LUCA BARALDI: “LA PROPRIETA’ SEMPRE PIU’ PRESENTE, RAMAGLI NON E’ L’UNICO COLPEVOLE”
C’è la proprietà di Virtus Pallacanestro, in prima fila alla conferenza stampa organizzata nella sede societaria, in via dell’Arcoveggio. Rappresentata da Luca Baraldi e Claudio Abertini, membri del CdA bianconero, e da Daniele Fornaciari, presidente di Fondazione Virtus. Loro sono al tavolo dei relatori, ma in una platea zeppa di rappresentanti dei media ci sono anche il presidente Bucci, il vicepresidente Sermasi, il Gm Trovato, il Ds D’Orta, e tutti quelli che fanno andare avanti la macchina dietro le quinte. Un segno di unità d’intenti, quella che fa la differenza nei momenti felici ed in quelli più delicati.
Le prime indicazioni: fiducia nei confronti di coach Ramagli, un incontro a breve termine (si svolge prima dell’allenamento pomeridiano) con la squadra, per ragionare delle ultime non esaltanti prestazioni e cercare di capirne i motivi.
“Noi siamo responsabili davanti ai nostri tifosi”, attacca Luca Baraldi, “e abbiamo impostato la nuova stagione tenendo conto di quanto di buono avevamo fatto in quella passata. La Serie A è forse un’altra cosa, si può vincere o perdere, ma bisogna farlo tenendo sempre a mente i valori. Certo, in A2 eravamo una famiglia, qui c’è un grado più elevato di professionismo, noi per primi forse dobbiamo fare un mea culpa perché stiamo portando avanti la nostra immagine nel mondo, e i modi sono importanti. Finanziare una società è importante, occuparsene a tempo pieno è ancora più impegnativo, e questo ora dobbiamo fare. Senza mettere in discussione il nostro staff dirigenziale, dal presidente Bucci che è un fondamento del nostro sentire comune, a Trovato e al nostro coach Ramagli”.
IN PRIMA FILA – “Così, insieme ad Albertini e Fornaciari, si è deciso di sintetizzare il presidio della proprietà nella figura di una persona. Non avevamo sostituito Loredano Vecchi nel ruolo di amministratore, ma è un fatto che occorre qualcuno in un ruolo di rappresentanza, in modo che quando occorre sia la proprietà ad esporsi, non l’allenatore. Negi ultimi tempi ci è sembrato di vedere la squadra meno motivata, domenica scorsa Cantù contro di noi sembrava una squadra assatanata. Bene, io rappresento un imprenditore serio, etico, uno che qualche anno fa ha fatto un intervento economico per salvare il Bologna uscendone dopo venti giorni. Abbiamo scelto la pallacanestro pensando di trovare in questo mondo valori importanti, nella Virtus più che mai vogliamo che esistano. Per questo abbiamo deciso che sulla mia persona si sintetizzerà questo ruolo. Non sarò Ad, resterò uno dei membri del CdA ma la mia presenza in società sarà più intensa”.
FIDUCIA A RAMAGLI – “I problemi non si risolvono mandando via l’allenatore, noi oggi abbiamo una classifica che non rispecchia gli investimenti fatti, o un monte stipendi da Eurolega. Cercheremo di risolvere le problematiche, ma partendo dal presupposto che a sbagliare non è stato solo Ramagli, non è stata solo la squadra, ma tutte le componenti insieme, società compresa. Adesso si tratta di capire i problemi comportamentali, più ancora che quelli tecnici. Vogliamo che la squadra scenda in campo per vincere, non per fare gite in giro per l’Italia. Abbiamo valorizzato gli atleti italiani, perché siamo un’azienda italiana e scegliamo questo percorso. Abbiamo il capitano della Nazionale, dove è rientrato anche Alessandro Gentile. Crediamo in questo progetto, che non è soltanto vendere caffè… Oggi parlerò con Ramagli, gli dirò che se lui ha ancora voglia di andare avanti, per noi l’allenatore della Virtus è sempre lui; e parlerò con la squadra, per vedere se c’è quell’armonia che do per scontata… Qui si rema tutti nella stessa direzione, e visto che la Virtus non è una prigione, se a qualcuno non piace l’idea è libero di andare via”.
UN PROBLEMA MENTALE – “Contro Cantù la sensazione è stata quella di un gruppo alle prese con un problema di tipo psicologico, più che tecnico. Forse non è sufficiente pagare puntualmente gli stipendi, e non credo che qualcuno si comporti volutamente così. Lo ripeto, però: il responsabile per noi non è Ramagli, le colpe vanno divise tra tutti. La squadra ha un monte stipendi di 4 milioni, in questa speciale classifica è seconda o terza in Italia. Non pretendiamo di essere secondi o terzi anche in campionato, ma nemmeno di sentir parlare di zona retrocessione. Quello che è successo due anni fa è stato uno scempio, non vogliamo che si ripeta. Serve un comportamento integerrimo, una professionalità adeguata ai colori che si indossano. Noi saremo vicini alla squadra e alla società, con lo scopo di dare serenità, e allo stesso tempo non accetteremo comportamenti scorretti, se ci saranno, né in campo né fuori. Dobbiamo rispettare chi ha fatto sacrifici per abbonarsi, chi ha creduto in noi”.
UN TEMPO NUOVO – “A Ramagli bisogna dare il tempo di lavorare. Non lo metterà certo in discussione un’eventuale sconfitta con Torino, purché sia ottenuta in modo sportivamente corretto. Oggi è in difficoltà dal punto di vista professionale, ed è dovere di un’azienda aiutare un proprio collaboratore in difficoltà. Buttarlo a mare sarebbe un gesto sbagliato, e io mi sarei sentito meschino se lo avessi allontanato ieri. Gli allenatori, una volta scelti, vanno tenuti e se è il caso protetti. La proprietà è probabilmente mancata nella quotidianità, nella presenza in azienda, perché un’azienda la capisci se la vivi, magari 10 o 12 ore al giorno. E la Virtus è un’azienda particolare, perché si parla di sport e occorre un uomo di sport a tenerne le redini. Magari non resterò qui dieci ore al giorno, ma farò sentire che la proprietà c’è, e la nostra presenza potrà essere un aiuto vero. Questa è la Virtus, voglio ricordarlo, e qui non si viene a giocare nella Virtus, ma per la Virtus”.
“Siamo sulla stessa frequenza”, ribadisce Claudio Albertini, “e alle voci che parlano di frizioni tra le varie anime della proprietà rispondo che sono illazioni prive di fondamento. Sono stato io a coinvolgere Zanetti, figurarsi. Dobbiamo ringraziarlo tutti, per questo grande atto di responsabilità. Forse sul coinvolgimento ancora più diretto di Baraldi arriviamo un po’ lunghi, ma se dovremo prendere provvedimenti anche drastici siamo qui e lo faremo. Quello che dobbiamo ritrovare è lo spirito della passata stagione, chiedendo ai giocatori di ritrovare intensità e rabbia agonistica, per riportare passione ed entusiasmo”.
“La nostra stella polare”, chiude Daniele Fornaciari, “è quella di dimostrare a tifosi e soci, a tutti quelli che hanno a cuore le sorti della Virtus, che questo gruppo gioca per vincere e non per vivacchiare il tempo di una partita”.