U.S. Cremonese, da oggi il logo dell’Università di Pavia sulla maglia
Accordo fra la società sportiva e l’Ateneo per promuovere sport e formazione.
Il direttore di Lega B Bedin: “Cultura e sport agonistico non devono essere alternativi”
Il Rettore Rugge: “Il nostro legame con Cremona si fa ancora più forte”
La U.S. Cremonese porterà sulla sua maglia ufficiale il logo dell’Università di Pavia.
L’accordo, che avrà validità annuale, prevede la presenza del logo dell’Ateneo di Pavia sulle maglie che i giocatori grigiorossi utilizzeranno in ogni partita ufficiale della stagione 2017/18 a cominciare dalla trasferta di Vercelli del campionato di Serie B ConTe.it.
Oltre all’inserimento del logo sulla parte frontale della divisa, l’U.S. Cremonese concede all’Università di Pavia la possibilità di distribuire allo Stadio Zini, nei giorni di gara, materiale informativo relativo ai Corsi di Laurea, attraverso personale universitario.
Inoltre, a rafforzare ancora più la collaborazione già in essere tra l’Ateneo e il sodalizio grigiorosso, saranno attivati stage e tirocini dedicati agli studenti del Corso di Laurea in Scienze Motorie o di Corsi di Laurea di Management, che saranno inseriti all’interno della società nelle aree di riferimento.
La convenzione, inoltre, concede all’U.S. Cremonese la possibilità di utilizzare le strutture universitarie per l’organizzazione di eventi con i partner commerciali e istituzionali della squadra e la possibilità di organizzare due giornate di approfondimento su temi di livello nazionale legati allo sport e alla formazione con testimonial d’eccezione.
Particolarmente soddisfatto per il raggiungimento dell’accordo, il presidente Paolo Rossi commenta: “Siamo orgogliosi di poter rappresentare l’Università di Pavia e il mondo dell’istruzione attraverso il logo che comparirà sulle nostre maglie da gioco. Siamo convinti che si tratti solo del primo passo di una collaborazione sempre più proficua”.
Il rapporto fra l’Università di Pavia e la città di Cremona è radicato e strategico: l’attuale Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali è l’esito di una storia iniziata nel 1952 e proseguita con l’istituzione della Scuola di Paleografia e Filologia Musicale, nel 1970, presso l’Università di Pavia.
«Il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali è un unicum in Italia – sottolinea il Magnifico Rettore dell’Università di Pavia, Fabio Rugge – Il nostro Ateneo ha voluto essere presente nella città simbolo della liuteria mondiale. Ha creato così una sinergia col Comune di Cremona e la Fondazione Arvedi-Buschini; e questa sinergia rende il Dipartimento e i suoi corsi una realtà di grande pregio».
Ne sono prova il recente Corso di laurea in Conservazione e restauro dei beni culturali, la “Collezione di strumenti musicali e rulli per autopiano” di Cremona, elemento di spicco nel Sistema Museale di Ateneo di Pavia, e l’importantissimo Laboratorio “Giovanni Arvedi”.
Quest’ultimo monitora in modo non invasivo i cambiamenti che continuano ad avvenire nei preziosi archi conservati presso il Museo del Violino.
Negli ultimi anni il Laboratorio, in collaborazione con il Dipartimento di Musicologia, ha tenuto sotto osservazione e curato i celeberrimi violini di Antonio Stradivari (in totale 14 strumenti) ed ha svolto indagini sulla collezione di “Reperti Stradivariani” dello stesso Museo. Il Laboratorio ha inoltre messo a punto un “Protocollo analitico per lo studio di strumenti musicali ad arco” e ha attivato servizi analitici a beneficio di liutai, restauratori e conservatori.
Il Rettore commenta: «Oggi il legame con Cremona si fa più forte. Il nostro nome sarà sulle maglie dell’Unione Sportiva Cremonese. Università e squadra hanno entrambe una tradizione importante e giocano entrambe una partita in attacco».
Per l’Università di Pavia, del resto, il connubio con lo sport è un impegno da molti decenni. L’Ateno, tra l’altro, vanta campioni olimpionici di canottaggio e ha istituito percorsi accademici pensati per gli atleti professionisti.
Il professor Francesco Svelto, Prorettore vicario, ha lavorato molto a questo accordo. La presenza dell’Università di Pavia sulle maglie ufficiali della Cremonese nasce da un suo colloquio con il Cavalier Giovanni Arvedi. Svelto crede molto nella capacità dello sport di veicolare un’immagine dinamica dell’università. “Il calcio, in particolare, è un formidabile veicolo per parlare alle giovani generazioni e fare loro arrivare un messaggio sull’importanza della formazione per il loro successo nella vita”.
Il sindaco di Cremona, professor Gianluca Galimberti, ha fortemente voluto essere presente alla conferenza stampa di presentazione. “Presentiamo – spiega – un accordo di rilievo e lungimiranza. Viviamo un momento di transizione complicato, ma interessante. Le Università di oggi hanno pochi enti finanziatori, a Cremona ci sono gli enti privati e l’amministrazione comunale. Qui abbiamo un esempio di una istituzione già pienamente radicata nella società come una Università e lo sport. La Cremonese al momento calca i campi a livello nazionale, è in Serie B e, come per l’Università, è una realtà importante. Nella nostra città si necessita la crescita della cultura sportiva, e questo è un esempio di interazione fra il mondo della cultura e della formazione con lo sport, perché lo sport è cultura. Si inserisce in un percorso intenso di questi anni che mette in relazione lo sport nelle scuole e nelle università”.
La conclusione dei lavori è affidata alle parole di Paolo Bedin, direttore generale della Lega B: “Una Lega– dice – si augura sempre di avere società che siano radicate nel territorio, ma anche che abbiano in mente progetti di questo tipo, con valori importanti in gioco. Senza fare torto ad altre associate, siamo molto contenti di aver accolto la Cremonese e la sua proprietà in Serie B. Il Cav. Arvedi ostenta serietà, attenzione al territorio, ed investimenti non solo per la squadra e il mero aspetto calcistico, ma anche per le strutture. Vorremmo che questa iniziativa fosse contagiosa, che questo accordo possa fare da apripista ad ulteriori collaborazioni tra mondo del calcio e dell’Università: la cultura deve far parte del bagaglio di crescita degli atleti».
Ufficio Stampa