Al via #nonèdamaschio, la nuova campagna di InspirinGirls Italia per smontare lo stereotipo secondo il quale alcuni lavori sono solo “da maschio” o “da femmina”.

Quattro straordinarie role model raccontano alle ragazze come hanno sconfitto gli stereotipi di genere nelle loro professioni.

Una challenge su Instagram e Tik-Tok per coinvolgere le nuove generazioni.

La prima pilota donna della compagnia di bandiera Alitalia, una calciatrice della nazionale di Calcio a 5, un’ingegnera ambientale con la passione per la matematica, una campionessa mondiale di motocross: donne che svolgono con successo professioni tradizionalmente e culturalmente considerate “da uomini”. Modelli e punti di riferimento per le ragazze delle nuove generazioni, che raccontano come sia possibile abbattere i pregiudizi di genere e intraprendere percorsi formativi e professionali, costruendo carriere in ambiti ancora troppo spesso preclusi alle donne.

La campagna #nonèdamaschio di InspirinGirls, progetto di innovazione sociale promosso in Italia da Valore D, in partnership con Eni, Intesa San Paolo e Snam, intende smontare, attraverso il racconto di quattro role model straordinarie, lo stereotipo secondo il quale alcuni lavori o attività sarebbero più adatti ai ragazzi rispetto alle ragazze o viceversa: i cosiddetti “lavori da maschio” o “lavori da femmina”. La campagna intende sottolineare, in particolare per le ragazze quanto sia fondamentale non lasciarsi influenzare dai pregiudizi e dagli stereotipi, per non limitare, inconsapevolmente, la propria libertà e le proprie scelte.

Nei quattro video proposti dalla campagna #nonèdamaschio le protagoniste raccontano come siano riuscite, abbattendo innanzitutto molti pregiudizi, a seguire le proprie autentiche inclinazioni, a credere in sé stesse per realizzarsi appieno. Queste professioniste hanno spesso dovuto percorrere strade poco battute, trovando il coraggio di perseguire il loro obiettivo, anche quando, come nel caso di Antonella Celletti, si è la prima pilotessa “donna” della compagnia di bandiera Alitalia e attuale “comandante” della compagnia stessa. C’è poi Kiara Fontanesi, prima donna a vincere quattro mondiali consecutivi di motocross e 6 volte campionessa del mondo; Teresa Agovino, ingegnera ambientale con la passione per la matematica e per la sostenibilità e, infine, Arianna Pomposelli, calciatrice di calcio a 5 della nazionale italiana e fondatrice di un progetto sociale “Be Brave” nato per avvicinare le ragazze al calcio.

La campagna, il cui claim è “Il futuro è come lo vuoi”, verrà amplificata anche sui social (Tik-Tok e Instagram) con il lancio della challenge #nonèdamaschio, con cui tante ragazze e ragazzi condivideranno dei video nei quali con simpatia e ironia mostreranno che non esistono passioni “da maschio” o “da femmina” e inviteranno altre ragazze a condividere le loro storie.

“Cambiare la narrazione e diffondere modelli alternativi è cruciale per combattere gli stereotipi e i pregiudizi che influenzano i nostri figli fin da piccoli. Già a 11 anni le ragazze immaginano il loro futuro legato a professioni tradizionalmente femminili o di cura, ad esempio l’insegnante, la veterinaria, la cuoca, e non si immaginano a svolgere professioni che percepiscono più adatte ai maschi quali l’ingegnere, il medico e l’informatico”*dichiara Barbara Falcomer, Direttrice Generale di Valore D.

“L’obiettivo della campagna #nonèdamaschio di InspirinGirls – aggiunge –  è alimentare i sogni delle ragazze, far loro immaginare che possono fare e diventare quello che desiderano, senza doversi limitare in ruoli predefiniti, possono diventare scienziate, ingegnere, astronaute, possono – anzi devono – sognare in grande!”

“È necessario un grande cambiamento culturale e sociale che scardini alla base il gender gap, dobbiamo mettere in campo tutte le azioni possibili a cominciare dal raccontare ai bambini – sin dalla più tenera età – che possono costruire il loro futuro senza modelli predefiniti, serve promuovere percorsi di studio meno stereotipati, come quelli nelle materie scientifiche o STEM. È un impegno che ci deve vedere tutti uniti, affinché le opportunità offerte dalla rivoluzione tecnologica e digitale possano essere colte da un numero sempre maggiore di donne, per un futuro equo e sostenibile”.

 

*Fonte : Ispos “Cosa Farò da Grande”, 2018)