Cristian Gandini, centrovasca classe 1994, nato ad Imperia, è uno dei nuovi volti della Reale Mutua Torino’81 Iren. Benvenuto Cristian.

“Sono molto contento di questa nuova esperienza e non vedo l’ora di cominciare gli allenamenti e di buttarmi a capofitto in questa avventura”.
Giovane sì ma già con tante esperienze di livello alle spalle: Camogli, Sori e Bogliasco, solo per citarne alcune.
“Ho giocato in tante squadre ed è da 7 anni che ormai sono lontano da Imperia, ma questa sarà la prima volta che giocherò fuori dalla mia Liguria e per la prima volta vivrò in un posto dove non c’è il mare (ride ndr). Scherzi a parte per me è stimolante venire a giocare a Torino e spero davvero di fare bene.
Una nuova città e tanti nuovi compagni da conoscere.
Sì ma molti li conosco già, come Daniel Presciutti e Andrea Rolle. Quello di Torino è un gruppo consolidato, giocano insieme da tantissimi anni e sono riusciti mai a snaturarsi e ad ottenere grandi risultati come la promozione in A1 due anni fa e la salvezza lo scorso anno. Questo è un pregio ed è la dimostrazione di come siano cresciuti tantissimo con il duro lavoro. Inoltre avrò modo di imparare tanto da giocatori esperti come Vuksanovic e Rolle.

Quali sono i tuoi obiettivi?

In primis quello di dare una mano alla squadra e di conquistare la salvezza. Guardando a me stesso invece voglio solamente continuare a lavorare sodo per proseguire la mia crescita e migliorarmi ancora di più.

Da avversario spesso ti sei trovato dover giocare alla Monumentale, una delle piscine più “calde” d’Italia .

Quest’anno quando siamo venuti a giocare a Torino la Monumentale era tutta piena. Da avversario lo patisci e sfidare Torino in casa loro non è mai facile. Ovviamente avere tutto quel pubblico dalla tua parte ti aiuta molto e ti può dare la carica giusta. Anche a Bogliasco avevamo un folto numero di tifosi e posso dire che spesso il pubblico può fare la differenza.

Cristian se dovessi citare un tuo pregio e un tuo difetto?

Sono una persona molto riflessiva; il che molto spesso è un aspetto positivo però a volte può rivelarsi anche controproducente. In alcuni casi, infatti, dovrei pensare un po’ meno.

Da un giovane promettente a un veterano della pallanuoto, come Boris Pavlovic, che metterà a servizio dei gialloblu tutta la sua esperienza. Un pallmares di tutto rispetto per il centroboa croato classe ’80, che quest’anno ha giocato in Romania con l’Oradea raggiungendo la finale di Len Euro Cup.

Perchè hai scelto Torino?

Avevo anche altre offerte. Ho parlato con altri miei colleghi e tutti mi hanno parlato molto bene di Torino. Mi hanno detto che è una società seria, una piazza molto calorosa e con un gruppo con tanta voglia di fare e devo dire che quando ho ricevuto questa proposta non ho avuto dubbi.

Hai maturato tantissima esperienza in giro per l’Europa, con tanto di 148 presenze con la Nazionale croata. Sei pronto a fare da chioccia ai tanti ragazzi più giovani che troverai alla Monumentale?

Sì, mi piace molto quest’aspetto, anche perché in questo modo mi sento anche io più giovane (risata ndr). In realtà è sempre uno scambio reciproco. Io imparo sempre molto dai più giovani, che hanno tanta voglia di fare.

Hai giocato in tantissime squadre, qual è però l’esperienza che ricordi con più piacere?

Sicuramente gli anni in Montenegro al Primorac. Abbiamo vinto una Champions e l’anno dopo siamo riusciti a raggiungere ancora ancora una volta la finale, anche se poi l’abbiamo persa. Poi siamo riusciti anche a vincere due scudetti e una Coppa nazionale. E’ stato un periodo ricco di soddisfazioni, nel quale ho giocato con tantissimi campioni dai quali ho imparato tantissimo.

Cosa ti aspetti da questa stagione?

Dare il mio massimo per la squadra, non sarà facile perché quello italiano è un campionato difficile con alcune squadre tra le più forti d’Europa, ma se si lavora duramente potremo toglierci delle belle soddisfazioni.

E’ la tua seconda esperienza in Italia dopo quella a Catania (200-2004). Quanto è cambiato il nostro campionato?

Sono passati tanti anni e sono cambiate tante cose. Certamente rimane uno dei campionati più importanti del mondo. A parte un paio di squadre che sono di un altro livello, poi le altre sono più o meno simili. Sarà una bella sfida e non vedo l’ora di cominciare.

Ufficio Stampa