere molte più gare mensili, almeno ogni 15 giorni. Abbiamo incontrato i responsabili del Velodromo Francone e ci hanno garantito di voler mettere in atto questa intenzione. Solo grazie ad una intensa attività sia di allenamenti sia di gare, si potrà ambire ad avere grandi risultati in campo nazionale ed internazionale. La nostra attività ha dato buoni risultati, ma possiamo sicuramente migliorare. Nel 2021 tornerà ad essere usufruibile anche il motovelodromo a Torino e sicuramente sarà un bel momento di sport e di storia.
Nell’augurare un Buon 2022 a tutto il Ciclismo e quello piemontese in particolare, Vuoi aggiungere qualcosa?
-Auguro a tutti i ciclisti piemontesi un 2022 ricco di successi sportivi e non solo.
Auguro a tutte le Società, ai Volontari (fondamentali per tutto il nostro movimento), ai genitori, a tutti i facenti parte del motore dello sport di base ,di lavorare affinché il ciclismo in Piemonte rimanga protagonista e continui ad essere definito la Regione dei Campionissimi.
Buon 2022 a tutti da parte mia, del Consiglio federale e dell’Ufficio di segreteria – che ringrazio per il prezioso lavoro svolto -, con la speranza che il Nuovo Anno sia un nuovo anno libero da ogni restrizione.