Ciao a tutti,

Quest’oggi sono qui per parlarvi del rovescio bimane e di come esso sia predominante nel tennis moderno. Ormai da diversi anni, come tutti sapete, il rovescio ad una mano è stato di gran lunga superato dalla “potenza” sprigionata dai veri e propri interpreti del rovescio a due mani. Questo poiché il gesto stesso risulta essere meno traumatico grazie all’intervento del tronco e dell’arto non dominante come elementi principali di spinta anziché come elementi di stabilizzazione (rovescio a una mano). Infatti, ad una mano, i segmenti muscolari utilizzati risultano essere solamente il tricipite, il trapezio ed il deltoide posteriore. Segmenti molto piccoli attraverso i quali si è costretti ad esprimere elevate velocità.

Nell’epoca del cosi detto “power tennis”, l’eccessiva coordinazione richiesta e la possibilità di elevati infortuni hanno pian piano portato alla crescita ed allo sviluppo di sempre più abili rovesci a due mani. Partendo da Borg e Connors, passando per Agassi ed arrivando ai “nostri” Djokovic, Nadal e Murray, notiamo ben presto come il tennis di alto livello sia prevalentemente costituito da giocatori bimani. Altro vantaggio di questi giocatori consiste nel riuscire ad esprimere elevate velocità con un movimento di preparazione estremamente ridotto rispetto all’utilizzo dell’una mano, questo grazie all’importante aiuto costituito dall’azione dell’arto non dominante in fase di spinta.

Venendo al punto centrale di questo post, se il rovescio bimane dei vostri allievi manca di efficacia, velocità e precisione, l’errore che più di frequente ho riscontrato è quello dell’errato utilizzo dei polsi durante la FASE DI ACCELERAZIONE: stiamo parlando della COUPLE FORCE chiamata anche COPPIA DI FORZE. Moltissimi maestri spiegano agli allievi come le mani debbano andare “sotto” al livello della pallina per poter ottenere una traiettoria più sicura ma pochissimi maestri spiegano la tecnica corretta e quindi il COME fare per poter scendere con la punta della racchetta al di sotto della palla.

Ecco qui che interviene in nostro aiuto la couple force. Ma in che cosa consiste esattamente? Come potete osservare dalla foto, Maria Sharapova flette la mano destra esercitando pressione verso la mano sinistra, la quale accumula energia elastica, ponendosi in fase di estensione.

Di fatto, bisogna tenere in considerazione che, nel rovescio bimane, l’azione prodotta dal polso dell’arto dominante produce un’azione opposta del polso dell’arto non dominante. In altre parole la flessione radiale della mano destra (per un rovescio destrimane) porta alla flessione ulnare della mano sinistra con conseguente contrazione eccentrica dei muscoli estensori del polso. In corrispondenza dell’impatto la mano destra torna in linea ripristinando la sua posizione naturale e cede energia alla mano sinistra la quale, attraverso un’azione palmare/radiale, produce un ulteriore accelerazione dell’attrezzo.

Questa particolare tecnica, unica nel suo genere e specifica del rovescio bimane, permette di generare il 25% in più di velocità sulla pallina ed è la principale causa della combinazione velocità e rotazione richiesta nei giorni d’oggi, dal tennis moderno. Dalla foto si riesce a vedere il corretto utilizzo della coppia di forze dalla “gobbetta” che si viene a creare sulla mano dominante. Se osservate con attenzione, la deformazione prodotta sul polso destro è indice di ulteriore accumulo di energia sugli estensori del polso sinistro che verrà rilasciata quando entrambi i segmenti ritorneranno sulla stessa linea, al momento dell’impatto.

Questa teoria, difficile da spiegare, una volta compresa si può far mettere in pratica lavorando soprattutto al cesto con l’allievo a velocità bassa. Il giocatore deve provare a vuoto più volte a mandare la mano dell’arto dominante verso dietro e verso il basso, cercando di sentire lo stiramento che si viene sicuramente a creare sull’altra mano. Una volta avvertita questa sensazione, partendo proprio da questa posizione (metodo analitico) l’atleta prova a colpire qualche palla vedendo l’effetto che si ottiene. Il passo successivo è quello di rimettere insieme tutto il movimento partendo dalla posizione di partenza (metodo globale) per verificare se la tecnica è stata appresa correttamente. Le tempistiche non sono così scontate e l’apprendimento varia da ragazzo in ragazzo. Occorre avere maggiore attenzione al passaggio tra il lavoro al cesto e quello in scambio, a velocità via via crescente: molto spesso, in questa fase, il giocatore tende a “perdere” il nuovo movimento poiché ancora non sufficientemente automatizzato. Spetta alla bravura del maestro continuare a dare i giusti feedback e a far provare le giuste sensazioni all’atleta affinchè egli possa apprendere al meglio ed il più velocemente possibile.

“Non aspiravo ad essere bravo nello sport.

Essere un campione era abbastanza per me”

Fred Perry

Alla prossima!

Tiziano De Tommaso

Maestro Federazione Italiana Tennis

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