Ai raggi X l’impegno dei sistemi frenanti delle monoposto di Formula 1 al Circuit Paul Ricard
Dal 21 al 23 giugno il Circuit Paul Ricard ospita l’8° appuntamento del Mondiale 2019 di Formula 1.
Situato a Le Castellet, piccolo comune nel sudest della Francia, nella regione Provence-Alpes-Côte d’Azur, è stato inaugurato nel 1970. È intitolato a Paul Ricard, creatore dell’omonimo pastis, che voleva valorizzare quell’area a lui cara con un avvenimento sportivo di portata internazionale.
Nel 1971 la pista ospitò il primo Gran Premio di Formula 1 e continuò a farlo, alternandosi inizialmente con la pista di Digione, fino al 1990. Il layout attuale del circuito è però più simile a quello usato dal 1971 al 1985, anche in termini di lunghezza, rispetto alla versione ridotta (3.813 metri di lunghezza) impiegata dal 1986 al 1990.
La principale differenza con la pista originaria riguarda la chicane introdotta sulla “ligne droite du Mistral” per spezzare in due tronconi il lunghissimo rettilineo di 1.800 metri.
Con 5.842 metri è la quinta pista più lunga del campionato, dopo Spa-Francorchamps, Baku, Silverstone e Sochi.
Si tratta di una pista molto tecnica, da medio carico aerodinamico con curvoni velocissimi come la Signes (curva 10) che viene affrontata in pieno e altre molto lente come la curva 15, in cui le monoposto scendono sotto i 90 km/h.
Secondo i tecnici Brembo, che hanno classificato le 21 piste del Mondiale, il Circuit Paul Ricard rientra nella categoria dei circuiti scarsamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 2.
L’impegno dei freni durante il GP
In media, durante un intero giro, i piloti di Formula 1 useranno i freni per oltre 15 secondi e mezzo, un valore simile al GP Bahrain e al GP Russia.
Al Paul Ricard però gli impianti frenanti sono azionati per il 17 per cento dell’intera gara, a Sakhir per il 18 per cento e a Sochi per il 16 per cento.
La media sul giro delle decelerazioni massime è di 3,1 g perché dalla curva 9 fino all’arrivo è presente solo una curva da 3,1 g e le restanti non superano i 2,3 g.
Sia l’energia dissipata (115 kWh) che il carico sul pedale del freno (33 tonnellate) sono tra i valori più bassi dell’intero Mondiale 2019.
Le frenate più impegnative
Alle 15 curve del Circuit Paul Ricard corrispondono 8 frenate: una sola è classificata come impegnativa per i freni, 2 sono di media difficoltà e le restanti 5 sono light.
La staccata più impegnativa è quella alla curva 8, la chicane che taglia in due il rettilineo del Mistral: le monoposto vi arrivano a 340 km/h e frenano per 2,09 secondi durante i quali coprono 123 metri per affrontarla a 137 km/h.
I piloti devono esercitare un carico di 142 kg e sono soggetti ad una decelerazione di 5,3 g. Molto impegnativa è anche la prima curva dopo il traguardo: da 331 km/h a 177 km/h in 1,72 secondi, grazie a 98 kg di carico sul pedale del freno mentre la decelerazione è di 4,4 g.
Valori leggermente inferiori per la Virage de l’Hôtel (curva 3): da 299 km/h a 163 km/h in 1,86 secondi con 4 g di decelerazione.
Prestazioni Brembo
Alain Prost ha vinto il GP Francia nel 1989 con la McLaren e nel 1990 con la Ferrari, usando entrambe le volte i freni Brembo. Insieme a Ferrari, Brembo ha inoltre conquistato il GP Francia del 1975 disputato al Paul Ricard: Niki Lauda realizzò la pole, vinse e restò in testa dal primo all’ultimo giro.
Ufficio Stampa