Il Giudizio di Salomone dello scultore tirolese Simon Troger in dialogo col dipinto di analogo soggetto di Agostino Masucci
Palazzo Madama presenta mercoledì 21 settembre alle 17.30, con una conferenza inaugurale, il nuovo allestimento di Sala Guidobono, ambiente al piano nobile del museo che prende il nome dal pittore ligure Domenico Guidobono, autore della decorazione ad affresco della volta raffigurante il trionfo della Primavera. Al centro della sala si impongono le tre monumentali sculture in avorio e legno di noce raffiguranti Il sacrificio di Isacco e Il giudizio di Salomone (diviso in due gruppi), opera dello scultore tirolese Simon Troger (Abfaltersbach 1683 – Monaco di Baviera 1768). Insieme a un dipinto su tela di analogo soggetto di Agostino Masucci (1691-1758), esse danno vita a un denso dialogo tra scultura e pittura e a una riflessione assolutamente attuale sul tema dell’infanzia contesa.
Le opere di Troger sono state sottoposte ad una necessaria manutenzione conservativa e sono state dotate di nuovi supporti, e di una grafica rinnovata che ne illustra la storia e la tecnica di esecuzione. L’intervento è stato generosamente finanziato dal Club Inner Wheel Torino 45° Parallelo.
La conferenza sarà occasione per presentare i risultati delle recenti ricerche d’archivio condotte da Cristina Maritano, conservatore per le arti decorative di Palazzo Madama, che hanno chiarito la storia della committenza dei gruppi scultorei. Nel 1738 giunse da Monaco, dove Troger aveva bottega, il Sacrificio di Isacco, dono a Carlo Emanuele III del conte Luigi Piccon della Perosa, governatore della Savoia di stanza a Chambéry. Il fascino della scultura di Troger contagiò a tal punto il sovrano che questi commissionò direttamente all’artista il monumentale gruppo del Giudizio di Salomone, una delle opere più impegnative e più costose mai realizzate dallo scultore austriaco. L’opera richiese due anni di lavoro e arrivò a Torino nel 1741. A causa dei danni subiti durante il viaggio dalla Germania, il Giudizio transitò dalla bottega dell’ebanista di corte Pietro Piffetti per un restauro.
A entrambi i gruppi è sottinteso il tema della regalità, che si esprime sia nella scelta del materiale principale, l’avorio, fin dall’antichità associato al concetto di maestà, sia nei soggetti. Dietro le figure di Abramo, il Patriarca, la cui mano è guidata da Dio, e Salomone, il re biblico i cui attributi sono la saggezza e la sapienza, si cela la figura del sovrano, ovvero di Carlo Emanuele III.
Anche la tela di Agostino Masucci fu realizzata su commissione del re Carlo Emanuele III, che la ordinò tra il 1732 e il 1738 per i nuovi appartamenti del Palazzo Reale di Torino. Anche qui l’episodio biblico del Giudizio di Salomone celebra al meglio le virtù del re presentando un esempio di sapienza concessa direttamente da Dio come capacità di discernere il bene dal male per poter governare con giustizia. La drammaticità della scena si esprime attraverso un linguaggio classico, memore dei modelli romani di Raffaello e di Nicolas Poussin: la gestualità e gli atteggiamenti dei personaggi che assistono alla scena, lo strazio della madre che allontana dal figlio neonato il braccio del carnefice, il gesto del re che lo ferma con autorevolezza, appaiono composti e misurati. Lo sguardo va infine al corpo esanime dell’altro bambino, abbandonato a terra, oggetto solamente della curiosità di un cane.
Il nuovo allestimento è stato realizzato con il contributo del club Inner Wheel Torino 45° parallelo
Ingresso libero alla conferenza fino a esaurimento posti disponibili