Oxana Corso è riuscita ad ispirare la nazione, proprio come aveva dichiarato di voler fare il giorno della sua investitura ad alfiere azzurro. AiMondiali Paralimpici di Doha la sua finale dei 200 metri T35 la porta diritta ad insediarsi sul terzo gradino del podio e regala all’Italia il secondo alloro dopo l’argento conquistato daMartina Caironi nel lungo T42.
La giovane azzurra però non si accontenta solo delbronzo iridato, ma corre quel 32.20 (1.5) che la riconsacra primatista italiana di specialità con ulteriori 28 centesimi di secondo strappati al suo record precedente di luglio. La sprinter delle Fiamme Gialle, argento alle Paralimpiadi di Londra 2012, è raggiante: “Questa medaglia me la sono sudata, è veramente fantastica! I sacrifici che ho fatto durante tutto l’anno sono stati ripagati. Sulla linea del traguardo la quarta (l’australianaBrianna Coop) mi era molto vicina, ma sono riuscita a tenere fino alla fine e sono sul podio. Voglio condividere un pizzico di questa vittoria con i miei compagni di squadra e con tutta la nazione, sperando che cambi in meglio. Io faccio il mio, cercando di vincere”. L’australiana Isis Holt, star sbocciata quest’anno tra le T35, si assicura l’oro e sbriciola il primato del mondo di 92 centesimi (28.57). Secondo posto per la campionessa europea ingleseMaria Lyle.
Nella finale dei 200 T43/44, dominata daMarlou Van Rhijn, uno dei volti più conosciuti tra le atlete paralimpiche,Giusy Versace conclude la sua gara inottava posizione con il crono di 28.77 (2.3). La plurititolata assoluta è più che soddisfatta della sua prova: “Ai Mondiali di Lione ero arrivata settima ma oggi ho fatto un tempo migliore e di testa mi sento più forte. Questa è la gara più bella per me e non avrei mai scommesso alla vigilia di poter arrivare così lontano. In una finale di così alto livello, essere ottava non può che lusingarmi e sono contenta di aver abbattuto il muro dei 29 secondi. Ammetto che alla fine ho mollato un po’, forse potevo puntare al quinto posto, ma anche questo è un test importante per poter migliorare”.
Tra gli uomini,Emanuele Di Marino corre i 200 T43/44 in 24.91, tempo che non gli garantisce l’accesso alla finale: “Ho fatto una buona partenza, ho sbagliato l’uscita della curva dove ho perso un po’. Ho anche paura a spingere con il ginocchio che mi ha dato fastidio negli ultimi tempi. Speravo di scendere sotto i 24 secondi e fare il mio personale ma ci sta. È la mia prima esperienza ad un Mondiale, mi servirà di lezione per le prossime gare (100 e 400)”.
Foto di Mauro Ficerai
Giuliana Grillo
FISPES Ufficio Stampa