GOLF – PGA TOUR: NELL’ARNOLD PALMER INVITATIONAL MATT EVERY A SORPRESA
Francesco Molinari, con un’ottima prestazione e lo score di 279 colpi (67 70 69 73, -9), ha ottenuto un gratificante quinto posto nell’Arnold Palmer Invitational (PGA Tour) disputato sul percorso del Bay Hill Club & Lodge (par 72), a Orlando in Florida. Ha vinto a sorpresa con 275 (69 70 66 70, -13) Matt Every, che ha avuto la meglio su Keegan Bradley, secondo con 276 (-12), e sull’australiano Adam Scott, terzo con 277 (-11), leader dopo tre giri e crollato nel finale con un 76 (+4),
Every, 31enne di Daytona Beach (Florida), ha colto il primo titolo nel circuito dopo otto anni di professionismo con un solo successo nel Web.com Tour, datato 2009, grazie a un parziale di 70 (-2), con cinque birdie, di cui quattro nella fase centrale che si sono poi rivelati decisivi per la sua prodezza, e tre bogey, dei quali due nelle ultime tre buche che hanno dato speranze a Bradley. Questi, in rimonta dopo una partenza difficile (doppio bogey-bogey), si è avvicinato con due birdie (16ª e 17ª), ma non è riuscito a realizzare il terzo sulla 18ª per il playoff (in totale cinque birdie, tre bogey e un doppio bogey per il 72 del par).
Al quarto posto è terminato con 278 (-10) Jason Kokrak e lo svedese Henrik Stenson ha concluso al quinto, insieme a Molinari e ad Erik Compton, rimontando dal 15° con un 68 (-4), secondo score di giornata dopo il 67 (-5) di Sean O’Hair, 10° con 282 (-6) alla pari con il nordirlandese Graeme McDowell, e del colombiano Camilo Villegas, 20° con 284 (-4) in compagnia dell’inglese Ian Poulter e del fijano Vijay Singh. Alti e bassi per il sudafricano Retief Goosen, 31° con 286 (-2), per lo spagnolo Gonzalo Fernandez Castaño, 35° con 287 (-1), per Zach Johnson e per il gallese Jamie Donaldson, 43.i con 288 (par). Quasi in coda l’inglese Paul Casey, 60° con 291 (+3), e l’irlandese Padraig Harrington, 67° con 293 (+5). Dopo 36 buche non hanno superato il taglio, caduto a 146 (+2), l’argentino Angel Cabrera, 78° con 147 (+3), il belga Nicolas Colsaerts, 87° con 149 (+5), e l’inglese Justin Rose, 95° con 150 (+6).
Adam Scott, in vetta per tre turni, è partito molto male con due bogey, il secondo causato da una palla in acqua. Ha subito reagito con un birdie, ma poi ha continuato a commettere errori chiudendo con altri tre bogey e in tal modo ha fallito per la seconda volta consecutiva la possibilità scalzare dal trono mondiale Tiger Woods, assente per il noto infortunio alla schiena, Dei giocatori che hanno occupato le prime posizioni solamente Stenson è stato esente da bogey, infilando quattro birdie. Ha fatto lo stesso Villegas, terminato però più indietro, con cinque birdie, mentre O’Hair di bogey ne ha segnati due insieme a un eagle e a cinque birdie.
Molinari, su un percorso che non concedeva nulla, ha cercato di correre meno rischi possibili, ma non ha potuto evitare un bogey in uscita (6ª) e uno nel rientro (15ª), prima di fissare il 73 (+1) con un birdie alla 16ª. Il torinese è stato sempre in alta classifica: ha iniziato con un 67 (-5, con cinque birdie) al quinto posto, è salito al secondo con un 70 (-2) ed è tornato al quinto nel terzo giro (69, -3) dove è rimasto. “Ho espresso un bel gioco – ha detto – e sono rimasto molto soddisfatto dell’approccio mentale alla gara. C’è stata qualche sbavatura, ma è normale in un evento sicuramente difficile e. al tirar delle somme, conta l’insieme delle cose”. A Every è andato un assegno di 1.116.000 dollari su un montepremi di 6.200.00 dollari.
LPGA TOUR: GRANDE IMPRESA DI KARRIE WEBB NEL JTBC FOUNDERS CUP – Con uno straordinario giro finale in 63 (-9) l’australiano Karrie Webb ha rimontato dal 20° posto e ha vinto con 269 colpi (66 71 69 63, -19) la JTBC Founders Cup (LPGA Tour) sul tracciato del Wildfire Golf Club (par 72), a Phoenix in Arizona. La Webb, nativa di Ayr nel Queensland, quarant’anni nel prossimo dicembre, ha colto il 41° titolo nel circuito e il secondo stagionale, a distanza di poco più di un mese dal primo (Australian Open), lasciando a un colpo (270, -18) Stacy Lewis, le coreane Amy Yang e Mirim Lee, la spagnola Azahara Muñoz e la 17enne neozelandese Lydia Ko, che aveva iniziato da leader il giro finale.
Al settimo posto con 271 (-17) Jessica Korda, la thailandese Pornanong Phatlum e la coreana So Yeon Ryu, al 10° con 272 (-16) Cristie Kerr e la coreana Inbee Park, numero uno mondiale, al 12° con 273 (-15) Michelle Wie e al 19° con 275 (-13) Paula Creamer. Ha perso altro terreno nella graduatoria mondiale a vantaggio di Inbee Park (p. 10,17), la norvegese Suzann Pettersen (p. 9,28), numero due e da 355 settimane tra le ‘top ten’, 29ª con 277 (-11). Più indietro la cinese Shanshan Feng, 36ª con 279 (-9), mentre non riesce più a trovare il ritmo di qualche anno fa la giapponese Ai Miyazato, 50ª con 292 (+4).
Sono uscite al taglio le tre italiane in gara: Giulia Sergas, 101ª con 146 colpi (75 71, +2), Giulia Molinaro, 110ª con 147 (75 72, +3), e Silvia Cavalleri, 125ª con 152 (79 73, +8),
La vincitrice, alla quale l’impresa ha fruttato 225.000 dollari su un montepremi di 1.500.000 dollari e la quinta piazza nel World ranking (p. 7,30), ha offerto un gran gioco sottolineato da dieci birdie (contro un solo bogey) e con l’ultimo alla buca 18 ha avuto ragione di Muñoz, Yang, Lee e Ko alle quali si è agganciata la Lewis con un birdie a chiudere. Per l’iberica 67 (-5) colpi con cinque birdie; per la Yang stesso score con sei birdie e un bogey; per la Lee 69 (-3) con sette birdie, due bogey e un doppio bogey; per la Lewis 66 (-6) con sette birdie e un bogey. La Ko era partita come un fulmine con quattro birdie in cinque buche consolidando la sua leadership con un “meno 20”, ma successivamente ha ceduto con tre bogey e dopo il quinto birdie alla 15ª non è riuscita a realizzarne un altro per arrivare allo spareggio.
La Webb, i cui 41 successi nel LPGA Tour sono impreziositi da quelli ottenuti in sette major, vanta in totale 54 titoli con nove nel circuito australiano (ALPG), tre nel Japan Tour e uno nel LET (al netto di quelli che contano per più di un tour). E’ anche l’unica professionista (uomini compresi) ad aver vinto cinque major diversi. Infatti dopo aver completato il grande slam imponendosi nel Nabisco Championship, nel LPGA Championshp, nell’US Womens Open e nel Du Maurier Classic, ha fatto “super grande slam” nel 2002 conquistando il British Womens Open quando quest’ultimo, nella lista dei major, ha sostituito il Du Maurier Classic. E se farà suo anche l’Evian Championship, ultimo nato in casa major, realizzerà un’impresa storica e irripetibile.
RENATO PARATORE NELLA SQUADRA EUROPEA AL BONALLACK TROPHY – Renato Paratore farà parte della selezione europea, affidata al capitano non giocatore Andrew B. Morgan, che affronterà quella dell’Asia/Pacific per il Sir Michael Bonallack Trophy in programma dal 26 al 28 marzo sul percorso del Karnataka Golf Association a Bangalore in India.
Compongono il team europeo, oltre all’azzurro, anche gli inglesi Ashley Chesters e Ryan Evans, il finlandese Albert Eckhardt, i tedeschi Dominic Foos e Max Roehring, gli irlandesi Dermot McElroy e Gavin Moynihan, lo scozzese James Ross, il danese Mads Soegaard, l’olandese Robbie Van West e lo spagnolo Mario Galiano.
la formazione dell’Asia/Pacific, affidata al coreano Hyung-Mo Kang, sarà formata dagli australiani Taylor MacDonald e Geoff Drakeford, dai coreani Soo-min Lee e Nam-hun Kim, da Chieh-Po Lee di Taipei, da Shinichi Mizuno di Hong Kong, dai cinesi Zecheng Dou e Zin Cheng, dai giapponesi Kenta Konishi e Daichi Sato, dal neozelandese Joshua Munn e dall’indiano Karan Taunk.
Il torneo si svolge con formula tipo Ryder Cup con cinque incontri fourball e altrettanti foursome nelle prime due giornate e con 12 singoli nell’ultima per un totale di 32 punti. L’evento, la cui prima edizione è stata disputata nel 1998 e che ha cadenza biennale (nel 2010, però, non si è effettuato), vede l’Europa in netto vantaggio con cinque successi contro i due degli orientali. I continentali sono i detentori del trofeo essendosi imposti per 21,5 a 10,5 nel 2012 al Monte Rei Golf & Country Club in Portogallo e, pertanto, in caso di parità lo manterranno.
Ufficio Stampa FIG