Tre suggerimenti per un Ferragosto tra laghi e torrenti, ai piedi (o in cima) alle Dolomiti patrimonio dell’umanità.
Per chi desidera un Ferragosto all’insegna della pigrizia, sole-ombrellone-libro-pisolino, la meta a sforzo zero è il Cordevole. La gran parte dei bambini bellunesi – i bambini di oggi, come quelli di ieri – conosce o ricorda la trepidazione dell’attesa e poi la gioia all’arrivo dei caldi weekend estivi, quando finalmente ci si può buttare nelle acque gelide e movimentate del Cordevole, il torrente che dalle montagne del passo Pordoi scende tra valli strette e crode severe fino al Piave, dove sfocia all’altezza di Santa Giustina. Ai piedi della vallata Agordina ci sono una serie di punti in cui le acque del torrente si fanno più profonde e raccolte, che sono ormai da generazioni i luoghi dei giochi d’acqua e della frescura estiva. Tra questi, quello forse più conosciuto e più semplice da raggiungere anche per i non autoctoni sono le pozze sotto la passerella al Peron. Lungo la statale che collega Belluno ad Agordo, prima che la valle si restringa e si faccia tutta curve, c’è la località del Peron: sulla sinistra c’è una lunga passerella traballante che permette ai pedoni di attraversare il torrente. Proprio sotto la passerella ci sono alcuni degli angoli più frequentati e amati del Cordevole: le acque smeraldine scorrono vivaci, qui e lì formando delle piccole pozze perfette per i tuffi e delle correnti da parco acquatico particolarmente apprezzate dai bambini. Bisogna fare attenzione, naturalmente, ma l’acqua è relativamente bassa in questo tratto del torrente, e anche per questo i sassi sotto la passerella si riempiono presto di famiglie colorate con ombrelloni, giraffe gonfiabili, cocomeri e spray antizanzare… Si consiglia di arrivare presto!
Per chi arriva nel Bellunese da sud, salendo in autostrada da Treviso o – anche meglio – lungo la statale che svalica la sella del Fadalto, il colpo d’occhio della acuminata corona di crode che si specchia nelle acque cupe del lago di Santa Croce è davvero un magnifico benvenuto in Dolomiti. È magnifico di giorno, quando le cime spesso imbiancate si riflettono mosse, sul piano dell’acqua solcato da qualche barchetta di pescatori, ed è magnifico di notte, quando il lago diventa una tavola nera e sparisce, oscurato dallo stellato che sovrasta l’Alpago. Santa Croce è il secondo lago più grande del Veneto. È parecchio ventoso, ed è perciò l’ideale per gli amanti degli sport d’acqua. D’estate (ma già dalla primavera) le spiagge all’altezza di Farra d’Alpago si riempiono di bagnanti e di windsurfer, velisti, kitesurfer… Questo è decisamente il luogo più vicino al mare che ci sia nel Bellunese: è un mare dolce, abbracciato da boschi e montagne, a breve distanza da luoghi che dal mare sono invece lontani anni luce, come la foresta del Cansiglio e le cime meta di camminatori e amanti del parapendio. La giornata al lago di Santa Croce può essere un’altra giornata a sforzo zero, come quella al Cordevole, o può diventare l’occasione per una bella gita in bicicletta. Da poco infatti è stata inaugurata la ciclovia che da Soverzene (tra Ponte nelle Alpi e Longarone, a pochi chilometri dal capoluogo Belluno) scende lungo il greto del Piave e conduce fino al lago di Santa Croce e poi, volendo, fino al Fadalto, tra gallerie, fiumi, ponti, canali. Se siete amanti degli sport d’acqua e delle spiagge colorate, vive, piene di gente, fermatevi a Farra, sulla sponda nord orientale del lago. Se invece cercate un luogo un po’ più tranquillo e raccolto, proseguite fino all’estremità sud-orientale, e raggiungete l’affascinante baia delle Sirene, dove si trova anche un centro sperimentale ittiogenico che racconta i segreti del lago e dei suoi abitanti – carpe, lucci, cavedani, trote, pesci persico…
Infine, un Ferragosto in alta quota, in occasione del quale potrete bagnarvi i piedi stanchi di camminata nelle acque gelide e azzurrissime di uno dei laghetti più belli delle Dolomiti Bellunesi. Quest’ultima proposta prevede un seppur contenuto sforzo fisico, perché al laghetto del Coldai ci si arriva solamente a piedi. La vista però ripaga lo sforzo, e ben oltre qualunque aspettativa, perché il lago si trova ai piedi della grandiosa parete sud della Civetta, una delle più belle e maestose cime della montagna bellunese. La salita al lago è davvero semplice: da Palafavera (siamo nello Zoldano) c’è un’antica placida mulattiera militare dei tempi della Grande Guerra che porta fino al rifugio Sonino al Coldai, e da qui al lago mancano giusto dieci, quindici minuti di sentiero. Che poi facciate o meno il bagno nel lago, sarete comunque entusiasti di aver fatto la fatica di salire fin quassù: per il colore abbacinante delle acque che quasi brillano, sul grigio della parete di rocce; per la vista mozzafiato a 360° su gran parte delle Dolomiti e per lo scorcio sulla cittadina e sul lago di Alleghe, giù molto molto in basso. Senza contare che qui, sicuramente, sarete riusciti a sfuggire all’afa insopportabile dei Ferragosto tradizionali…