All’indomani del successo di Milano contro la sua ex Inter, il tecnico dell’Udinese Andrea Stramaccioni ha parlato in esclusiva ai microfoni di Sportitalia. L’intervista integrale andrà in onda alle ore 23 nella trasmissione Calcio&Mercato
“Sicuramente tornare a San Siro è stata un’emozione. Io mi ritengo un ragazzo semplice. Lì ho esordito entrando dalla porta della Primavera. Questo ha rappresentato per me partire dal basso. Ho lasciato lì tante persone con cui ho condiviso quest’avventura e mi fa piacere aver lasciato un bel ricordo. La partita per novanta minuti è stata una battaglia e uscire tra gli applausi è stato emozionante”.
“Non sta a me giudicare cosa non sia andato nell’Inter durante il secondo tempo. Credo che l’Inter sia composta da giocatori di qualità. Credo che il mister deve solo trovare la quadratura del cerchio, perchè ieri ha fatto un primo tempo di qualità, poi nella ripresa, anche grazie alla nostra spinta, sono calati”. “Io non ho nessun sentimento di rivalsa verso nessuno dell’ambiente interista. Ho un ottimo rapporto con tutti. Per noi era solamente una partita importante. Avevamo tanta voglia di fare bene ed è normale che l’Udinese contro l’Inter giochi alla morte. Avevamo anche la spinta in più di avere tanti tifosi al seguito. E’ stata una soddisfazione esultare sotto i nostri tifosi a fine partita. Magari si parla poco di queste realtà per così dire provinciali, ma i 1000 di ieri a San Siro erano una gran cosa e ci hanno dato una carica in più”.
“Non ho le competenze per parlare di una squadra che non alleno. Nella società ci sono persone di grande valore, come Piero Ausilio, tanti ragazzi giovani, come Kovacic e Icardi che avevo voluto io. E’ una squadra che sta ricostruendo dopo un ciclo di cui la squadra nerazzurra può vantarsi tuttora. Sono certo che l’Inter potrà tranquillamente tornare in alto, tra le grandi”.
“Credo che l’Udinese sia stata superiore all’Inter nella reazione a un andamento negativo, cosa che in altre partite era stato il nostro punto debole. Non accontentarci sull’1-2 è stata una cosa molto buona, perchè è il segnale di un bel percorso di crescita. Ora però pensiamo al Verona”
“Il presidente Moratti per me è stata una persona speciale. Gli sarò sempre riconoscente. Lui ha deciso di fare le sue valutazioni; mi ha spiegato che non si poteva andare avanti. Se anche sono state delle valutazioni strumentali, poi col tempo tutto quello che lui mi aveva preannunciato si è verificato. Non conosco Thohir. E’ di certo un grande manager. Ci vuole tempo per ricostruire un’Inter competitiva e gli auguro le migliori fortune. Al resto non ci penso perchè ormai la mia casa è qui a Udine”
“A Roma con la famiglia Sensi, a Milano con quella Moratti e a Udine con quella Pozzo ho avuto l’onore di lavorare con tre famiglie decisamente importanti, in particolare per la valorizzazione del territorio, grazie alla grande passione che hanno sempre messo nel gestire la società. La passione del patron Pozzo dà a me e al gruppo una grande carica e tanta vo glia di fare bene”.
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