LA STORIA A LIETO FINE DI ASTORIA, CATTURATA, RINCHIUSA IN GABBIA E PRIVATA DELLE PENNE REMIGANTI. ORA È TORNATA IN LIBERTÀ
Una storia a lieto fine quella di Astoria, la femmina di Astore (Accipiter gentilis il nome scientifico) che nei giorni scorsi è stata liberata nell’ambiente naturale dal personale delle Aree protette delle Alpi Cozie e della Polizia locale della Città Metropolitana di Torino. Una storia iniziata poco più di un anno fa, il 13 gennaio 2020, quando al personale delle Aree protette delle Alpi Cozie giunse la segnalazione di un rapace detenuto illegalmente nel pollaio di una casa nel borgo vecchio di Avigliana. Alla femmina di Astore erano state tagliate le penne remiganti, la parte più importante del piumaggio, per impedirle di volare.
La Polizia metropolitana, dopo aver svolto le indagini del caso, aveva sequestrato e successivamente distrutto una gabbia-trappola, in cui erano ancora presenti esche alimentari, probabilmente utilizzate per catturare l’astore. Il volatile era stato sequestrato e affidato al personale del Parco naturale dei Laghi di Avigliana, che vanta specifiche conoscenze in campo ornitologico, ha maturato una lunga esperienza nella gestione dei selvatici e dispone delle strutture necessarie a garantirne la riabilitazione.
Ribattezzata Astoria, la giovane femmina si è adattata giocoforza alla vita in cattività ed è stata accudita per oltre un anno con discrezione e professionalità dai guardiaparco e dai veterinari. In casi come questo occorre limitare al minimo indispensabile i contatti tra esseri umani e animale selvatico, per evitare che perda la naturale indole predatoria e familiarizzi eccessivamente con l’uomo.
Ad un anno di distanza dal suo ritrovamento, le penne remiganti di Astoria sono risultate in buona parte sostituite e in grado di garantirle il volo. Il buono stato di salute del volatile e l’approssimarsi del periodo riproduttivo iniziavano a rendere l’animale insofferente alla permanenza in voliera, che infatti è terminata con la sua liberazione.