Il nuoto, l’integrazione, l’adolescenza e le promesse del futuro
A Venezia La felicità è blu, ultimo cortometraggio di Enza Negroni
Il documentario, vincitore al progetto MigrArti 2018, in programma il 2 e 3 settembre
Una produzione Proposta Video in collaborazione con Uisp Emilia-Romagna Un fratello e una sorella, adolescenti, i loro sogni che crescono e s’inseguono in parallelo lungo le corsie delle piscine di Bologna – dentro cui spicca la loro pelle scura – puntando alla Nazionale italiana. Sono immagini della vita di Samuede e Sonia Andreis, al centro del cortometraggio documentaristico La felicità è blu, ultimo lavoro della regista bolognese Enza Negroni, che dopo La prima meta torna a occuparsi dello sport come strumento d’inclusione. L’opera, prodotta da Proposta Video in collaborazione con Uisp Emilia-Romagna e con il patrocinio del Comune di Bologna, è vincitrice del progetto MigrArti 2018 indetto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e concorre al Premio MigArti Venezia Edizione 2018. Anteprima nazionale con proiezione di tutti i progetti selezionati il 2 settembre (ore 14-18) e il 3 settembre (ore 9-13) al Lido di Venezia, nel Cinema Astra in via Corfù 30126, nell’ambito del Venice Production Bridge.
La felicità è blu nasce per raccontare una storia familiare di sport, che ha risvolti sociali capaci di sfatare discriminazioni razziste. Ad oggi sono pochi i campioni olimpici neri nel nuoto, perché si è creduto che non fossero adatti a questa disciplina, indulgendo nella convinzione che una differenza razziale nella struttura fisica impedisse loro di praticare questo sport con successo: si è parlato di densità ossea più elevata e di minor percentuale di tessuto grasso, dai cui uno stare a galla più difficilmente. Alcuni atleti neri – come il surinamese Anthony Nesty o l’olandese Enith Brigitha – hanno dimostrato il contrario, conquistando storici successi olimpici. Samuede e Sonia, due giovani bolognesi, puntano a seguire questa strada.
La regista Enza Negroni prosegue una linea autoriale sui temi dell’integrazione dopo due lavori nel carcere della Dozza di Bologna, uno sulla squadra di rugby intitolato La prima meta e uno sul coro dal titolo Shalom. L’attenzione è posta sulla crescita individuale, con le inquietudini dell’adolescenza dei due protagonisti, nati in Italia da padre italiano e madre nigeriana. La produzione Proposta Video di Valeria Consolo ha affidato il progetto a un team affiatato, che ha accettato la sfida di un racconto breve sulle seconde generazioni e le loro eccellenze.
A supporto di questa sfida la Uisp Emilia-Romagna, che ha fornito competenze e strutture per raccontare la vita sportiva dei protagonisti, formatisi nei corsi del Circolo Nuoto Uisp Bologna, fucina di eccellenze come Martina Grimaldi e Marco Orsi. Il tutto in linea con un percorso di produzione video e di racconto documentaristico del fenomeno sportivo come strumento d’integrazione che Uisp Emilia-Romagna ha avviato nel 2016, producendo La prima volta (documentario sul reinserimento tramite lo sport dei detenuti del carcere minorile di Bologna) e collaborando con Mammut Film al corto di finzione L’incontro, vincitore del progetto MigrArti 2017.

Ufficio Stampa