Tuffi, Coppa Tokyo: la rabbia dei Verzotto, bloccati nonostante il tampone negativo e l’autorizzazione della ASL
Alla piscina “Bruno Bianchi” di Trieste è andata in scena la Coppa Tokyo Open di tuffi a cui ha preso parte il bolzanino Maicol Verzotto (Fiamme Oro/Bolzano Nuoto). Avrebbe dovuto partecipare anche Julian Verzotto (G.S. Carabinieri/Bolzano Nuoto), ma a causa della positività al Covid-19 di una ragazza appartenente come lui al G.S Carabinieri, Julian non ha ricevuto il via libera. I due fratelli hanno dunque dovuto rinunciare alla piattaforma sincro.
Maicol, bloccato fino all’ultimo, ha gareggiato nella piattaforma individuale, dove si è piazzato terzo con 378.75 punti, dietro ad Andreas Larsen (Fiamme Oro) con il punteggio di 422.65 e a Riccardo Giovannini (Fiamme Oro) con 384.30 punti. Ricordiamo che la competizione era la seconda su tre di selezione per la Coppa del Mondo, a sua volta qualificante per le Olimpiadi.
L’amarezza di Maicol Verzotto: “Purtroppo c’è stata una ragazza positiva in piscina a Bolzano. Inizialmente ci hanno bloccati tutti, poi la sera prima delle gare hanno autorizzato me a partire, ma non Julian, perché fanno parte della stessa società. Ho provato molta rabbia. Julian non ha avuto contatti stretti con questa ragazza. Inoltre aveva l’ok dell’ASL, non è stato in quarantena, aveva due tamponi negativi e la lettera medico che gli dava il lasciapassare. Io sono partito all’alba, ho partecipato una qualifica olimpica con sveglia alle 4 e cinque ore di macchina, Julian addirittura non è potuto partire. Considerando tutto, il punteggio che ho totalizzato è buono e sono ancora primo nel ranking, anche se ho perso il vantaggio accumulato nella prima gara. Vedremo come andrà la prossima, l’ultima di selezione nazionale. Penso che le cose sarebbero potute andare diversamente, Julian sarebbe dovuto partire e io avrei potuto gareggiare in condizioni migliori”.
Le dichiarazioni di Julian Verzotto: “Lunedì abbiamo fatto tutti il tampone e una ragazza che doveva partire con noi è risultata positiva. Pur non avendo avuto contatti stretti con lei, è scattato un protocollo per cui dovevamo presentare una serie di documenti alla Federazione e nel mio caso ai Carabinieri. Sia io sia Maicol siamo riusciti ad avere l’ok dalla FIN, i Carabinieri invece inizialmente mi hanno bloccato, poi mi hanno autorizzato, ma a quel punto è stato giudice arbitro a impedirmi l’ingresso in piscina per evitare che succedesse qualcosa di simile a quanto accaduto agli Assoluti di nuoto, dove è scoppiato un focolaio. E così con grande dispiacere per me è saltata l’intera gara”.