SI AMPLIA LA COLLABORAZIONE TRA INTESA SANPAOLO E CONSORZIO DI TUTELA BAROLO E BARBARESCO ALBA LANGHE E DOGLIANI
LA NOVITA’ PER I PRODUTTORI: SMOBILIZZARE I VINI DA INVECCHIAMENTO PER GARANTIRSI NUOVO CREDITO
- Il decreto “Cura Italia” ha aperto la strada del pegno rotativo, che Intesa Sanpaolo e Consorzio hanno trasformato in una soluzione su misura per le aziende della Langa
- La Direzione Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria stanzia un plafond di 50 milioni di euro per i produttori del territorio
- Circa il 94% del vino prodotto in Piemonte è DOP e IGP, la Regione si posiziona al secondo posto in Italia per esportazioni e vanta il miglior indice di reputazione enologica su scala nazionale
Si aggiunge un tassello importante alla collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Consorzio di Tutela Barolo e Barbaresco Alba Langhe e Dogliani. Ai nastri di partenza la possibilità di convertire i vini più nobili del territorio in garanzia per ottenere nuovo credito in tempi rapidi. Nello specifico, un finanziamento a 5 anni, con un periodo di preammortamento, quanto occorre per far fronte alle difficoltà del settore, ristabilire un equilibrio finanziario in azienda e investire nella ripartenza.
La Direzione Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria per sostenere l’iniziativa ha stanziato un plafond di 50 milioni di euro. Il Consorzio è intervenuto fin dalle prime fasi, facendo da tramite rispetto alle effettive necessità delle cantine e anche in futuro avrà un ruolo attivo nell’iniziativa.
L’operazione – tecnicamente una cartolarizzazione messa a punto dalla Divisione IMI Corporate & Investment Banking – permette alle aziende di accedere a un finanziamento pluriennale e continuativo a fronte dell’iscrizione in pegno delle ultime 3 annate di vino “atto” Barolo e delle ultime 2 annate di vino “atto” Barbaresco. Il valore della garanzia sottostante è calcolato sulla base del prezzo delle uve pubblicato dalla Camera di Commercio di Cuneo. L’operazione si basa sulla struttura giuridica del pegno rotativo non possessorio su prodotti agricoli e alimentari, secondo cui il produttore può disporre liberamente del vino dato in garanzia per tutti i processi di lavorazione e affinamento.
La pandemia di Covid-19 ha creato non poche difficoltà al settore vitivinicolo piemontese. Le più penalizzate sono le imprese maggiormente legate al canale Ho.re.ca. (Hotellerie-Restaurant-Café), fortemente impattato dalle limitazioni imposte per il distanziamento sociale e dal blocco degli spostamenti di piacere, turistici e di business. La battuta d’arresto è stata invece meno rilevante per gli operatori legati alla grande distribuzione od organizzati per le vendite online.
Il territorio, grazie ad anni di lavoro pregresso e di investimenti su qualità, identità, certificazioni e legami con la filiera, mantiene tuttavia le potenzialità per affrontare l’emergenza in corso. A cominciare dalla qualità: la produzione di vino DOP e IGP in Piemonte rappresenta quasi il 94% del totale regionale. A livello nazionale la Regione, che nel nostro Paese vanta il miglior indice di reputazione enologica, si posiziona al secondo posto per esportazioni, pari nel 2019 a 1,1 miliardi di euro, nonostante si collochi solo al settimo posto per produzione, con 2,5 milioni di ettolitri.
Anche nel difficile contesto del 2020 il distretto dei Vini delle Langhe, Roero e Monferrato si è distinto per una buona resilienza sui mercati esteri, posizionandosi tra i migliori distretti dei vini italiani in termini di esportazioni, con un calo nei primi 9 mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo 2019 contenuto all’1,1%. In particolare, la provincia di Cuneo nei primi nove mesi dell’anno (ultimi dati disponibili) è riuscita ad incrementare le vendite negli Stati Uniti e in alcuni importanti mercati europei come Belgio, Norvegia, Svizzera, Francia, Slovacchia e Paesi Bassi.
La disponibilità di nuovo credito permetterà alle imprese che vorranno usufruirne di avere maggiori risorse da investire in strategie per la ripartenza. Oltre a introdurre la novità del pegno rotativo, il rinnovo dell’accordo conferma la collaborazione tra Consorzio e Banca sui principali temi in risposta alle specifiche necessità del settore: credito, sostegno all’export, accordi di filiera.
Sul fronte dell’e-commerce, dove con il lockdown gli acquisti online sul mercato italiano sono cresciuti del 55% rispetto al 2019, Intesa Sanpaolo offre ai produttori l’accesso a Destination Gusto. La piattaforma online per la valorizzazione e la vendita delle eccellenze enogastronomiche del Made in Italy garantisce pagamenti sicuri e si fa carico della logistica.
Per Matteo Ascheri, Presidente del Consorzio: “Nonostante i problemi legati alla pandemia e le previsioni funeste, il nostro settore ha retto bene nel 2020. È chiaro che nel 2021 ci saranno ancora molte incertezze sui nostri mercati. Sapere di poter contare sulla collaborazione con un istituto di credito di primaria importanza e attento alle esigenze delle nostre cantine come Intesa Sanpaolo ci rende ottimisti e fiduciosi”.
Per Teresio Testa, Direttore regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo: “Abbiamo voluto costruire una soluzione su misura per il nostro territorio e darle forza con un primo stanziamento di 50 milioni di euro. Il vino che si affina in cantina diventa un attivo nel bilancio dell’azienda: un’idea semplice, ma che richiede una Banca che voglia assumersi il rischio, un partner affidabile come il Consorzio e il coraggio dei nostri produttori che comprendono come l’unica via praticabile sia continuare ad investire in digitalizzazione, nuovi strumenti di lavoro, formazione, comunicazione”.