Chimico, pilota, verniciatore, pioniere e piccolo industriale, sono solo alcune delle avventure che hanno visto come protagonista Alain Mestdagh. Belga, cinquantaquattro primavere, è uno dei nomi più conosciuti tra gli appassionati delle competizioni motociclistiche: “Nel 1978 – racconta Mestdagh – durante il servizio di leva, conobbi il pilota Didier de Radigues. Terminato l’obbligo militare ci siamo persi di vista. A distanza di anni, andai a vedere il Gp del Belgio sul bellissimo circuito di Spa Francorchamps; riuscì ad entrare nel paddock senza pass e quando me lo trovai di fronte, subito mi riconobbe e mi invitò a fare quattro chiacchiere dopo la corsa.
Alla sua squadra serviva un verniciatore e con grande gioia accettai di collaborare con loro. Nel 1986 sono tra le fila del Team Chevallier, mentre nel 1987, grazie a Francis Battà, entro a far parte della famiglia Cagiva, con il compito di verniciatore e di manutentore delle carrozzerie. L’anno successivo lavoro solo con Didier e nel 1989 passo all’Aprilia, con il ruolo di meccanico di pista e di addetto al reparto modelleria. A metà anni 90 inizia la collaborazione con la Lamborghini Formula Uno , che dura fino ai giorni del fallimento; a Sant’Agata Bolognese mi specializzo nella lavorazione del carbonio. Nel 1991 fondo la Picasso Racing Components; all’inizio ero senza fondi, dopo cinque anni avevo già ventuno dipendenti”. La Prc si occupa della lavorazione del carbonio e del kevlar: “I guanti Dainese – dice con orgoglio Alain – utilizzati da Loris Capirossi sono stati prodotti dalla Prc. Nel 1999 invento un sistema speciale che offre la possibilità di combinare insieme materiali compositi duri e flessibili e nel 2000 lo brevetto sotto il nome di Carbon Wear. Inizia una serie di collaborazioni con le principali case impegnate nelle competizioni, ma la crisi nel settore delle due ruote, a partire dal 2008, ha ridimensionato il volume di affari con loro. Oggi siamo anche impegnati nel settore moda e tra i nostri partner ci sono uno dei più grandi marchi che lavorano la pelle e la Louis Vuitton e la Carbon Chic. Per il nuovo anno, vogliamo continuare a svilupparci nella lavorazione del carbonio e nello sviluppo aerodinamico”. Trent’anni d’esperienza tra i cordoli di tutti il mondo sono ricchi di momenti belli e brutti: “Sono – afferma Alain – stato fortunato perché ho avuto la gioia di lavorare con uomini come Claudio Castiglioni e Alain Chevallier. Purtroppo nel 1989 ho vissuto un momento terribile, perché in Germania, all’Hockenheim perse la vita l’amico e pilota Ivan Palazzese. Le gare, comunque, restano un concentrato unico di adrenalina, e starne lontano, per chi come me ha la passione per le due ruote, diventa, man mano che passano gli anni, sempre più difficile”.
ALFREDO DI COSTANZO