Il Carnevale nelle Dolomiti è una festa di paese, tra maschere intagliate e spettacolari montagne di vetro – rese ancora più luminose dall’aria gelida di febbraio.
Non c’è l’imbarazzo della scelta. Canale d`Agordo festeggia il proprio carnevale con una tradizione tramandata nei ricordi degli anziani della Val del Biòis: la Zinghénesta  la più importante figura femminile dei carnevali delle Dolomiti. A rappresentarla è la ragazza più graziosa del paese. Ci sarà la sfilata dei personaggi e delle maschere lignee, la festa in piazza con i balli folcloristici che la giovane Zinghénesta esegue in compagnia degli ammiratori e di altre figure tradizionali, come i Matiéi, i Lachè, i Bér, el Caorón Spión, i Sasígn ad tanti altri curiosi e insoliti personaggi. L`appuntamento con “La Zinghénesta” è sempre per l’ultima domenica di carnevale (7 febbraio) in Piazza Papa Luciani; dopo la sfilata delle maschere tipiche sono in programma balli folcloristici accompagnati dalle  proposte gastronomiche locali (tra cui i dolci locali “i Carfogn”).
Il 6 e 7 febbraio c’è anche il weekend della Gnaga, a Fornesighe. Fornesighe è un piccolo paese zoldano aggrappato su un costone assolato. Le case sono rimaste più o meno quelle di secoli fa, in legno e pietra, con i ballatoi coperti da graticciati e i piani multipli che si riducono se visti da monte. Le viuzze di sassi si arrampicano testarde e si infilano tra vecchi fienili e abitazioni ormai disabitate. Durante il carnevale però le stradine ghiacciate di Fornesighe si riempiono di gente. Nelle corti illuminate gli artigiani intagliano le maschere di legno per l’annuale concorso di volti lignei, il fuoco scoppietta nelle case aperte ai visitatori, c’è chi suona l’armonica e qualche vecchina continua a cucire scarpet (le scarpine di stoffa di cui erano maestre le donne del posto) con espressione imperturbabile. La Gnaga è una vecchia grinzosa che arranca per le vie del paese, portando a spalla un ragazzino spavaldo. Al suo seguito, un corteo di maschere tradizionali: il matazìn, coloratissimo e rumoroso, il coco di lana bianca, gli sposi, l’ampezana, i musicisti fracassoni. Fuori dalla vecchia latteria (che da sola merita la visita), i turisti si mescolano con la gente del posto, si scaldano sorseggiando vin brulè e si godono la vista, magnifica, su Tamer, San Sebastiano e Spiz di Mezzodì.
Il carnevale di Sappada (Plodar Vosenòcht) è invece abitato da omoni burberi vestiti di folte pellicce d’orso e pantaloni a righe da carcerato. I Rollàte, con la loro maschera di legno dai grandi baffoni, i campanacci alla cinta e la scopa di saggina per spaventare i bambini, sfilano lungo le vie del paese durante tutto il periodo di carnevale: dal 24 gennaio al 9 febbraio. Oltre ai Rollàte, Sappada si riempie di figure mascherate di ogni tipo: per strada si incrociano facce ridicole o spaventose, tutte intagliate nel legno. Anche le altre maschere tradizionali, tutte realizzate artigianalmente in legno, vi faranno divertire durante le tre domeniche dedicate ai Poveri (Pèttlar), ai Contadini (Paurn) e ai Signori (Hearn) in cui si potranno vedere al lavoro anche gli stessi artigiani che le realizzano durante la Schnitzar Bette, concorso di intaglio delle maschere. In programma anche un torneo di Scopone su ghiaccio, rigorosamente in maschera e il No Club, goliardica gara in maschera sugli sci per bambini ed adulti.

Agenzia di Informazione Turistica
di Confindustria Belluno Dolomiti