“Avventura in Ducati? Ferita rimarrà aperta per tanto tempo. Vedere Valentino ancora competitivo è stata una meravigliosa sorpresa. Ecco perché si è allontanato dalla Formula Uno…”
Graziano Rossi, papà del pluricampione mondiale di motociclismo, Valentino Rossi, è intervenuto nel corso della trasmissione di Sportitalia, “SI Today”. Ecco l’intervista integrale:
E’ ancora un po’ aperta la ferita Valentino Rossi-Ducati?
“Temo che quella ferita rimarrà aperta per tanto tempo”.
Perché Valentino non è riuscito a vincere o almeno ad essere competitivo con la Ducati?
“Non lo so, non lo so”.
Era un matrimonio molto atteso. Ha pagato la troppa pressione di dover vincere per forza? “Non lo so, non lo so (sorride, ndr)”.
Valentino che torna competitivo in Yamaha, se lo aspettava?
“Io da quando Valentino ha cominciato a vincere le gare nella mini moto, non me lo sono mai aspettato ed è sempre stata una grande, piacevole, sorpresa, da sempre. Quindi questa volta è la stessa cosa. Io non me lo aspetto, perché aspettarselo significa essere un pochino presuntuosi. Io sto buono, calmo, a vedere cosa succede. Quest’anno è stata ancora una volta una sorpresa meravigliosa”.
Quando hai capito che poteva diventare davvero un campione? E avevi timore nel vederlo già da bambino sulla moto?
“Ci sono genitori e genitori, purtroppo (ride, ndr). Io sono stato un genitore terribilmente pericoloso per il figlio, perchè quando era bimbo ho cercato in tutti i modi di farlo diventare un pilota di automobili”.
Quindi il sogno era quello di far diventare Valentino un pilota di automobili?
“Era il mio sogno da quando Valentino cominciò con i go-kart, giovanissimo: aveva sette-otto anni. Andò subito abbastanza bene, vinse il primo campionato regionale a cui partecipò, vinse anche delle gare. Quindi non pensavo che Valentino dovesse fare il motociclista, perché secondo me il motociclismo era uno sport troppo cruento e quindi pensavo all’automobilismo. Poi, quando siamo diventati un po’ più grandi e quando è arrivata l’ora di cominciare a correre con i go-kart veri, scoprimmo che già da quel livello le cifre erano impensabili per noi, erano cifre da ricchi già con i go-kart (ride, ndr). La nostra fortuna, la fortuna di Valentino e anche la mia, è stata che in quel momento sono arrivate in Italia le mini moto: Valentino le ha scoperte e conosciute e si è appassionato a tal punto che da quella volta – aveva dieci anni -, dal 1989 ad oggi, non è più sceso”.
Ha pensato di vedere Valentino sulle quattro ruote? C’è stato un periodo in cui nella testa di Valentino questo pensiero era più frequente…
“Valentino fece le prove e i tempi furono molto buoni. Naturalmente di strada da percorrere ne aveva ancora tanta. Però il motivo per cui Valentino si allontanò un pochino da quella meravigliosa avventura che sarebbe stata la Formula Uno Ferrari, fu quella prova a Valencia alla quale partecipò e alla quale parteciparono tutti i piloti di Formula uno. In quella occasione, Valentino capì che a differenza del motociclismo, in Formula Uno un pilota può mettere molto meno di suo. E’ meno decisivo. E allora non se la sentì di lasciare il motociclismo, per il quale nutriva ancora una grande passione e che secondo lui poteva dargli ancora grandi risultati e grandi gioie”.
Come sta Valentino? Si sta godendo il meritato riposo dopo questa grande stagione?
“Il riposo di Valentino è l’allenamento, quindi è un riposo fino ad un certo punto. Però è comunque divertimento. Sabato e domenica hanno corso una gara di endurance, una gara di due ore con 35-38 partecipanti, tra i quali alcuni piloti del Motomondiale. E Valentino è arrivato secondo per un pelo, dietro Bulega”.
Valentino andava forte anche sulle tre ruote. Andava in giro con l’Ape nella sua città…
“L’Ape è stata una grande passione di Valentino, è stato un momento determinante della sua vita: andava a scuola da Tavullia a Pesaro e quando pioveva, d’inverno, se non avesse scoperto l’Ape sarebbe stato un problema. Ad un certo punto, l’Ape diventò a Tavullia il mezzo da corsa, non più di locomozione. Mi ricordo che l’ultima Ape che Valentino ebbe tra le mani aveva più di 40 cavalli. Fece i 140 chilometri all’ora e diventò un mezzo talmente pericoloso …. (sorride, ndr). L’Ape è stata un grande momento”.
Ufficio Stampa Sportitalia