GRAN PREMIO DEL QATAR: DEBRIEF TECNICO CON ANTONIO JIMENEZ E DIEGO GUBELLINI
Il primo Gran Premio della stagione, sotto i riflettori del circuito di Losail, non è finito nel migliore dei modi per Alvaro Bautista, scivolato a due giri dal termine mentre si trovava in terza posizione in sella alla Honda RC213V del Team GO&FUN Honda Gresini. Lo spagnolo in Qatar è comunque stato assoluto protagonista sin dal primo turno di prove libere, mancando la pole position per soli 57 millesimi di secondo e siglando la domenica anche il giro più veloce della gara, col tempo di 1′ 55’ 575.
Giunto al traguardo in settima posizione e primo tra i piloti in sella alla Honda RCV1000R Open, Scott Redding ha impressionato al debutto in MotoGP grazie anche a una modifica che gli ha permesso di migliorare il proprio feeling con l’anteriore. Dopo un avvio aggressivo, in gara il rookie inglese ha adottato una strategia accorta per preservare le gomme, seguendo il più esperto Hayden, poi battuto sulla linea del traguardo.

In attesa di tornare in azione sul Circuit of the Americas, in Texas, per il prossimo Gran Premio, vediamo più nel dettaglio assieme ai due capitecnici del team, Antonio Jimenez e Diego Gubellini, quale tipo di lavoro è stato fatto sulle moto.


ANTONIO JIMENEZ (Capotecnico Alvaro Bautista)
In questo primo Gran Premio dell’anno siamo stati capaci di sfruttare ciò che di buono era emerso nei test effettuati due settimane prima della gara, migliorando nel contempo alcuni altri aspetti. Sin dal primo turno di prove libere Alvaro si è sentito a suo agio e abbiamo adottato una buona strategia con le gomme. Abbiamo sempre occupato le prime posizioni, dopodichè in qualifica abbiamo mancato la pole position per pochi millesimi. Eravamo pronti per fare una bella gara, grazie a una moto dal rendimento molto costante, anche per quanto riguarda l’utilizzo degli pneumatici. Domenica lo abbiamo dimostrato: Alvaro, nonostante non sia partito molto bene, è riuscito a recuperare e a portarsi nel gruppo di testa. Non siamo riusciti a concretizzare il risultato, ma andiamo via dal Qatar con buone sensazioni, consapevoli di avere un pacchetto vincente: abbiamo lottato con i migliori e siamo stati capaci di far lavorare bene le nuove gomme Bridgestone, per cui penso che potremo essere competitivi anche nel prossimo Gran Premio, a Austin. La Honda RC213V è una moto molto veloce e in tutte le aree abbiamo raggiunto un ottimo livello prestazionale. Siamo a posto con l’elettronica, sia per quanto riguarda l’erogazione della potenza che il freno motore, ma mi sento di dire che il passo in avanti più grande è stato fatto sul fronte delle sospensioni. Questo è il terzo anno di collaborazione con Showa e stiamo raccogliendo i frutti dell’ottimo lavoro fatto nelle prime due stagioni insieme. Rispetto alla fine del 2013, è stato fatto un ulteriore step con l’introduzione del nuovo ammortizzatore posteriore, in occasione dei test di Sepang. Durante questa gara abbiamo so ltanto accusato un leggero problema ai freni, che non si era mai verificato in prova: lavoreremo perciò assieme a Nissin per migliorare questo aspetto. Infine, i consumi: siamo riusciti a gestire i 20 litri di carburante molto bene lavorando sulle mappature, con l’obiettivo di ottenere un’erogazione che limitasse lo scivolamento della ruota posteriore. Purtroppo non abbiamo concluso la gara, ma a due giri dalla fine la situazione era sotto controllo. Siamo soddisfatti: aver mostrato buone performance su una pista tradizionalmente difficile per noi non è una casualità ‘.

DIEGO GUBELLINI (Capotecnico Scott Redding)
Durante le prove libere abbiamo lavorato sul set-up della moto di Redding alla ricerca di un maggior feeling con l’anteriore. In particolare, avevamo già  preparato una moto con un interasse più corto, la RCV1000R numero 2 di Scott, ottenuto avvicinando sia la ruota anteriore che quella posteriore, mantenendo di conseguenza lo stesso bilanciamento dei pesi. Il caso ha voluto che la provassimo durante la Qualifica 1, a causa di un problema a un sensore sulla ruota anteriore della moto numero 1, utilizzata durante tutto il weekend fino a quel momento. A Scott questa differente geometria è piaciuta subito: lo aiuta a limitare i problemi di feeling con l’anteriore e difatti il miglioramento rispetto ai tempi ottenuti nei test è stato subito di circa mezzo secondo. Infine, sono rimasto sorpreso dalla strategia che Scott ha adottato in gara: molto aggressivo nei primi giri, in seguito ha lavorato molto sul suo stile di guida per preservare le gomme (abbiamo utilizzato la gomma posteriore soffice a disposizione delle moto in configurazione Open).

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