Prima giocatore, poi team manager della squadra biancoceleste per 10 lunghissime stagioni. Filippo Loreto si ferma, “sperando di tornare presto”, ma racconta il suo legame con questa società. Poi le battaglie, le vittorie, i ricordi belli e quelli meno belli, gli insegnamenti e ciò che questo gruppo ti lascia nell’anima. Moroli: “il suo un lavoro prezioso”. Sebastianutti: “perdo un punto di riferimento”.
FILIPPO, LASCI, MA SEI SICURO?
Dopo 10 anni si chiude, credo che sia arrivato il momento, ho due gemelli di 3 anni e credo che la squadra in questa fase in particolare abbia bisogno di qualcuno che si dedichi completamente al gruppo e all’allenatore. Inoltre, la nuova società ha, giustamente, deciso di investire le risorse a sua disposizione su squadra e giocatori.
COSA PROVI?
E’ chiaro che dispiace, soprattutto perché mi sono divertito molto, è stata un’esperienza bellissima. Nei primi anni, quando avevo smesso da poco, mi sentivo ancora giocatore e lavoravo con ragazzi con cui fino al giorno prima ero in squadra o avevo incontrato da avversario. Un’avventura che mi ha permesso di restare in un mondo che si fa fatica a lasciare.
HAI LAVORATO CON TANTI TECNICI, OGNUNO CON LE SUE CARATTERISTICHE.
Ho avuto la fortuna di trovarmi al fianco di 4 allenatori che già conoscevo bene e con cui sapevo mi sarei trovato bene. Cristiano Ciocchetti è stato un mio compagno, un mio tecnico, un amico. Poi c’è stato Pierluigi Formiconi che ritengo ancora oggi sia il miglior allenatore italiano in assoluto. con Massimo Tafuro ho iniziato a giocare a 12/13 anni, lui mi ha insegnato la fatica e la disciplina, un maestro di vita. Infine Claudio Sebastianutti che secondo me è un po’ sottovalutato e invece è molto preparato e non smette di studiare, è attento ai minimi particolari, quando eravamo in trasferta in stanza insieme non mi faceva dormire perché fino alle 3 di notte lavorava al computer per rivedere le partite e preparare i discorsi, un martello, ma con una semplicità che gli permette di farsi amare dai suoi giocatori.
COSA RIMANE?
Ricordi molto belli, soprattutto perché alla fine abbiamo sempre raggiunto l’obiettivo: la promozione il primo anno, le salvezze, alcune che sembravano impossibili e invece agguantate con forza. Un percorso sereno, con giocatori che hanno sempre fatto gruppo nonostante le difficoltà anche societarie. Inoltre ho avuto l’onore di lavorare con giocatori come Calcaterra, Radic, Soro, Vittorioso e poter osservare la crescita di ragazzi come Nicholas Presciutti e Cannella, quest’ultimo ha vinto l’u20, altra bellissima esperienza con Claudio.
E IL FAMOSO ZOCCOLO DURO?
Lo zoccolo duro che nella Lazio conoscono tutti, giocatori che vanno ringraziati perché sempre disponibili in questi anni. Su tutti Matteo Leporale che merita qualcosa in più, c’è sempre stato fin da giovanissimo nonostante potesse cercare fortune altrove o alzare la testa, Matteo è stato ed è un leader silenzioso che non ha mai creato polemiche, sempre con il sorriso e disponibile anche quando avrebbe avuto il diritto di sollevare polveroni, senza dimenticare che si tratta di uno dei migliori centri d’Italia. Un laziale vero, forse troppo poco celebrato fuori dalla nostra società.
MOMENTI MENO BELLI?
Credo uno solo, la morte di Tommaso Pesapane. Lui era la Lazio, manca ancora oggi a tutti quanti, era un punto di riferimento della società e risolveva i problemi di ogni componente. E’ stato lui insieme a Gigi Palma a pensare a me 10 anni fa come dirigente per stare vicino alla squadra.
RIMPIANTI?
Quello di non essere riuscito ad aiutare Vittorioso l’anno in cui era stato promosso come allenatore della prima squadra. Forse avrebbe avuto bisogno di più tempo, io, la squadra, la società pensavamo che essendo stato un campione in acqua, un professionista straordinario, lo sarebbe stato anche da allenatore. Sono comunque sicuro lo diventerà, ha tutte le doti per essere un gande mister
RINGRAZIAMENTI?
Ovviamente la Lazio. Massimo Moroli che seppur tra mille difficoltà è stato vicino alla squadra in anni molto faticosi per la società e Antonio Buccioni, sempre presente in casa e in trasferta e sempre al fianco del gruppo, soprattutto nei momenti più complicati. Inoltre ringrazio Marco Perfetto e tutti i tecnici, i giocatori, lo staff. Poi chi si occupa della comunicazione, te Federico, e tutto il gruppo che ha sempre lavorato in modo eccellente, in condizioni anche precarie, senza mancare nemmeno una partita.
E PER QUESTA STAGIONE? COME VEDI LA SQUADRA?
Una scommessa. C’è uno straniero ottimo che mi auguro abbia lo stesso spirito che ha avuto Soro in questi anni nell’aiutare la squadra. Mi aspetto un grosso supporto da parte tutti e per il futuro sono abbastanza ottimista perché conosco bene i ragazzi che sono entrati a far parte della società, sostenendola: Orazio Piccinini è un mio grande amico fin da bambini, Daniele Rufffelli è stato un mio compagno, come Enrico Alonzi, poi Rodolfo che è un professionista serio. Tutte persone in gamba che sono sicuro faranno bene, pur trattandosi di un lavoro complicato, sono certo raccoglieranno presto i frutti del lavoro appena iniziato.
FILIPPO, CHI LASCIA LA LAZIO NON LA LASCI MAI DAVVERO, E’ COSI?
Questa è la nostra forza. Io spero sia un arrivederci, mi piace pensare che un domani possa tornare anche se non sarà facile per i motivi che ho detto, sono però sicuro che le porte della Lazio saranno sempre aperte.
Il saluto del presidente Massimo Moroli: “Filippo ha contribuito a scrivere 30 anni della nostra gloriosa storia, prima come atleta, poi come dirigente, un lavoro prezioso il suo che ha permesso alla Lazio di raggiungere gli obiettivi fissati. Da parte mia e della società un sentito ringraziamento e l’augurio di grandi fortune, nella speranza che presto possa tornare a riabbracciarci”.
Il saluto del tecnico Claudio Sebastianutti: “la Lazio Nuoto perde un collaboratore importante, per me un punto di riferimento che ho sempre avuto sia da giocatore che soprattutto da tecnico, sono sicuro che Filippo anche da fuori troverà il modo di sostenerci, poi in futuro chissà, sono sicuro che le strade con la Lazio si rincontreranno”.