Se cado in acqua non affogo: i Laboratori Acquatici della Chimera Nuoto
La società ha progettato corsi riservati ai bambini tra i 3 e i 6 anni dove si impara a nuotare con il gioco
I nuotatori sviluppano un sereno approccio all’acqua, diventano autonomi e acquisiscono sicurezza
AREZZO – I bambini tra i 3 e i 6 anni sono troppo grandi per il nuoto baby e ancora troppo piccoli per iniziare la vera e propria scuola nuoto. La Chimera Nuoto ha però pensato anche a loro, progettando alcuni corsi intermedi che permettano a questi bambini di praticare un’attività in piscina e di cogliere i benefici dell’acqua. Questi sono i Laboratori Acquatici, corsi propedeutici all’insegnamento del nuoto che prevedono la scoperta dell’ambiente acquatico con una programmazione didattica fondata sul gioco. Il più importante obiettivo dei Laboratori è di sviluppare nel giovane nuotatore un sereno approccio all’acqua: l’istruttore è un compagno di giochi, capace di divertire e di rassicurare ma anche di far ambientare i bambini in piscina e di trasferire loro le esperienze natatorie dell’apnea e del galleggiamento, dell’immersione e della risalita, della respirazione e della propulsione in acqua. Tutto questo serve al bambino a capire che “se cado in acqua non affogo“, con gli allievi che, accompagnati dall’istruttore a centro vasca dove non toccano, diventano autonomi e acquisiscono sicurezza, maturando confidenza nei confronti dell’acqua che diventa un ambiente familiare in cui stare bene, divertirsi e non avere paura. Nei Laboratori Acquatici la Chimera Nuoto utilizza una didattica attiva in cui l’insegnamento del nuoto non avviene sulle spiegazioni ma direttamente sulle azioni: l’istruttore fornisce al nuotatore un obiettivo e lui trova i movimenti per raggiungerlo, scoprendo i gesti più adeguati e interiorizzando l’apprendimento. «I bambini dei Laboratori Acquatici affronteranno la scuola nuoto senza alcuna difficoltà – spiega il direttore tecnico Marco Magara. – La nostra ambizione è che, al termine dei corsi, tutti sappiano galleggiare, tuffarsi e nuotare a dorso, anche se questi laboratori sono utili a prescindere dalla futura disciplina sportiva scelta dagli allievi: si tratta di un’attività positiva, senza controindicazioni e rischi, ma con tante ricadute positive sullo sviluppo e sulla crescita del bambino».
Arezzo, Lunedì 18 Febbraio 2013