FIA – Federazione Internazionale dell’Automobile:
rendere automobilisti consapevoli su trasmissione dati
adottare nuova normativa privacy per
protezione dati, libertà di scelta e concorrenza leale.
Bangsgaard (Dir. Gen. FIA Regione I):
“I costruttori rilevano i dati in modo invasivo: i consumatori meritano di più”.
Rendere gli automobilisti più consapevoli riguardo ai problemi che possono derivare dalla trasmissione dei dati delle loro auto e adottare una normativa in materia di privacy che garantisca protezione dei dati, libertà di scelta e una concorrenza leale.
Lo chiede la FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) con la campagna internazionale di sensibilizzazione “My car, my data” – di cui ACI è responsabile per l’Italia – dopo una serie di nuovi test condotti dall’ADAC (l’Automobile Club tedesco) che dimostrano come, ogni due minuti, veicoli di modelli e marche diverse trasmettano e condividano con i costruttori informazioni riservate e importanti: stile di guida dei conducenti, numero di giri del motore, entrata in tensione delle cinture di sicurezza, chilometri percorsi (suddivisi tra autostrade e strade urbane), posizione GPS, consumi e livelli dei carburanti, pressione degli pneumatici, stato di ricarica, livello e voltaggio delle batterie.
Secondo Jacob Bangsgaard, Direttore Generale Regione I FIA, “I risultati sui veicoli appena testati dimostrano che i costruttori automobilistici di varie marche rilevano i dati in modo costantemente invasivo”. “Attualmente – sottolinea Bangsgaard – non esiste possibilità di scelta per i consumatori, dato che la trasmissione dei dati ai costruttori di auto è l’unica possibilità esistente, stabilita per default”. “I consumatori – ha concluso il Direttore Generale della Regione I FIA -meritano di più.”
La FIA ha condotto un sondaggio in 12 Paesi europei per verificare il grado di conoscenza di queste tematiche.
Il 90% degli intervistati ha dichiarato che i dati dei veicoli appartengono al proprietario o al conducente; l’88% è risultato molto preoccupato circa la divulgazione di informazioni private; l’86% dell’uso commerciale che se ne potrebbe fare, del pericolo di hacking (pirateria informatica) e di tracciabilità dei veicoli.
Il 95% delle persone, infine, si è detto convinto che occorra una normativa specifica per tutelare i loro diritti sui veicoli di proprietà e sui dati relativi al comportamento dei conducenti.